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Giro d'Italia 2013: Tutto è aperto, ci vuole fantasia - Scenari tattici tra i tanti avversari di Nibali | Cicloweb

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Giro d'Italia 2013: Tutto è aperto, ci vuole fantasia - Scenari tattici tra i tanti avversari di Nibali

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Cadel Evans ottimo interprete della cronometro di Saltara © Bettiniphoto

 

Più che una lunga crono quella di Saltara sembra uno specchio magico: nelle attese dei più c'era Wiggins stasera in rosa e Nibali ad inseguire insieme ad altri il britannico. Nella realtà dei fatti ci troviamo dinanzi ad un Nibali che al primo intertempo era davanti a tutti, ad un Wiggins ancora timoroso dopo la caduta di ieri verso Pescara ma comunque secondo di tappa. E la maglia rosa? Saldamente sulle spalle di Wiggo? Al contrario, è blindata in una cassaforte kazaka a nome Nibali Vincenzo ed ora sottrarla allo Squalo sarà un'impresa, letteralmente.

Se infatti il siciliano, ben avvezzo agli attacchi, potrà correre in difesa ed al limite incrementare il suo vantaggio nela generale (ora ha 29" su Evans, 1'15" su Gesink, 1'16" su Wiggins, 1'24" su Scarponi e 2'05" su Hesjedal), toccherà agli altri azzannare i polpacci di Vincenzino. E se Scarponi, al netto della sfiga, ha fatto vedere una buona gamba, lo stesso Evans può mettere in difficoltà, con attacchi mirati, il messinese dell'Astana.

Più incognita rispetto al 2012 Ryder Hesjedal: a crono se la cavava ma non eccelleva, ed infatti oggi ha pagato; quest'anno ha perso un bel po' di chili rispetto a dodici mesi fa. Chi dice uno, chi tre, poco importa. Il canadese può essere un cagnaccio negli attacchi in salita e soprattutto in discesa, sfidando Nibali sul suo terreno preferito. Non è detto che ne esca con le ossa rotta, Ryder, ma sicuramente il tempo da recuperare è molto. Tutto è possibile, sia chiaro (su questi avversari di Nibali torneremo).

Tutto tranne - forse - una cosa: la rimonta fino al primo posto nella generale di Bradley Wiggins. Il britannico che va in salita con un occhio sugli avversari ed uno sul misuratore di potenza si ritrova dopo Saltara in una situazione che forse aveva ipotizzato, certo non auspicato ma sicuramente non immaginato: dovrà infatti inseguire Nibali, e non viceversa; dovrà attaccarlo, staccarlo (e di ben 1'16", mica bruscolini) senza accusare più alcuna battuta a vuoto (già in sette giorni ne ha accusate almeno due, tra Serra San Bruno e Pescara).

Se non è impossibile, visto che il Giro non finisce a Saltara ma a Brescia, è sicuramente complicato ed inusuale per una formazione, la Sky, avvezza a tener chiusa la corsa, a fare il ritmo per i propri capitani che solitamente coincidono con i leader della corsa. Bene, ora i ragazzi di Dave Brailsford dovranno mettersi in fila alla prima salita utile, fare un ritmo indiavolato, pregare che il loro capitano (Wiggins?) non si stacchi e cercare di distanziare Nibali e compagnia. Potrebbe non bastare ed allora gli Sky, programmatori al dettaglio, dovrebbero mettere in campo quel fattore chiamato fantasia che troppe poche volte hanno dimostrato di avere (o di saper sfruttare al meglio).

D'altra parte questa teoria che la Sky dovrebbe applicare resterà molto probabilmente nel campo delle idee: Wiggins viaggia in salita ma non abbastanza per staccare Nibali (ed Evans, Hesjedal, Scarponi...). Viceversa, la nuova maglia rosa sa tenere la ruota del britannico sulle Alpi (e parliamo delle Alpi del Giro, non dei salitoni da rapporto del Tour) ed addirittura scavalcarlo, staccarlo, mandarlo fuorigiri. Insomma, l'attacco di Wiggins e della Sky agli altri big, dalla maglia rosa in giù, non è tanto un vorrei ma non posso quanto un potrei ma non riesco (in questa situazione non riusciamo a immaginare quanto si stia scompisciando Chris Froome, tappa dopo tappa, dal divano di casa, ma questa è un'altra storia).

Se Wiggins è costretto a lanciare il guanto di sfida su un terreno che non è il suo, allora perché non sorprendere tutti con due uomini forse in rotta con il team ma che sarebbero in grado di mettere in difficoltà Nibali molto più del Sir? Parliamo ovviamente di Sergio Henao e Rigoberto Urán, i due colombiani che a Pescara hanno aspettato il baronetto (mossa sbagliata? Probabilmente) e nonostante tutto sono rispettivamente 7° a 2'11" e 10° a 2'49" dalla maglia rosa. Ecco, perché incaponirsi su una sfida che Wiggo probabilmente non riuscirà a vincere, dato che sul suo terreno - la cronometro - è stato messo al tappeto da Nibali, e passare il testimone del capitano, seppure con colpevole ritardo, ad uno dei due colombiani?

Non c'è solo Sky tra gli avversari di Nibali: Cadel Evans, alla veneranda età di 36 anni, pare calato in Italia per fare tutt'altro che il turista. Sulla salita finale di oggi è stato tra i più veloci in assoluto, qualcosa vorrà pur dire. E poi ci sono i Lampre, Scarponi che pur perdendo tempo a causa di una caduta (e con conseguente bici rotta) a Marina di Ascea è 5° a 1'24" dalla vetta e potrà contare su Niemiec, 9° a 2'44". C'è quell'Hesjedal diverso dal 2012: più magro, forse va più forte in salita (ma è tutto da provare), per certo punta a rivincere il Giro, eppure nella crono esce come uno tra i più bastonati. Potrà ribaltare tutto sulle grandi montagne? Potrebbe.

In tutto ciò non sono da trascurare i Blanco, che a dimostrazione del loro nome oggi si prendendo con l'ottimo Kelderman la maglia di miglior giovane. Hanno Robert Gesink 3° a 1'15" da Nibali: tale distacco potrebbe bastare per deporre le armi, visto che l'olandese non è un fenomeno. Eppure l'aiuto del giovane Kelderman, dell'arzillo Kruijswijk, il tutto supervisionato dall'esperienza di Garate, sarebbero in grado di portare davvero in alto Gesink, al termine di un gran lavoro di squadra.

Non dimentichiamo infine quel Santambrogio in grado di tenere l'8° posto nella generale; potrà scatenare sulle Alpi il buon Matteo Rabottini e sporadicamente, chissà, Danilo Di Luca. E poi c'è Pozzovivo, che potrà accendere la miccia con Betancur.

Tanti avversari da controllare per un Vincenzo Nibali in forma smagliante, addirittura sorprendente, e che con una GT già nel carniere (la Vuelta a España 2010) sa come gestirsi, sa come proteggersi dagli attacchi che inevitabilmente subirà ed a cui dovrà per forza rispondere nelle prossime due settimane. Ha dalla sua la squadra, forte se non fortissima, ma in caso di una santa alleanza tra alcuni dei nomi sopra citati lo Squalo potrebbe sì andare in difficoltà.

La crono-spauracchio è passata, il risultato che ne è scaturito è l'opposto di quanto i più avrebbero osato prevedere ancora una settimana fa, alla partenza del plotone da Napoli. Per gli uomini Sky e tutti gli altri contendenti di Vincenzo Nibali è giunta l'ora di riporre i misuratori di potenza e provare a scalzare dal trono la maglia rosa con la prepotenza della fantasia. Per quanto riguarda i terreni, da martedì, con l'arrivo all'Altopiano del Montasio, le salite e le discese certo non mancheranno. E l'inventiva?

Francesco Sulas

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