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GiroBio 2013: E Brocci rimase a contare i cocci - Futuro enigmatico per la più importante gara giovanile italiana | Cicloweb

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GiroBio 2013: E Brocci rimase a contare i cocci - Futuro enigmatico per la più importante gara giovanile italiana

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Giancarlo Brocci, organizzatore del GiroBio © BettiniphotoI prodotti Bio sono una delle mode del ventunesimo secolo: in un'epoca nella quale la globalizzazione dei mercati permette che prodotti di ogni tipo arrivino sulle tavole di tutto il mondo attraversando i continenti, spesso la qualità dei prodotti paga le conseguenze delle esigenze dei consumatori e delle priorità dei mercati. Accade dunque che nascano catene di supermercati che offrono invece prodotti ad origine controllata, i quali soddisfano appieno gli standard di qualità.

Ma, ahinoi, far crescere una catena di supermercati Bio non è cosa facile. La qualità chiama quantità (di denaro), e basta entrare in un qualunque supermercato Bio per rendersi conto che i prezzi sono notevolmente superiori a quelli di qualunque altro supermercato e che dunque i supermercati Bio puntano a una clientela mirata e non sono accessibili a tutti. E se i clienti vengono a mancare, le spese diventano insostenibili per l'imprenditore che sarà inevitabilmente costretto a chiudere baracca.

È un parallelismo che si presta molto al nostro GiroBio, specie visti gli ultimi sviluppi, col presidentissimo Di Rocco che dichiara di non essere interessato a una corsa di basso livello. Ma andiamo con ordine.

I primi problemi vengono resi pubblici 17 giorni fa, quando Brocci chiama a raduno i direttori sportivi delle maggiori squadre italiane dopo la Coppa Mercatale. La situazione è la seguente: ci sono 600.000 euro da recuperare per finanziare la corsa, più 42.000 di premi della precedente edizione ancora da pagare. I soldi dei premi vengono coperti dalla Federazione (presente a nome di Daniela Isetti), che però non si dichara disposta a coprire ulteriormente le spese della corsa.

Dunque arriva la difficile proposta di Giancarlo Brocci, promotore e organizzatore del GiroBio dal 2009: far coprire un terzo delle spese alle squadre, ovvero far pagare una tassa di partecipazione di 5.000 euro cadauna. Una proposta destinata a dividere e far discutere. Ma Brocci rincara la dose: ci sono già 18 squadre straniere disposte a pagare tale somma per partecipare, chi non vuole aderire, sostanzialmente, s'attacchi. Boutade? Aut-aut serio? Sta di fatto che nessuno in Italia ha gradito la proposta di Brocci, nè le squadre, nè la Federazione.

Le maggiori squadre italiane han preso una posizione netta, scrivendo una lettera aperta a Brocci nella quale si dichiarano gentilmente indisposte a pagare tale cifra per favorire l'organizzazione della corsa, non solo per motivi economici (ricordiamo che di solito chi partecipa alle corse ottiene dei rimborsi spese: qui insomma si chiede di fare esattamente il contrario!) ma soprattutto per non creare un pericoloso precedente che allontanerebbe le squadre italiane anche dai più importanti scenari italiani, soppiantate da formazioni straniere Continental meglio attrezzate per partecipare.

Da parte sua, la Federazione non solo ha dato ragione alle tredici squadre firmatarie della lettera aperta, ma ha anche rincarato la dose per voce di Di Rocco, affermando che la FCI non accetterebbe una corsa aperta alle Continental straniere, «perché non si tratterebbe di una corsa di alto livello». Insomma il Presidente afferma che i corridori delle squadre italiane dilettantistiche attualmente danno piste di distanza ai ragazzi delle Continental straniere, e ci sarebbe da chiedersi su quali basi fondi queste affermazioni, visto che a) i confronti tra italiani e stranieri ormai si contano veramente sulle dita di una mano, ed avvengono quasi sempre quando corriamo in casa; b) in quei pochi confronti non è che questo dato venga fuori con certezza, anzi delle 3 internazionali corse in Italia in questa stagione 2 sono state conquistate da corridori stranieri.

Ma il presidente Di Rocco si sa, vive in un mondo fatato nel quale il ciclismo in Italia viaggia a gonfie vele e dominiamo in ogni settore (e questo grazie alla Federazione, ovviamente), quindi non è che questa opinione stupisca più di tanto. Inoltre, non sarebbe molto elegante porre condizioni restrittive nel lavoro di un soggetto che - a quanto dice lo stesso Presidente - avendo vinto un pubblico concorso deve «farsi carico in ogni punto» del progetto in essere. Ovvero, caro Brocci, ti sei avocato la gestione del GiroBio, ora veditela tu in tutto e per tutto.

Con la posizione di Brocci, che a seguito delle richieste dei team e della Federazione non si dichiara comunque disposto a ridimensionare la corsa (diminuendo così il budget del necessario per organizzare senza ulteriori compromessi), si consuma una di quelle situazioni che in Italia sembrano ormai essere la moda: lo stallo messicano. Tutti restano sulle proprie posizioni e chi non ne guadagna è ovviamente il movimento, che perde ulteriore terreno nei confronti del resto dell'Europa e del Mondo.

La prima vittima è il Toscana-Terra di Ciclismo, gara a tappe che avrebbe dovuto disputarsi la settiimana prossima, e che è stata rinviata a data da destinarsi. Un grosso smacco a livello internazionale per il nostro movimento, se consideriamo che la prova faceva parte della Coppa delle Nazioni che quindi rischia di restare mutilata.

Torniamo ai nostri cari supermercati Bio. Brocci potrebbe essere l'imprenditore, i team i suoi fornitori e la Federazione rappresenta lo Stato. Ora, l'imprenditore chiede ai fornitori, per portare avanti l'azienda un altro anno, di contribuire agli investimenti della stessa con una quota. E aggiunge che nel caso non accettino, ci sono fornitori stranieri disposti a pagare per cominciare a lavorare con la ditta al posto dei corrispettivi italiani. Lo Stato, nella persona del ministro del Lavoro, si schiera dalla parte dei fornitori e minaccia di togliere all'imprenditore i finanziamenti statali, se passa ai fornitori stranieri.

La soluzione al problema? Attualmente l'unica è che qualcuno faccia un passo indietro. Il maggior indiziato è Brocci, ma anche dovesse accettare, con quale volontà si rioffirebbe volontario per organizzare anche nel 2014? E al suo posto chi si candiderebbe? Si noti che non c'è tanta disponibilità in Italia ad accollarsi l'onere di organizzare una corsa, se è vero che il GP Liberazione nel 2014 non esisterà più: la nuova organizzazione non si è rivelata in grado di sostenere l'eredità di Eugenio Bomboni. L'unica certezza che ci resta è che ci allontaniamo sempre più dal centro del mondo ciclistico.

Nicola Stufano

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