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Emakumeen Bira WE 2013: Diluvio e salite, la spunta Elisa - Longo Borghini nell'ultima tappa. Corsa a Johansson

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A Gatika Elisa Longo Borghini batte Evelyn Stevens e si aggiudica l'ultima tappa dell'Emakumeen Bira © Sportfoto.nl

Se non si può ancora dire che sia la più forte al Mondo (manca ad esempio uno spunto veloce in grado di regalarle vittorie a grappoli), è pacifico che Elisa Longo Boghini possa essere collocata tra le prime tre pedalatrici migliori del gruppo, ad oggi (da molto tempo a questa parte, in realtà). Competitiva nelle gare a tappe così come nelle corse in linea, ottima sul passo e strepitosa sulle salite, siano queste muri delle Fiandre, côtes o colli dei Paesi Baschi, è questa un'atleta che nemmeno troppo piano piano si sta portando verso il vertice di un movimento. Ah, dimenticavamo: deve ancora compiere 22 anni.

A quell'età, a meno che non ti chiami Marianne Vos o Fabiana Luperini, stai ancora imparando molto e mangiando tanta polvere. Elisa non sarà ancora la migliore in assoluto, come detto, ma le top riders le ha già battute tutte, almeno quelle in attività: Vos umiliata a Cittiglio ed anche nei Paesi Baschi, Stevens preceduta ancora oggi, con la Johansson lotta alla pari, con la Moolman si è data appuntamento in cima al Muro di Huy, battendola a suon di colpi di reni. Non si può non notare che tra questi corridori la più giovane anagraficamente è proprio la nostra punta di diamante.

È Elisa il simbolo di una nuova generazione di ragazze, quelle nate negli anni '90 o immediatamente a ridosso. Quelle che può capitare non di rado che si allenino con le Bronzini, le Guderzo, le Cantele, ma adesso, please, lasciate provare noi, se riusciamo a battere Vos e compagnia. Una ragazza che non corre in pista (se non in qualche rapida e davvero sporadica apparizione), non prende parte ai cross, d'inverno si tiene in forma con lunghe camminate, giri in MTB, chilometro verticale. Una che ha nel talento, nella forza, nella resistenza al dolore tutte doti innate.

In tutta la rassegna basca, dalla Durango-Durango all'ultima tappa dell'Emakumeen Bira oggi, Elisa Longo Borghini è sempre restata con le migliori. A Durango 4a, nella prima tappa dell'Emakumeen Bira 54a (la volata per il Team Hitec Products-UCK l'ha condotta Rossella Ratto, 3a), 2a ad Aretxabaleta alle spalle della sola Emma Johansson, con la quale ha fatto il vuoto, 3a nella cronometro di Orduña ed infine vittoriosa oggi, nella frazione finale che terminava a Gatika.

È una Longo Borghini che può tornare dalla spedizione basca più che soddisfatta, con questi numeri, con la consapevolezza rinforzata di saper tenere le ruote delle migliori quando scattano (i 38" che paga alla Johansson nella generale li ha persi solo nella cronometro. Tutte le altre sono a oltre due minuti...). Una Longo Borghini che farà dell'Emakumeen Bira non certo un punto di arrivo ma un nuovo, ulteriore stimolo per migliorare e migliorarsi durante il resto della stagione.

Sono, come detto, 38" quelli che Elisa deve recuperare ad una Johansson in formissima negli 88.7 km della Fruiz-Gatika; impresa ardua ma con un percorso difficilissimo, tutto su e giù, e tre Gpm altrettanto ardui una crisi è dietro l'angolo. La pioggia, poi, non facilita il compito delle avversarie dell'ornavassese, che sotto l'acqua corre il doppio, prova ne sia la prima vittoria in Coppa del Mondo, ottenuta sotto il diluvio di Cittiglio.

Si parte alle 10 in punto e dopo 10 km il Traguardo Volante vede la Majerus, leader di questa speciale classifica, precedere Visser e Vos. Parte poco dopo il primo di una serie infinita di attacchi, con Jessica Kilhbom a tentare l'azione solitaria; la svedese della Gramo Go Green non solo verrà ripresa ma si ritirerà (e non sarà la sola).

Poco prima del secondo intermedio ecco le migliori in azione: vanno via Emma Johansson con Elisa Longo Borghini, Evelyn Stevens con la compagna di team Ellen Van Dijk, Megan Guarnier, evidentemente più in forma della Vos e così eletta a donna di punta della Rabo Liv/Giant, ed Anna Van der Breggen. È proprio quest'ultima a precedere Longo Borghini e Johansson al Traguardo Volante mentre da dietro Fabiana Luperini e Shara Gillow provano a ricucire il gap con il gruppetto di testa.

L'azione ha successo e troviamo così otto ragazze al comando della corsa, mentre il gruppo è a 1'27". Rientrano sulle otto di testa anche Marianne Vos, anche oggi decisamente sotto tono, Christel Ferrier-Bruneau, Anouska Koster, Carlee Taylor, Alena Amialiusik e Noemi Cantele. Sul Meaka Gane è Evelyn Stevens ad imporre un ritmo infernale, e quindi con la newyorkese della Specialized-Lululemon restano Emma Johansson, Anna Van der Breggen ed Elisa Longo Borghini, mentre dietro il gruppo esplode.

È la Longo Borghini, leader della classifica dei Gpm (porterà a casa la maglia), a transitare per prima in vetta davanti a Stevens e Johansson. la discesa favorisce i rientri di Gillow, Luperini, Van Dijk, Amialiusik e Guarnier, con Lucinda Brand che dopo 45 km si porta insieme alle altre in testa. Arrivano anche Ferrier-Bruneau e Taylor ma è solo questione di tempo e di salite perché la selezione venga nuovamente fatta.

È infatti nuovamente la Stevens ad accelerare sulla salita di Errigoiti, e con lei restano le sole Johansson, Longo Borghini, Luperini, Guarnier e Van der Breggen. Al Gpm Stevens precede Longo Borghini e Johansson ma la discesa, tecnica e molto bagnata, favorisce le più abili: Longo Borghini, Johansson e Stevens (che tra le migliori guidatrici si dev'essere sentita un po' fuori luogo) staccano di 20" Luperini e Van der Breggen, il primo gruppo inseguitore è a 50".

Per l'ennesima volta Luperini e Van der Breggen (bravissima anche la classe '90 olandese, oltre che l'esperta scalatrice di Pontedera) colmano il distacco e si riportano su Johansson, Stevens e Longo Borghini. L'ultima salita, quella di Arrieta, giunge presto e di nuovo in testa troviamo nell'ordine Longo Borghini, Stevens e Johansson, con la povera Van der Breggen che perde 10" nei pressi della vetta e 20" nella discesa che porta a Gatika. Recuperare sulle prime tre le costerà tanta fatica, che pagherà.

Nel frattempo Johansson e Longo Borghini staccano la Stevens in discesa, ma la newyorkese rientrerà. La Van der Breggen ha sempre 20" da recuperare mentre il primo gruppo, composto da 11 ragazze, è a oltre 55" e si trova ormai tagliato fuori dalla vittoria di tappa. Negli ultimi chilometri alle prime tre si aggiunge Anna Van der Breggen ma tutto si gioca nei 500 metri finali, con lo scatto della Longo Borghini, la Johansson che un po' viene colta alla sprovvista ed un po' è appagatissima così, la Stevens che prova a chiudere sull'ornavassese che dopo la tappa al Thüringen Rundfahrt 2012 e Cittiglio 2013 alza le braccia al cielo (in mezzo c'erano state le vittorie in gare nazionali, a Montignoso e nella Norges Cup).

Stevens e Johansson completano il podio, con Van den Breggen 4a a 3". A 1'06" arriva un terzetto con Guarnier, Vos e Van Dijk, mentre Luperini e Pieters chiudono a 1'09". Ancora un bel decimo posto per Belen Lopez, a 1'11" come la Ferrand-Prévot ed una strepitosa Jennifer Fiori. Curioso il duello per la maglia rosa di miglior giovane, tra la 18a e la 19a posizione: Sabrina Stultiens la spunta per 1" sulla pur bravissima Rossella Ratto, che nei Paesi Baschi ha trovato il suo primo podio in gare UCI.

La generale vede Emma Johansson, dopo i due secondi posti delle ultime due edizioni, vincere la 26a Emakumeen Bira. L'ultima svedese a trionfare qui era stata nel 2007 Susanne Ljungskog, che precedette Marianne Vos e Nicole Brändli. La Campionessa Svedese è stata impeccabile, dando la paga a tutte meno una (la Longo Borghini, appunto) in salita, staccando la diretta rivale nella crono. Longo Borghini che paga solo 38", un piccolo successo da cui ripartire, visto che la terza, Evelyn Stevens, è a 2'14" dalla Johansson.

Prestigioso 4° posto per Anna Van der Breggen a 2'45", davanti a Marianne Vos, staccata di 2'57". Amialiusik è a 4'12", Guarnier a 4'15", Brand a 4'35", l'inossidabile Luperini a 4'44"e Shara Gillow 10a a 4'45", un secondo ed una posizione meglio della poco più quotata compagna e connazionale Tiffany Cromwell, che è andata in calando. Ottimo anche il 17° posto di Rossella Ratto, all'esordio qui, anche se la maglia di miglior giovane non è sulle sue spalle: poco male.

Questa settimana basca ci ha detto che Emma Johansson, da eterna seconda, è diventata una quasi dominatrice, e questo non può che far piacere. Anche perché la dominatrice, quella per antonomasia e nelle previsioni dei più - parliamo di Marianne Vos - ha clamorosamente accusato un passaggio a vuoto. Lei stessa spiega la controprestazione così: «Non sono al massimo della forma e questo si era già visto a Durango, dove mi ero staccata in salita, riuscendo però a rientrare in discesa e vincere. Nella prima frazione della corsa, poi, non ho avuto problemi perché s'è risolta in volata. Nelle altre ho sempre avuto un passo inferiore rispetto alle altre. Sicuramente la MTB influisce, è tosta. Adesso conto di ritornare in forma per i Campionati Nazionali ed il Giro Rosa, spero che un po' di riposo possa riportarmi ai soliti livelli».

Una Vos umana, sfiancata, forse malaticcia (sicuramente la pioggia persistente e la magrezza estrema dell'olandese non l'hanno aiutata), mai in lotta per la conquista della sua terza Emakumeen Bira, spesso in difficoltà rispetto a Johansson e Longo Borghini (ma pure con Stevens, Luperini e molte altre non ha avuto vita facile) non appena la strada saliva. Una Vos diversa dalle ultime - non ultimissime - apparizioni, stremata alla fine di ogni tappa e che infine ha dato via libera a Megan Guarnier e Lucinda Brand, le quali hanno potuto giocarsi le loro possibilità (in particolare la statunitense s'è rivelata un'ottima seconda punta).

Soprattutto il gruppo torna dai Paesi Baschi con la consapevolezza che tra le tre, quattro atlete più forti al Mondo va messa di diritto Elisa Longo Borghini. Una che da inizio stagione, le volte che è uscita dalle dieci ce le siamo segnate. Una che ride, scherza e poi va e vince. Una che non ha fretta ma in fretta impara e bastona le concorrenti. Una che vedrà storpiato il proprio nome in futuro, e se ne faccia una ragione, una di cui si parlerà ancora molto, e molto bene, negli anni a venire.

Una che dinanzi ad un Giro Rosa con tappe relativamente tranquille ma due arrivi in salita, un Campionato Italiano da correre praticamente in casa ed un Mondiale tutt'altro che pianeggiante... Elisa Longo Borghini, una che non è scaramantica ma, come San Tommaso, finché non oltrepassa la linea bianca ad esultare non pensa nemmeno.

Francesco Sulas

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