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Tirreno-Adriatico 2013: Froome rende sfocati i rivali - Grande Sky a Prati di Tivo, ma la maglia la prende Kwiatkowski

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Chris Froome verso la vittoria a Prati di Tivo, e sullo sfondo Santambrogio e Nibali, Kwiatkowski, Horner e Contador © Bettiniphoto

Contrordine, amici. Quella che doveva essere una tappa in grado di sciogliere più di un garbuglio, alla Tirreno-Adriatico, lascia del tutto irrisolta la matassa, rendendo quantomai incerto il prosieguo della Corsa dei Due Mari. Perché la tappa regina, quella di Prati di Tivo (in realtà il titolo sarebbe da condividere con quella teatina di domani), ci ha detto tanto, ma non certo tutto; e ritrovare in vetta alla classifica Michal Kwiatkowski, valente polacchino che fino all'altro giorno era conosciuto solo dagli appassionati più attenti, ci fa pensare che i prossimi capitoli della gara saranno intriganti al cubo. Bene così e andiamo avanti, nel giorno in cui la Sky e Chris Froome hanno dimostrato di essere, nell'ordine, la squadra più forte e il corridore più in palla del lotto.

Non che non ci fossero state avvisaglie della cosa (ricordiamo quanto avveniva un mesetto fa in Oman), ma la Tirreno è una corsa molto più importante dei piccoli Tour arabi, e dà quindi risposte più rilevanti; quella che ci dà oggi è che i rivali di Froomy (e di Wiggins, quando toccherà a lui) devono dar fondo alla fantasia per provare a smontare il luccicante meccanismo nerazzurro di Brailsford, sempre più forte, sempre più dominante.

La quarta tappa della Corsa dei Due Mari partiva oggi da Narni, e non hanno perso tempo Kessiakoff, Marczynski, Roux e Failli (già all'attacco ieri), per andarsene bel belli in fuga. Messi in moto al km 1, i quattro hanno avuto fino a 6'43" di vantaggio (al km 38), prima di essere pian piano avvicinati dal gruppo, che non voleva presenze ingombranti sulla salita finale, laddove si sarebbe dispiegata la lotta dei big (e coi secondi di abbuono in palio al traguardo, era tantopiù importante annullare la fuga).

Failli, in ogni caso, ha fatto in tempo a raccogliere i punti necessari per appaiare in testa alla classifica Gpm Cesare Benedetti (eroe delle prime due fughe di questa Tirreno), e per prendersi la maglia verde in quanto meglio piazzato del collega nella generale. Dopodiché ha potuto salutare (per primo) la compagnia degli altri tre, facendosi serenamente raggiungere dal gruppo, cosa che poi hanno ovviamente fatto, negli ultimi 10 km, anche Kessiakoff, Roux e per ultimo - ai -8 - Marczynski.

La Sky era al timone già da un po', e il primo a fare le spese del ritmo da essa imposto è stato - come ci si poteva aspettare - un Andy Schleck ancora lontano da ogni velleità di tornare protagonista di questo ciclismo; con Dario Cataldo in testa (un grande acquisto per la formazione inglese), è iniziato un vero e proprio stillicidio per gli altri: agli 8 km si sono staccati Cunego, Visconti, Capecchi, Moser, Rabottini; ai 7.5 hanno salutato la compagnia Samuel Sánchez, Tony Martin, Tiralongo, Castroviejo, Poels, Nocentini, Santambrogio e soprattutto Evans e Joaquim Rodríguez, scortato come al solito da Dani Moreno, che si è poi rivelato prezioso scudiero subito dopo.

Ai 7 km, mentre Pozzovivo e poi Kreuziger alzavano bandiera bianca, Poels e Santambrogio riuscivano a riportarsi sui migliori, e ai 6 km il primo scatto della giornata portava la firma di Alberto Contador. Rimasto senza Kreuziger, il madrileno ha pensato di fare un allungo per sondare il terreno, e anche per prendersi i 3" d'abbuono disponibili al traguardo volante di Pietracamela; obiettivo centrato per lui, ma la Sky (con Henao e Urán passati nell'ordine alle spalle di Alberto e davanti a Froome) non si è scomposta, se non per il farsi da parte di Cataldo, una volta finita la sua parte di lavoro.

Intanto il ritmo tenuto ora da Henao serviva a sconsigliare altri attacchi (da parte di quelli rimasti davanti, ovvero Nibali, Horner, Poels e i sorprendenti Santambrogio e Kwiatkowski), ma non a distanziare il secondo drappello, nel quale un monumentale Moreno scandiva il tempo del rientro a Rodríguez: JRO è stato bravo a chiudere poi l'ultimo buco da solo, ai 3.5 km, imitato poco dopo da Kreuziger, mentre Moreno, Evans, Pozzovivo, Nocentini e Castroviejo non riuscivano a fare altrettanto (su di loro rientrava anzi un buon Pardilla).

Poco è durata, in ogni caso, l'illusione di Purito, visto che ai 2.7 km Contador è ripartito, facendo male a Henao, Kreuziger e lo stesso JRO, e chiamando alla risposta Nibali: come comandato da un riflesso pavloviano, Vincenzo è scattato ai 2 km, portandosi - insieme a un generosissimo Santambrogio - sul madrileno, ma non trovando troppa collaborazione da parte dei due che erano con lui; intanto, staccatosi Poels, solo Urán, Horner e Kwiatkowski rimanevano con Froome. La distanza tra il terzetto di testa e questo quartetto non era certo abissale, e infatti al triangolo rosso dell'ultimo chilometro il ricongiungimento era cosa quasi fatta.

A quel punto e solo a quel punto Froome ha scalato di una marcia ed è partito fortissimo, portandosi (con Horner) su Nibali, Contador e Santambrogio e lasciandoli subito lì di sasso, nel rilancio di andatura che l'ha condotto a tagliare il traguardo tutto solo. Nibali e Santambrogio hanno seguito a distanza, e il più brillante corridore della Fantini s'è preso il secondo posto, a 6" dal vincitore, mentre lo Squalo dello Stretto, ingolfato nelle ultime pedalate, ha pagato 11". Subito dietro a lui (a 13"), la scoperta del giorno, Kwiatkowski, è stato bravissimo a frustrare la speranza di Froomy di fare colpo doppio con tappa e maglia. Il polacco fin qui l'avevamo visto spalleggiare Cavendish tra cronosquadre e volate della Omega Pharma (era secondo della generale), ma oggi ha dimostrato che c'è molto di più nelle sue gambe. Nulla che non avesse fatto intravedere già in passato (buono a crono, aveva anche lanciato buoni segnali nelle corse fiamminghe nel 2011 e nel 2012, e un mese fa è giunto secondo alla Volta ao Algarve), ma di sicuro oggi il 22enne di Dzyalin entra in una nuova dimensione.

Horner e Contador sono arrivati insieme a 15", Urán ne ha pagati 20, quindi Poels e Rodríguez sono arrivati a 43". Evans, 14esimo, ci ha rimesso 1'13", ancora più indietro la coppia AG2R Pozzovivo-Nocentini, e in un gruppetto a 1'45" ritroviamo Damiano Caruso, Capecchi e Rabottini (mentre Samuel Sánchez è arrivato solo 30esimo con ben 3'23" di distacco). La classifica dice che Kwiatkowski ha 4" su Froome, 16 su Nibali, 30 su Contador, 33 su Urán, 40 su Horner e 55 su Santambrogio. Sono questi sette quelli che nelle prossime tre tappe si giocheranno la Tirreno-Adriatico 2013; Castroviejo, Kreuziger, Rodríguez, Evans, Henao e tutti gli altri, con oltre un minuto di ritardo dal leader, sono verosimilmente tagliati fuori.

La frazione di domani, da Ortona a Chieti, sarà interessante almeno quanto quella di oggi: negli ultimi 55 (dei 230 totali) ci sarà da scalare il Passo Lanciano, molto impegnativo per essere affrontato in marzo, quindi dopo la picchiata ci sarà un doppio, durissimo, strappo a Chieti a decidere le sorti della tappa. Ipotizzabile che la Omega Pharma di Kwiatkowski lasci spazio a una fuga di comprimari (per togliere a qualche rivale del capoclassifica l'uzzolo di andare in cerca di abbuoni: oltre che all'arrivo, ci sono traguardi volanti a Lettomanoppello - ai piedi di Passo Lanciano - e poi in cima al primo strappo teatino, a 5 km dalla fine).

Niente paura, ci penserà in ogni caso la mostruosa Sky vista oggi (inutile nascondersi dietro a un dito: con Cataldo e i due colombiani, Froome ha intorno una formidabile batteria di gregari da salita) a prendere in mano le redini del gioco. Nibali, il terzo incomodo, tra la possibilità di un difficile attacco a lunga gittata e quella di tentare la sparata direttamente a Chieti, probabilmente opterà per questa seconda opzione (in fondo i veri obiettivi stagionali sono più avanti); un'opzione che in ogni caso lo scorso anno, su identico arrivo, lo portò a giocarsi la vittoria con Sagan, Kreuziger (che lo precedettero), Di Luca e Horner. Solo che 12 mesi fa la scalata a Passo Lanciano, pur prevista, saltò per il maltempo. Stavolta non dovrebbero esserci problemi, per cui le possibilità di un'affermazione per Vincenzo aumentano, in teoria. Bisognerà vedere quanto saranno d'accordo Froome, Contador, Rodríguez e gli altri.

Marco Grassi

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