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Settimana Coppi e Bartali 2013: Per Caruso rose e Fiorano - Damiano, prima da professionista. A Ulissi la classifica finale | Cicloweb

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Settimana Coppi e Bartali 2013: Per Caruso rose e Fiorano - Damiano, prima da professionista. A Ulissi la classifica finale

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Damiano Caruso torna al successo nella tappa conclusiva della Settimana Coppi e Bartali © BettiniphotoSembra quasi incredibile l'essere arrivati al 24 marzo 2013, al terzo mese della sua quarta stagione tra i professionisti, per raccontare la prima vittoria nella massima categoria di Damiano Caruso. Corridore completo, in grado di difendersi sul passo, di fare la sua bella figura in salita (meglio ancora se non lunga ma secca) e dotato di un ottimo spunto veloce che gli permette di piazzarsi bene anche in volate discretamente affollate. Tutto questo senza che gli faccia difetto la generosità e l'umiltà tipiche dei gregari, espresse in queste ultime annate soprattutto a favore di Ivan Basso e Vincenzo Nibali.

Proprio per questo molto spesso le ambizioni personali erano venute, per forza di cose, meno a vantaggio della ragion di squadra e nelle occasioni buone spesso era mancato un qualcosa, magari anche un pizzico di fortuna. Oggi invece, in una giornata che di primaverile non aveva proprio nulla, tutto è andato per il verso giusto ed il caso ha voluto che siano state proprio quelle strade emiliano-romagnole che lo lanciarono verso il professionismo (nel 2009, l'anno dopo aver conquistato il tricolore tra gli Under 23, si aggiudicò infatti la classifica finale del Giro delle Pesche Nettarine, che per tipo di percorsi proposti somiglia molto alla competizione per professionisti organizzata con la solita solerzia dal GS Emilia) ad essere teatro del suo battesimo del successo tra i grandi.

Esulta Caruso ed esulta pure Ulissi, che un Damiano (Cunego) l'ha avuto anche lui come prezioso alleato e guastatore all'occorrenza, cosicchè il giovane talento toscano, che da quando è professionista non ha mai mancato un'edizione della Coppi e Bartali, ha potuto finalmente salire sul gradino più alto del podio di questa gara al suo terzo vero tentativo (nelle ultime due stagioni era stato rispettivamente secondo nel 2011 e terzo nel 2012), aggiungendo così la Coppi e Bartali al Giro di Slovenia nella sua personale collezione di brevi corse a tappe che potrebbe andarsi inevitabilmente ad arricchire nelle prossime stagioni.

Restava una sola tappa per concludere l'edizione 2013 e le premesse del via a Monticelli Terme, sotto il profilo atmosferico, non facevano presagire nulla di buono: una frana, dovuta alle abbondanti precipitazioni, ha infatti reso impossibile il transito sull'ascesa di Montericco e il perdurare di pioggia e freddo ha convinto gli organizzatori ad abbonare due delle quattro ascese previste a Montecchio, prima dell'arrivo a Fiorano Modenese, con il chilometraggio della tappa che è così passato dai previsti 141,1 chilometri agli effettivi 125,4. Non solo: anche per il tempo effettivo di gara è stata presa una decisione che preservasse il più possibile dai rischi gli atleti, cosicchè il tempo valido per la classifica generale è stato neutralizzato in occasione del primo passaggio sul traguardo di Fiorano Modenese, ovvero ad una quindicina di chilometri dalla conclusione.

Con simili premesse era prevedibile assistere ad una frazione che arridesse soprattutto ai temerari che volessero tentare l'azione da lontano e così, dopo dieci chilometri dal via, è nata l'azione caratterizzante della giornata: al comando si sono portati in dieci, vale a dire Mazzi (Utensilnord), Caruso (Cannondale), Ponzi (Astana), Coledan (Bardiani), Shpilevsky e Shilov (Lokosphinx), Rosa (Androni), Chernetskiy (Katusha), Pavlin (Adria Mobil) e Carlos Quintero (Colombia), che nel breve volgere di qualche chilometro hanno subito messo in cascina un importante gap nei confronti del gruppo principale, tirato naturalmente dalla Lampre di Ulissi in testa.

Dopo 25 chilometri l'azione ha toccato il suo vantaggio massimo (4'40") nei confronti del plotone e quando si è giunti al momento della neutralizzazione al primo passaggio da Fiorano il margine era ancora di 3'41", cosicchè è apparso chiaro che il vincitore sarebbe uscito da uno dei dieci attaccanti. E' iniziata così la prima ascesa verso Montecchio e subito Damiano Caruso ha messo le cose in chiaro, operando un allungo che ha subito messo in crisi Chernetskiy e tutti gli altri componenti del drappello e a cui il solo Mazzi, leader della classifica dei GPM, è stato capace di replicare, accodandosi con fatica. A quel punto la collaborazione tra i due è divenuta fattiva, con Caruso interessato a spingere a fondo per la conquista della tappa e Mazzi deciso a non mollare per rafforzare la propria leadership di miglior scalatore. I due hanno guadagnato subito una decina di secondi, con il russo Shpilevsky che si è mostrato il più indomito al loro inseguimento ma che di fatto non ha potuto fare altro che restare a bagno maria mentre dal gruppo principale si è registrato solo un allungo del bravo Bazzana, utile più che altro alla propria visibilità e a quella dell'Unitedhealthcare.

La voglia di vincere di Caruso è apparsa chiara già in discesa, dove il siciliano, sfidando la pioggia e la nebbia, è riuscito a distanziare Mazzi, salvo poi attendere il bravissimo veronese, che in questo tipo di gare sa esaltarsi e che sogna un giorno di poter correre le classiche del pavè in Belgio, il quale non ha lesinato un ulteriore aiuto all'atleta della Cannondale, pur con lo sforzo che iniziava a farsi sentire. Il secondo passaggio a Montecchio però è stato uno scoglio troppo arduo da sostenere e, dopo aver tenuto, le ruote di Caruso per un chilometro, Mazzi è stato costretto a mollare la presa sulla nuova, violenta stilettata del siciliano. 

A quel punto per Damiano non è rimasto altro che spingere, spingere e ancora spingere verso un traguardo che si faceva più vicino, col vantaggio che diventava via via sempre più rassicurante e, giunto di nuovo giù a Fiorano Modenese, ha potuto finalmente alzare le braccia al cielo per la sua prima vittoria da professionista. A 13" ha concluso per un secondo posto tutt'altro che disprezzabile Alessandro Mazzi che con Caruso condivide l'anno di nascita (1987) ma per il quale l'approdo al professionismo è stato molto più travagliato principalmente per via di problemi fisici (la frattura di una clavicola e un attacco di appendicite complicatosi in peritonite gli hanno fatto saltare quasi in toto una stagione dilettantistica). La grintosissima Coppi e Bartali di cui è stato protagonista, conquistando la vittoria nella graduatoria dei grimpeur, coronata dalla bella prova odierna non sarà sicuramente passata inosservata e fossimo in qualche team di categoria superiore il suo nome lo appunteremmo subito sui taccuini. A 1'28" ha terminato la sua gara Shpilevsky, seguito dopo qualche secondo da Shilov e Ponzi, mentre Rosa, Quintero, Chernetskiy, Coledan e Pavlin hanno completato la top-10 con ritardi compresi tra il 1'44" e i 3'11" mentre il gruppo, giunto sul traguardo dopo 9'46", è arrivato in assoluta tranquillità data la precedente neutralizzazione.

Vittoria finale per Diego Ulissi e per una grande Lampre, capace di occupare i primi due gradini del podio (1'35" il vantaggio del toscano nei confronti di Damiano Cunego) e di conquistare ben 3 successi di tappa su cinque a disposizione e che soprattutto acquista nuove certezze in vista delle Ardenne. Questo Ulissi, già in bella mostra alla Parigi-Nizza ed un Cunego ritrovato con grinta e capacità di mettersi al servizio della squadra costituiscono una coppia in grado di poter far male a molti nei prossimi appuntamenti e andranno pertanto tenuti estremamente d'occhio. Completa il podio Miguel Rubiano Chavez (terzo a 1'48"), che porta ancora una volta sul podio un'Androni che nelle prove italiane sbaglia poco e che ha impreziosito la propria gara con la doppietta inaugurale firmata da Felline e Gavazzi. Buona nel complesso anche la prova della Cannondale che, oltre al successo odierno, chiude la gara con la bella prestazione di Moreno Moser nella crono di Crevalcore (il trentino si è ritirato quest'oggi) e con il quarto posto (a 1'59") di un Ivan Basso in sensibile crescita di condizione, anche se il percorso dovrà inevitabilmente proseguire.

E' stata la corsa in cui si è visto qualche nome nuovo, come l'austriaco Zoidl (quinto a 2'09") e soprattutto Manuel Bongiorno, la più lieta sorpresa per i colori italiani tra le nuove proposte, autore di una gran bella gara sancita dalla conquista della maglia arancione di miglior giovane e dal settimo posto a 2'36". Per il toscano della Bardiani un primo autorevole test in ottica futura, in cui le brevi corse a tappe come questa e le classiche più impegnative potrebbero costituire il maggior terreno d'espressione, in attesa di poter dire la propria anche in un grande giro (non dimentichiamo che da dilettante seppe conquistare un terzo posto al Giro della Valle d'Aosta). Top-ten generale completata dal ritrovato Konig (sesto a 2'14"), dall'inossidabile Rebellin (ottavo a 2'41" e penalizzato soprattutto dalla cronometro di ieri), da un Pardilla che tiene ancora alti i colori della MTN-Qhubeka (nono a 3'11") e da un Taborre (decimo a 3'19") che ha dovuto forzatamente prendere in mano le redini in casa di una Vini Fantini che per problemi fisici ha dovuto fare presto a meno di Garzelli e che ha visto naufragare, strada facendo, anche le ambizioni di Santambrogio (comunque ottimo secondo a Piane di Mocogno).

Lampre e Cannondale protagoniste di una corsa piacevole, capaci di punzecchiarsi a dovere lungo la strada e che potrebbero vivere una nuova puntata della sfida nei Paesi Baschi. Lì dove la vista comincerà ad aprirsi inevitabilmente verso il Belgio e le sue affascinanti Ardenne.

Vivian Ghianni

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