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Trofeo Binda 2013: ELB: Elisa Longo, e la B sta per Binda - Longo Borghini, galoppata solitaria. Gruppo a oltre un minuto | Cicloweb

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Trofeo Binda 2013: ELB: Elisa Longo, e la B sta per Binda - Longo Borghini, galoppata solitaria. Gruppo a oltre un minuto

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Elisa Longo Borghini vince per distacco sotto la pioggia del Trofeo Binda di Cittiglio © BettiniphotoElisa Longo Borghini non si ferma, pedala sempre e da sempre, profilo basso, menare forte. Il talento le è stato trasmesso da mamma Guidina, ex campionessa di sci di fondo, e da papà Ferdinando, che la moglie l'allenava. Alcuni segreti, Elisa, li ha appresi dal fratello Paolo, professionista alla Cannondale ed angelo custode di Ivan Basso.

Quello che non le ha trasmesso l'esperienza di Paolo gliel'ha dato Emma Johansson, la forte atleta svedese con cui Elisa ha scelto di correre nel 2012, spesso risultando più brava della capitana. In questa stagione la Johansson ha cambiato team ed Elisa è diventata la capitana indiscussa della Hitec Products-UCK: una compagna forte come Rossella Ratto ed un team ben disegnato attorno all'ossolana di Ornavasso, questa la ricetta del team manager Karl Lima per vincere.

La ricetta di Elisa, per arrivare al successo pesante, è invece correre: il Trofeo Binda di Cittiglio rappresentava il suo rientro alle gare. Una ventina di giorni passati a guarire da uno strappo con versamento ad un polpaccio, allenamenti a ritmo ridotto, non il pane di Elisa, che quando fa fatica gode davvero. La 21enne nell'ultimo anno ha vinto tre corse (Montignoso, una tappa al Giro di Turingia e la Norges Cup), portato a casa altrettante medaglie (un argento ai Campionati Italiani a crono, un bronzo agli Europei, sempre a crono ed un ultimo, preziosissimo bronzo, al Mondiale di Valkenburg) e fornito prove sempre più concrete della sua crescita.

Pedala sempre, tutti i giorni, profilo basso ed ambizioni altissime: Fiandre, Giro e Mondiale, questo il suo 2013. Non poteva nemmeno immaginare - oppure sì - quello che le sarebbe capitato al rientro in gruppo, a Cittiglio. Una vittoria da campionessa affermata, in solitaria, con le avversarie a oltre un minuto. L'attacco sferrato a 30 km dall'arrivo, la progressione sulle rampe di Orino, gasata dagli incitamenti dei suoi tifosi e spinta dalla forza di quelle gambe da passista, da una che non ha vita facile negli sprint. Il rimedio a questo punto debole (ma su cui sta lavorando)? Attaccare da lontano, con la Vos come con qualsiasi altra avversaria.

È andata non bene, è andata come se fosse un sogno dal quale non ti svegli, nemmeno quando senti l'acqua scivolarti addosso dopo ore e ore di su e giù, frenare e rilanciare. Elisa Longo Borghini, con quest'impresa degna delle campionesse, diventa da oggi in avanti l'unica alternativa credibile a Marianne Vos. Ed ha soli 21 anni, la ragazzotta che corre in una squadra norvegese per imparare l'inglese e trascorrere più tempo con il fidanzato, suo meccanico. E per crescere, certo, con un progetto davvero convincente.

Sta funzionando ed oggi Elisa ne ha dato a tutti prova su un percorso già difficile di per sé, reso ancor più ostico dalla pioggia e dal freddo. Del resto l'ornavassese ama il Belgio, le classiche del Nord, poteva forse andar male in un simile contesto?

Sono 120.5 i chilometri che separano Laveno Mombello, dove alle 13.30 viene dato il via ufficioso, da Cittiglio. Consueti chilometri iniziali verso Luino, poi il ritorno e si sale verso Cunardo. Si entra nel circuito con la salita di Orino, da ripetere cinque volte. Marianne Vos ha già vinto la Ronde Van Drenthe, per quanto riguarda la Coppa del Mondo, e con le assenze di Pooley e Stevens l'olandese sembra proprio destinata ad ottenere la quarta vittoria in quel di Cittiglio (qui infatti si è già affermata nel 2009, 2010 e 2012).

Partenza bagnata, come sarà tutta la corsa, e sulla Grantola, verso Cunardo, allunga Valentina Scandolara, altra giovane talentuosissima. Passa per prima al Gpm ma la sua azione si esaurirà poco dopo. Verso Orino invece se ne vanno in quattro: Shara Gillow (Orica-AIS), Ashleigh Moolman (Lotto-Belisol), Jessie Daams (Boels-Dolmans) e Karol Ann Canuel (Vienne Futuroscope). Il gruppo non si prende la responsabilità di inseguire, lascia che sia la Rabobank di Marianne Vos a farlo.

Le quattro prendono un minuto ed al primo passaggio da Cittiglio hanno ancora 52" sul plotone. Al secondo passaggio da Orino la Moolman, sudafricana che eccelle in salita, precede Canuel, Gillow e Daams. Il gruppo scollina a 35". Dopo 73 km di corsa il plotone si ricompatta e nell'ascesa successiva verso Orino Daams precede De Vries e Cromwell. Si ritira, tra le altre, la due volte Campionessa del Mondo Giorgia Bronzini; saranno solo 66 a terminare la prova, su 160 partenti.

Nella discesa verso Gemonio escono due ragazze dal gruppo sempre più sfilacciato: Amanda Spratt (Orica-AIS) ed Elisa Longo Borghini (Hitec Products-UCK), che sul bagnato se la cava egregiamente. Si portano in testa con 13" sulla prima parte del gruppo, mentre un secondo plotoncino galleggia a 34". Le due battistrada aumentano il loro vantaggio fino a farlo salire a 47", poi la Longo Borghini sulla salita di Orino, la penultima da affrontare, dà un colpetto. Amanda Spratt accusa qualche problema e non tiene il passo dell'ornavassese, che si porta in testa da sola. Un primo passo è compiuto, ora non resta che respingere il gruppo. Facile a dirsi, ma se Marianne Vos è in palla altrettanto difficile a farsi.

Peccato (per l'olandese) che oggi, chi davvero non sente la catena, è la Longo Borghini, mentre la Vos non darà mai l'impressione d'onnipotenza che esibì dodici mesi fa su questi tornanti. Gli stessi che vedono salire, potente e martellante, Elisa Longo Borghini. La portacolori della Hitec scollina ed ha 10" sulla Spratt, 1'36" su un gruppo dove la Vos è lasciata a se stessa sia dal gruppo, che pretende che l'olandese insegua, sia dalle compagne, mai convincenti nel cercare di ricucire sulla Longo Borghini.

L'ornavassese continua incessante con il suo ritmo, sa di dover guadagnare più di un minuto e mezzo per poter essere sicura della vittoria. L'ultimo giro, con la Longo Borghini ingoiata e lanciata dall'esultanza della folla sul rettilineo d'arrivo, somiglia molto al Cauberg della Vos: «Sentivo che i tifosi mi spingevano con i loro incitamenti», disse dopo il Mondiale Marianne. Stessa sensazione che avrà provato Elisa, che quando suona la campanella indicante l'inizio dell'ultimo giro (e non la fine di un sogno) ha 17" su Amanda Spratt e 1'32" sul gruppo tirato da Marianne Vos.

È quasi fatta, manca un'ascesa ad Orino, una discesa ed un po' di piano. Elisa non molla un colpo, dietro solo qualche allungo di Lisa Brennauer e di Ellen Van Dijk non spaventano. La Vos è una tra le tante, almeno oggi. Gli ultimi chilometri sono momenti di vero godimento per la Longo Borghini: sorride alla sua ammiraglia, rilancia in salita, vola sulla discesa bagnatissima verso Gemonio. In pianura continua a menare, perché un inconveniente può essere sempre dietro l'angolo.

Ma quando dietro l'ultimo angolo a destra Elisa vede spuntare quel rettilineo in salita che caratterizza il Trofeo Binda, l'emozione di vincere una gara così importante, in un modo così perentorio, davanti a tutti i suoi familiari, amici e semplici conoscenti prevale. Alza al cielo entrambe le braccia, poi un pugno lassù, verso l'alto: la più forte sono io! Alle spalle della vincitrice qualcuna si muove ma è davvero troppo tardi. Escono Van Dijk e Johansson, che si riportano sulla Spratt, staccandola.

La svedese, l'anno scorso capitana di Elisa, chiude a 1'44" dalla vincitrice e coglie un secondo posto che non arricchisce di molto il suo palmarès. Con la Spratt quarta, il gruppo della Vos (che ha un ritardo di 2'21"!) è regolato a sorpresa da Chantal Blaak, che si mette alle spalle proprio la fenomenale atleta di Meeuwen, quindi Annemiek Van Vleuten, Rossella Ratto (bellissimo l'8° posto della '93 in forza alla Hitec), Anna Van der Breggen e Carmen Small, 10a. Altre italiane: Tatiana Guderzo 27a, Fabiana Luperini 34a a 2'32", Francesca Cauz 42a a 4'18", 45a Barbara Guarischi e via via le altre (da notare che Rossella Callovi, al rientro alle gare che contano dopo un paio d'anni d'inattività, termina la prova, seppure con 5' e passa di ritardo).

Davanti a tutte una ragazza italiana, Elisa Longo Borghini, che ci riporta una vittoria in una gara di Coppa dopo cinque anni (l'ultima a farlo fu Fabiana Luperini a Plouay 2008). Un talento esploso sin da subito, ancor prima di passare Élite (ma già nelle serie minori vinceva, spesso e volentieri lasciando le avversarie a debita distanza), confermatasi alla prima gara tra le grandi, una Het Nieuwsblad corsa con il coltello tra i denti e conclusa al quinto posto, e che ha rinforzato la sua posizione nel tempo, chilometro dopo chilometro.

È lei che ascolta risuonare l'inno d'Italia in quel di Cittiglio, cantandolo con la mano sul cuore. È Elisa che, dopo aver conquistato la maglia bianca di miglior giovane allo scorso Giro Donne, ci disse che la Vos si poteva battere «con il tempo e con i pedali, andando più forte di lei e tagliando per prima il traguardo».

Perché Elisa va, vince, e continua a pedalare, conscia che nessuno ti regalerà mai nulla nella vita, anche se hai il talento dalla tua. Conscia di avere chiaro «l'obiettivo» da raggiungere, anno dopo anno, giorno dopo giorno, gara dopo gara. Perché Elisa non si ferma, testa bassa e pedalare, guardando avanti.

Senza dubbio il miglior talento sbocciato in Italia dopo Fabiana Luperini (ed aspettiamo Rossella Ratto tra non molto...), guardando avanti vedrà pavé, muri, freddo e Fiandre. La Ronde domenica attende la Longo Borghini e la Longo Borghini attende la Ronde: un appuntamento che, soprattutto dopo la manifesta superiorità esibita oggi, non potrà certo essere al buio.

Francesco Sulas

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