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Tirreno-Adriatico 2013: Omega Pharma, intesa perfetta - La cronosquadre lancia Cavendish. Movistar e BMC sul podio

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Mark Cavendish taglia per primo il traguardo di Donoratico © BettiniphotoLa dolce e assolata Toscana che si era esibita sabato scorso nella Strade Bianche ha lasciato oggi il posto a una terra flagellata da vento e pioggia, che hanno copiosamente investito i 176 corridori impegnati nella cronosquadre d'apertura della Tirreno-Adriatico.

Una corsa ricca di nomi di spicco non poteva che cominciare con un volto celebre sul gradino più alto del podio odierno, e Mark Cavendish, che aspettavamo come protagonista domani in volata, non ha voluto perdere tempo, stringendo i denti per restare ancorato al treno Omega Pharma che, veloce, correva verso la vittoria di giornata, e sprintando per tagliare il traguardo per primo tra i suoi compagni. Il premio per tanto impegno è la maglia azzurra di leader della corsa, un simbolo del primato che il britannico, se non si distrae, potrà portare per un altro paio di giorni.

La formazione di Lefévère, guidata in ammiraglia da Davide Bramati, era tra le favorite per il successo nella prova contro il tempo, e ha fatto in pieno il proprio dovere, imponendosi anche abbastanza nettamente, visto che sui 17 km scarsi della tappa ha affibbiato 11" di distacco alla Movistar, sorprendente seconda, e 16 alla terza, la BMC che partiva anch'essa come una delle principali pretendenti alla vittoria.

Il ruolo da locomotiva di Tony Martin, unito all'ottima predisposizione del giovane Kwiatkowski, del (quasi ex?) crossista Stybar, del potente Terpstra, è risultato determinante per piegare le lancette alla volontà di una squadra che da tempo eccelle nella specialità. C'erano da battere fior di avversari, ma la Omega Pharma - come si suol dire - non ha fatto prigionieri; e proietta ora 5 dei suoi 8 uomini (i quattro appena citati e Cavendish, ovvero quelli arrivati insieme col tempo di 19'24") in vetta alla classifica.

Non ci si aspettava una prestazione così rimarchevole da parte della Movistar (l'anno scorso terz'ultima in questa stessa frazione), che invece - come a volte le capita - ha indovinato tutto e si è piazzata al secondo posto. Non mancano in effetti, nella formazione spagnola, passisti di ottimo livello (Castroviejo su tutti), ma il meccanismo messo a punto da Unzué si è rivelato preciso al millesimo; quel che non è stato invece per la BMC, che è parsa a tratti disunirsi troppo, evidenziando un non perfetto equilibrio tra le parti (ovvero tra un treno come Phinney e corridori meno portati per il cronometro), fatto che l'ha relegata sul gradino più basso del podio di giornata.

Le differenze, in classifica, ci sono eccome, a dispetto della lunghezza tutto sommato contenuta della prova. Se prendiamo come riferimento Cadel Evans, più accreditato anche rispetto a chi lo precede (Tony Martin di 16"; uomini come Visconti, Intxausti, Cobo, Capecchi, Amador e Castroviejo di 5) per stare in alta classifica fino alla fine della Tirreno, vediamo che l'australiano ha 3" su Moser, Sagan e Caruso (autori, con la Cannondale, di una cronosquadre molto positiva); 4 su Nibali, capitano dell'Astana (quinta al traguardo malgrado una caduta - di Gruzdev - che l'ha disorientata e ha rischiato di coinvolgere anche lo stesso Vincenzo); 9 sulla combriccola Sky (Froome con Henao, Urán e Cataldo); 13 su Contador (e Kreuziger); 19 su Cunego; 20 su Chris Horner, che ha pagato una brutta giornata per la RadioShack, finita decima malgrado la presenza di Cancellara; e ancora: 21" su Mollema (e Slagter), 28 su Joaquim Rodríguez, 38 su Daniel Martin, 48 su Poels, 49 su Nocentini e Pozzovivo, 50 su Rabottini e Garzelli e lo stesso vantaggio su Samuel Sánchez (Vini Fantini e Euskaltel hanno chiuso, praticamente appaiate, in fondo alla classifica).

La Tirreno non è il Giro, e guadagnare qualche secondo non è così scontato come può esserlo nei tapponi di montagna dei GT (anche se non mancheranno buone salite anche qui, nei prossimi giorni); quindi molto meglio averceli di vantaggio, questi secondi, sin dal primo giorno; peraltro, alcuni dei possibili protagonisti si ritrovano già decine di secondi da recuperare rispetto a Evans e a quelli che gli son vicini nella generale. E meno male che il maltempo qualcosa ha smussato, nelle differenze tra le varie formazioni: dovendo andare tutti un po' più piano, si è ridotto il gap tra i migliori e gli altri (i distacchi nel 2012 furono più marcati).

Note negative della giornata: la Orica, dominatrice 12 mesi fa, non è stata all'altezza di se stessa, chiudendo al sesto posto (e dire che la formazione era molto simile: c'era però un Cameron Meyer in più nel motore); Andy Schleck, in preoccupante involuzione, si è staccato dai suoi compagni della RadioShack a un paio di chilometri dal traguardo (chiudendo a 1'27" dalla Omega Pharma), e le voci sul suo conto continuano a sprecarsi: si allena, non si allena, ha altro per la testa... Brutto momento per lui, gli auguriamo di ritrovare gli stimoli giusti.

Tra gli staccati dai propri team, dobbiamo citare Gatto (1'17" il ritardo da Cavendish), Van Avermaet (1'22"), Vanendert (2'27"), Dombrowski (2'31"), Nuyens (2'43"), Démare (2'56"); magari qualcuno di loro ha un po' risparmiato la gamba, e proverà a sparare qualche cartuccia nei prossimi giorni. Domani, da San Vincenzo a Indicatore, la seconda tappa sarà lunga ben 230 km, ma a parte questo, non ci saranno difficoltà di sorta. Il volatone è quasi certezza, saprà Cavendish onorare al meglio la maglia azzurra di leader della Tirreno-Adriatico, o troverà qualche sprinter in grado di mettergli i bastoni tra le ruote?

Marco Grassi

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