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Parigi-Roubaix 2013: Non solo Boonen per quest'Omega - Se Tom non c'è arrivano Stybar, Terpstra e Vandenbergh

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Niki Terpstra porta un gran bel terzo posto alla Parigi-Roubaix ma pure Stybar ha ben figurato © Omega Pharma QuickStep - Tim De Waele

È praticamente dallo scorso anno, in un Fiandre dove Cancellara avrebbe dovuto far polpette degli avversari dopo le trenate da alieno di Sanremo, che si considera lo svizzero il miglior interprete di pavé e muri insieme a Tom Boonen. Nel 2012 la Locomotiva di Berna ebbe la sfortuna come compagna di viaggio ed una clavicola fratturata al Fiandre gli precluse la partecipazione alle gare del Nord e della prima parte di stgione. Boonen, volpe potente ed esperta, seppe fare una bellissima accoppiata, Fiandre e Roubaix. Proprio quella che ha appena ottenuto Cancellara, dopo averla già realizzata nel 2010.

A differenza di allora, quando la Locomotiva di Berna umiliò due volte in due settimane il ragazzo di Mol, quest'anno Boonen non è stato della partita. Al Fiandre già non era al top della forma, figurarsi con una caduta dopo 19 km ed una costola fratturata. Addio muri e addio anche pavé, roba sua, monopolio del belga. Ci si è trovati perciò con un'Omega Pharma Quickstep che al Fiandre aveva puntato tutto su Chavanel, deludente (fu solo 13°), e che alla Roubaix cercava alleanze con la Sky (la quale negava, e infatti...), almeno stando alle parole di Patrick Lefevere.

Tutti d'accordo, un Boonen non vale come Chavanel, Keisse, Maes, Steegmans, Stybar, Terpstra, Van Keirsbulck e Vandenbergh messi insieme, specie in una corsa dove Tommeke ha dimostrato per ben quattro volte di essere il migliore (solo a Roger De Vlaeminck era riuscito tanto). Insomma, con un'Omega mutilata, temevamo di dover assistere ad un monologo di Cancellara, con questa squadra relegata al ruolo di comparsa. È accaduto l'opposto, con i bianco azzurri di Lefevere semrpe protagonisti.

Sylvain Chavanel, è vero, ha dimostrato di essere un mezzo capitano, adatto a qualche tappa al Tour de France e bravo a farsi spazio in corse come la Tre Giorni di la Panne. Quando il gioco si fa duro al 33enne di Châtellerault manca il colpo di pedale che potrebbe ed avrebbe potuto fargli fare la differenza, in altre occasioni. Già perché un classe '79 in squadra con Boonen e Cavendish (per fare due nomi...) non avrà nel futuro troppe opportunità di ben figurare su queste strade (non che il passato sia stato ricco di successi memorabili).

Omega Boonen-dipendente, si pensava. E invece la squadra belga ha dimostrato che sicuramente il leader in pectore per questo tipo di gare resta Tom, ma senza di lui sono tutt'altro che perduti. Detto dell'evanescente Chavanle, comunque mai decisivo, né oggi né al Fiandre, vanno invece evidenziate le belle prestazioni di Steegmans e di Vandenbergh. L'uno va per i 33 anni, l'altro per i 29 e sono sempre stati animali da lavoro splendidi. L'uno ottimo nel tirare le volate, l'altro nel mettersi in testa e fare il ritmo.

Ebbene, oggi Steegmans è entrato nel primissimo tentativo di fuga, di fatto smarcando i compagni da ogni compito d'inseguimento. Ripreso Gert, è entrato in scena, con Vandenbergh, anche Niki Terpstra. Ma chi ha stupito in positivo forse più di tutti è stato Zdenek Stybar. Già due volte Campione del Mondo di ciclocross tra gli Élite, il ceco aveva paragonato alla vigilia il pavé ad un cross ghiacciato. Visto che lui sui campi innevati andava (va!) a meraviglia, sul pavé è addirittura riuscito a tenere la ruota di Cancellara.

Proprio quando davanti c'erano Vanmarcke e Vandenbergh, Cancellara s'è portato sui due battistrada, portandosi dietro Stybar. Il ragazzo è anche veloce allo sprint ed aveva speranze più che lecite di entrare nel velodromo André Pétrieux con Vanmarcke e lo svizzero, giocandosi la vittoria (alla peggio sarebbe andato a podio). Ma qui entra in gioco il pubblico. Se nel calcio è il dodicesimo uomo in campo ed in certe salite, quando i campioni corrono in casa e sono spinti dalla folla, risulta decisivo positivamente, qui gli spettatori hanno fatto fuori due Omega su due, prolungando una bella tradizione di sfiga che parte dall'inizio della stagione con gli infortuni di Boonen e non si ferma certo sul Carrefour de l'Arbre.

È lì che Vandenbergh, che stava già perdendo le ruote di Stybar, Cancellara e Vanmarcke, urta uno spettatore, portandosi sulla banchina, e lascia un po' di pelle su delle pietre che hanno fatto la storia. "Pazienza", avrà pensato Lefevere, consapevole di avere davanti uno Stybar che sul Carrefour de l'Arbre aveva fatto a spallate con Vanmarcke, da buon crossista, per tenersi alla ruota di Cancellara, il tutto con successo.

È bastato uscire un momento sull'asfalto e rientrare nel settore successivo, quello di Gruson, perché la sfortuna dell'Omega colpisse pure lui. Zdenek cercava la banchina per recuperare velocità, ben lungi dallo staccarsi da Vanmarcke e Cancellara. Trovava sì la banchina, ma con lei uno spettatore, o uno «stupido fotografo», non si sa, che quasi lo faceva cadere. Il numero per rimanere in piedi era notevole, quello per riagganciare il pedale pure, tant'è che i secondi passavano, Cancellara e Vanmarcke allungavano ed il treno di una vita, per Stybar, andava via.

Peccato, perché con la punta di velocità che si ritrova a toccare nei cross, Styba sarebbe stato un bruttissimo cliente nella volata del velodromo per Cancellara e Vanmarcke. L'Omega alla fine si ritrova con un podio, grazie al sempre costante Niki Terpstra, e con il sesto posto di Stybar (Chavanel e Vandenbergh chiuderanno 19° e 20° a 50" da Cancellara) ma soprattutto il team belga esce dalla Settimana santa con la consapevolezza che su muri e pavé si può fare bene anche senza Boonen.

Il futuro è di Stybar, che dimostra quanto il ciclocross non sia proprio una disciplina inutile (certo, le doti naturali vanno coltivate), e che una Roubaix, anche se mai la vincerà, comunque se la giocherà. Nell'Omega c'è inoltre un ragazzo come Matteo Trentin, classse '89, oggi non in gara, ma che già agli esordi aveva dimostrato ottime attitudini per muri e pavé. Altro elemento di grande interesse dei belgi è Michal Kwiatkowski, di un anno più giovane di Trentin ed al Fiandre in grandissima evidenza. Non sarà un campionissimo ma nell'immediato futuro può davvero far bene.

Anche perché avere un solo uomo per le Classiche del Nord non conviene a nessuno, né a Boonen né alla squadra. Se fino a ieri c'era una certezza - sempre e comunque Boonen - oggi, con questi giovani monelli e la consapevolezza che Tommeke non sarà eterno, il futuro dell'Omega Pharma è leggermente più roseo. Insomma, vincere nell'Inferno del Nord con un corridore che non faccia Boonen di cognome si può. O meglio, si potrà.

Francesco Sulas

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