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GP Harelbeke 2013: Omega Pharma, disastro finale - Le pagelle: bravo Oss, delude Pozzato

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Per Tom Boonen un'ultima parte di gara in affanno © Bettiniphoto

Fabian Cancellara - 10
Se già prima la Contea di Fiandra era troppo piccola per tutti e due gli sceriffi (Fabian e Tom), figurarsi ora che in città è arrivato Billy The Kid Sagan. Si restringono le possibilità di vittoria per Cancellara, che ha ora un motivo in più per tentare di anticipare la volata. Ma se poi lui ci prova e lo slovacco gli s'attacca al mozzo, che si fa? Si tira dritto o si tira il remo in barca? Nuove questioni, che oggi Fabian ha brillantemente accantonato, dando una lezione di cartavetrata a Peter, nel momento in cui i centimetri tra i due diventavano metri, sul Kwaremont, e lo slovacchino stavolta non riusciva a usare la propria baldanza per inseguire il coriaceo, esperto svizzero. Il GP di Harelbeke di Cancellara poteva anche finire lì, con quella lezione. Tutto quel che è venuto dopo è stata solo un'ovvia conseguenza di quel "prima". Certo che anche Boonen se lo ricorderà a lungo, il fuorigiri del Kwaremont. E tutti ricorderanno quei 35 km in solitaria in cui Cancellara ha fatto il bello e il cattivo tempo, fino ad andare a conquistare il suo terzo E3 Prijs.

Tom Boonen - 6.5
Perché ha iniziato lui la selezione sul Taaienberg; perché ha dato lui il via alla "notte dei lunghi coltelli", sguainando il suo già sul Paterberg; perché è pur sempre Tom Boonen; e perché è reduce da un inverno difficile (con un brutto infortunio al braccio). Per tutti questi motivi non solo non gli diamo l'insufficienza, ma pure un voto di incoraggiamento per il prosieguo. Avrebbe voluto spaccare il mondo, ma - come disse una volta Cipollini - le gambe non tenevano dietro alla testa. La volontà di far bene c'è, la condizione cresce, oggi in fondo ha pagato a caro prezzo un solo passaggio a vuoto, sul Kwaremont. E la squadra non l'ha aiutato come avrebbe potuto.

Sylvain Chavanel - 7
Se Boonen potrebbe avere qualcosa da ridire sull'operato della Omega Pharma, allora cosa dovrebbe fare Chachà? Tagliare nottetempo le ruote del bus della squadra? Lui sì che è stato letteralmente abbandonato a se stesso, alla mercé del furioso Cancellara e del veloce Sagan. Fosse stato almeno finalizzato a qualcosa, il sacrificio del francese. Invece i luogotenenti che erano con lui, staccatisi in discesa, non hanno più servito alcuna causa. Per Chavanel ennesimo piazzamento che però non salva il primo posto nella classifica WT; la sua generosità va comunque premiata.

Daniel Oss - 7.5
E forse ci teniamo pure bassi, giusto perché non si dica che pecchiamo di nazionalismo. Ma se qualcuno pensava che, da una squadra infarcita di nomi come Gilbert, Hushovd, Van Avermaet e Phinney (tutti ampiamente sotto la sufficienza), fosse alla fine il trentino Oss a salvare la baracca, con una prestazione gagliarda ed efficace, sarebbe stato tacciato di estremismo ottimistico. E invece Daniel ha finalmente fatto quel che ci si aspettava da anni da lui: stare coi migliori sul pavé e sui muri, gestirsi al meglio, tentare la stoccata conclusiva. Tutto non benissimo, ma bene sì, del resto non potrà rimpiangere a vita il fatto di essere stato rimontato da un Sagan sprintante. Podio prezioso soprattutto in ragione dell'impulso di autostima che potrà instillare nel ragazzo.

Peter Sagan - 6.5
Nel percorso formativo del giovin cannibale, uno schiaffone come quello ricevuto oggi da Cancellara non è certo controproducente, anzi semmai aiuterà Peter a prendere maggiore coscienza dei propri limiti e a capire dove lavorare per migliorare. Certo siamo sempre in fiduciosa attesa che lo slovacco vinca la sua prima classica, e presto o tardi succederà, anche se in questo momento i rovesci sembrano moltiplicarsi (e diventare sempre più pesanti, a partire da quello di domenica a Sanremo). Va anche detto che la fortuna oggi non ha aiutato Sagan, costretto a inseguire per un guaio meccanico mentre la gara entrava nel vivo; e inoltre si sta facendo via via più difficile per lui trovare gente disposta a collaborare, in gara: quale big vorrebbe tirare insieme al corridore della Cannondale per poi farsi uccellare allo sprint? E siccome in queste corse, nei momenti decisivi, sono più o meno tutti big quelli che restano a giocarsi la vittoria, Sagan dovrà essere bravo al cubo per imporsi in una classica importante (di converso, si annunciano tempi gioiosi per gli outsider di professione). Mezzo voto in più per la caparbia con cui ha cercato (e ottenuto) comunque il secondo posto.

Omega Pharma-Quick Step - 4
Siamo d'accordo che, per quanto abbiamo appena scritto, diventa difficile per le squadre dei più forti raccapezzarsi quando c'è Sagan di mezzo. Ma il disastro dei belgi oggi è stato sesquipedale: con Stybar e Vandenbergh insieme a Chavanel nel primo gruppo inseguitore (Cancellara si era già involato), i due gregari sono stati scippati a Sylvain e fermati nell'attesa di Boonen. Fin qui discutibile, ma con una sua coerenza. Ma allora perché Zdenek e Stijn non si sono davvero fermati, rimanendo per 10-15 km a metà strada tra Chachà e Tom? A meno di non pensare che si siano staccati (in discesa!) dal citato gruppetto per sopraggiunti limiti fisici (e anche in quel caso, potevano respirare e poi dare una mano agli inseguitori, volendo). E dire che fino a quello strambo (per non dire sciagurato) finale, la Omega Pharma aveva funzionato benissimo, infarcendo ogni attacco di suoi uomini e dando l'impressione di poter dominare. Afflosciatosi il capitano, s'è afflosciata la squadra. Ammiraglia compresa.

Luca Paolini - 6
Con meno champagne rispetto alla Sanremo, ma porta a casa un'altra top ten di peso. Sta vivendo una vecchiaia (sportiva) dorata, e non pare intenzionato a fermarsi.

Filippo Pozzato - 4.5
Una delle domande più gettonate della giornata è stata: "Ma dov'è Pozzato?". Chi lo sa. L'unica volta che s'è visto, stava trenando sul Kwaremont, fuori tempo massimo per qualsiasi tipo di progetto. Speriamo che ritrovi la gamba del Laigueglia (ma anche quella della Roma Maxima andrebbe bene: lì il problema non furono le gambe, ma le braccia...).

Geraint Thomas - 6
Nell'alternanza tra uomini Sky d'alto livello, oggi è toccato a lui vestire i panni del capitano di fatto del team, in un giorno in cui Hayman (6.5) si è ancora una volta fatto vedere davanti, in cui Boasson Hagen (5) è stato un po' di fumo e quasi niente arrosto, e in cui Stannard (6) s'è giustamente preso una piccola pausa (pur rimanendo coi migliori del gruppo principale). Thomas si è trovato - per suo merito - nel cuore della corsa, ma gli è mancata la cattiveria per interpretare al meglio il finale (perché non ha tirato un po' di più, quando si trattava di inseguire Cancellara?). Il quarto posto finale, giusto dietro ai 3 saliti sul palco a celebrare, non è in fondo così casuale.

Eloy Teruel - 6
Uno per tutti, tra i fuggitivi che hanno animato la prima parte di gara: da buon pistard, non gli è mancato il tempismo per cogliere il momento giusto per far partire la fuga del giorno. Per lui, Lund, Mol, Tleubayev, Barbé e Van Dijk non mancheranno occasioni per riprovarci.

Marco Grassi

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