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Giro d'Italia 2013: Venghino siori, c'è Nibali-Wiggins - Vincenzo sfida il britannico nel cammino verso la maglia rosa

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Vincenzo Nibali contro Bradley Wiggins: è questa la grande sfida del 96° Giro d'Italia © Bettiniphoto

Sarà una sfida decisamente strana quella che potrebbe caratterizzare il Giro d'Italia, quella tra i due corridori più forti al via, almeno sulla carta. Da una parte le basette (ormai sparite, rasate. Una delle ultime volte che accadde Wiggins fu investito da un'auto...), la voglia di apparire e la poca disponibilità (ma il Sir va a giornate) di Bradley Wiggins, dall'altra la faccia pulita da bravo ragazzo, la cadenza sicula e la sicurezza di Vincenzo Nibali. Due corridori meravigliosi, vincenti, con pregi e difetti, punti di forza e di debolezza, faranno a spallate per conquistare la maglia rosa che spetterà solamente ad uno.

Vincenzo Nibali il Giro lo vuol finalmente vincere, dopo anni in cui, per una questione o per l'altra, quando non aveva compiti di gregariato (come al Giro 2010, corso tutto al servizio del vincitore Ivan Basso), ha visto la rosa sfuggirgli per meriti altrui (pensiamo al Giro 2011, vinto da Contador, e con lo Squalo al terzo posto). Entrambi hanno già vestito la maglia rosa, nessuno l'ha portata fino al termine delle tre settimane.

Wiggins, dopo averla assaggiata nel 2010, quando vinse il prologo di Amsterdam, s'è tolto lo sfizio di dominare un Tour de France e di portare a casa un oro olimpico, nella crono londinese. Adesso il britannico è pronto per questa nuova sfida, forse la più difficile di tutte: venire in Italia per vincere. C'è di più. Se la condizione di Wiggo fosse ancora buona lui stesso non escluderebbe una partecipazione al Tour de France e se fossimo nei panni di Chris Froome non saremmo così certi che andrà alla Grande Boucle per fare il gregario. Ma questa è un'altra storia. O forse no, visto che i confronti tra Wiggins e Nibali hanno inizio proprio dal Tour 2012.

C'era stato modo, per i due, di affrontarsi in precedenza: pensiamo, senza andare troppo indietro nel tempo, alla Vuelta a España 2011, quella in cui la Sky si rivelò uno squadrone da GT e Wiggins, con Froome, una coppia esplosiva. In Spagna vinse Cobo, Wiggins fu 3° e Nibali, che l'anno prima aveva vinto la maglia roja, solo 7°. Il confronto tra favoriti, tra top riders, avviene però al Tour dell'anno dopo. Le salite francesi e quel centinaio di chilometri a crono favoriscono il britannico, che ne esce vincitore. A Nibali non resta che consolarsi con il terzo gradino del podio, a 6'19" dalla maglia gialla.

Detto questo, l'esito della corsa rosa potrebbe sembrare assolutamente scontato, non fosse che le salite italiane non sono quelle francesi, che le crono, seppure tre per un totale di 92.8 km, non sono tutte piattoni ma avremo anche la Mori-Polsa, lunga cronoscalata di 20 km. Se non fosse che tappe da imboscate, da Nibali insomma, ce ne sono molte più al Giro rispetto all'ultimo Tour de France.

Un capitano è come un albero: deve avere solide radici per non volare via. In questo sia Wiggins che Nibali sono ben attrezzati, avendo, almeno sulla carta, due tra le migliori formazioni a disposizione, Sky ed Astana. Forse le due più forti in assoluto.

La Sky non ha bisogno di presentazioni. Nove uomini che potrebbero essere tranquillamente capitani in altrettante formazioni, ma soprattutto passisti e scalatori (e passisti scalatori) in grado di fare la cosiddetta selezione da dietro sulle salite. Knees, Puccio e Zandio controlleranno in pianura mentre Siutsou, Cataldo, Urán ed Henao lavoreranno per Wiggins sulle salite. Uno squadrone in grado di dare distacchi importanti già nella cronosquadre di Ischia per poi controllare sulle salite - e non devono per forza essere le Alpi - con un ritmo indiavolato che soltanto i più forti saranno in grado di tenere. Da non sottovalutare il fatto che se Wiggins dovesse cedere troppo terreno a Nibali gli Sky potrebbero puntare su Henao o Urán, nel 2012 miglior giovane, cambiando capitano in corsa e non agendo in modo miope, come alla Vuelta 2011.

Se la Sky andrà forte su ogni terreno, l'Astana non è certo da meno. Molti i faticatori, tanti i gregari da salita e ciò è un chiaro messaggio che Nibali lancia a Wiggins: ti attaccherò appena potrò, sia che si salga sia che si scenda. Il messinese avrà con sé i fedelissimi Valerio Agnoli ed Alessandro Vanotti, passisti che Vincenzo si è portato dalla Liquigas. Andrey Zeits e Dmitriy Gruzdev sono pure due ottimi lavoratori da pianura, mentre sia Fredrik Kessiakoff che Tanel Kangert sono spendibili in salita. Ancora Agnoli, sarà insieme al siciliano di Avola Paolo Tiralongo ed al giovanissimo scalatore sardo di Villacidro Fabio Aru, far parte degli angeli custodi dello Squalo.

Squadre diverse, forse l'Astana è leggermente meno forte sulla carta in una cronosquadre rispetto alla Sky, ma sia i kazaki che i britannici hanno le potenzialità per scannarsi sulle salite. Detto da chi saranno accompagnati Wiggins e Nibali, va da sé che i due dovranno farsi trovare pronti in ogni singolo istante dei prossimi ventuno giorni. Le motivazioni che spingono i due sono alquanto forti: Nibali per la prima volta in carriera vuol vincere il GT più amato, dopo il successo alla Vuelta 2010 ed il podio al Tour 2012.

Wiggins, dopo un 2012 stellare, fatto di un oro olimpico a Londra, un Tour de France (ma anche il Critérium du Dauphiné, il Tour de Romandie e la Paris-Nice), imprese che gli sono valse la nomina di baronetto e di cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico, cerca nuove sfide.

Wiggins naturalmente avrà dalla sua la cronosquadre di Ischia e soprattutto la cronometro di Saltara, 54.8 km non troppo pianeggianti - anzi - ma che potranno scavare un profondo solco tra il britannico ed il siciliano. Saremo allora soltanto all'8a tappa e davanti ai girini si materializzeranno la Alpi. Nibali potrà (dovrà) attaccare e sfruttare al cento per cento gli arrivi in salita dell'Altopiano del Montasio, del Vajont, dello Jafferau, del Galibier di Val Martello e delle Tre Cime di Lavaredo.

Attenzione però, tante saranno le tappe in cui il messinese potrà rubare secondi preziosi a Wiggins, sia prima che dopo la crono di Saltara. Già nella 4a tappa, l'arrivo sulla salita di Serra San Bruno, Nibali potrebbe tentare qualcosa ed anche nella 7a tappa, un vero e proprio elettro cardiogramma con arrivo a Pescara dopo strappi e strappetti il terreno per far male c'è. Del resto la penultima tappa della Tirreno-Adriatico quest'anno ci ha insegnato che in presenza di corridori coraggiosi (Nibali, appunto) e terreno adatto agli attacchi la Sky non è più tutta questa corazzata.

Occhio però a non travisare: Nibali dovrà sì attaccare Wiggins ma il britannico non è certo uomo da arrendersi facilmente alla prima salita. Scortato da una squadra stellare, per Nibali sarà fondamentale attaccare poche volte ma a fondo, anche perché Wiggins in salita ha dimostrato di saper tenere un ritmo più che buono. Al Tour ha patito non troppo gli attacchi di Vincenzo, al recente Giro del Trentino ha tenuto a Vetriolo Terme mentre ha ceduto a Sega di Ala (il guasto meccanico occorso al britannico l'ha penalizzato ma ormai Nibali era andato). I cambi di ritmo e la fantasia, armi che a Wiggins non mancano totalmente ma in cui probabilmente Nibali è superiore, saranno la chiave di volta per mettere in seria difficoltà il Sir.

L'avvicinamento, infine, alla corsa rosa. se Wiggins s'è visto davvero poco in questo 2013 e parrebbe aver serbato le energie per la corsa rosa (dopo la Challenge Mallorca ha corso il Tour of Oman per incamerare chilometri per poi vedersi davvero alla Volta a Catalunya ed al Giro del Trentino, conclusi ambedue al 5° posto), Nibali è in gara da gennaio, dal Tour de San Luis. Oman, Camaiore, Roma Maxima, Tirreno, Sanremo, Trentino e Liegi-Bastogne-Liegi le tappe d'avvicinamento dello Squalo, che ha colto pesanti vittorie (alla Tirreno ed al Trentino) e subito qualche piccola sconfitta (alla Sanremo, corsa con un meteo folle, s'è ritirato, mentre alla Liegi, dove poteva fare bene, s'è arreso alla stanchezza accumulata al Trentino).

Ha sicuramente più giorni di corsa, Vincenzo, il che può essere un bene, anche se non va trascurata la maggior freschezza che Wiggins avrà e che in una corsa a tappe di tre settimane potrebbe anche rivelarsi determinante.

Nibali contro Wiggins, un duello emozionante come pochi se ne ricordano, almeno nelle ultime edizioni del Giro d'Italia. Sono i più forti tra i partenti, i più determinati a raggiungere la vetta del podio, a conquistare la maglia rosa ed il Trofeo Senza Fine. Certo, nessuno vieta al terzo incomodo, al Ryder Hesjedal di turno, di intromettersi tra guerre e marcamenti a uomo tra Astana e Sky, andando a vincere il 96° Giro d'Italia.

Francesco Sulas

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