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Tour Down Under 2013: Gerrans, proprio un Patriot Act - Vince nell'Australia Day. Slagter, mani sulla corsa

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Simon Gerrans complimentato da Tom Jelte Slagter al traguardo di Old Willunga Hill © BettiniphotoCi stava eccome che, nel giorno dell'Australia Day, festa nazionale del paese che ospita il Tour Down Under, fosse uno dei più rappresentativi corridori di casa a lasciare un timbro sulla corsa. Il caso (o forse non il caso?) ha voluto che la tappa regina del TDU, quella con l'arrivo in salita di Old Willunga Hill (dove l'anno scorso Alejandro Valverde precedette Simon Gerrans) capitasse proprio nel giorno di festa; e che l'australiano che era stato protagonista - benché sconfitto - 12 mesi fa fosse nuovamente lì, sul luogo del delitto, a chiudere questo conticino con il passato e a regalare un sorriso in più al suo paese.

Simon Gerrans, se avessimo dovuto dar retta a quanto visto nei giorni scorsi, non sarebbe rientrato nel novero dei favoriti di giornata. Tra cadute di squadra e ritardi accumulati qua e là, il sorprendente vincitore della Sanremo 2012 sembrava lontano dal livello di forma esibito a gennaio di un anno fa; e invece non solo ha vinto, non solo ha infiammato il pubblico nel giorno più atteso, ma si è anche tolto la soddisfazione di ricevere, da parte di un giovane emergente del gruppo (quello Slagter che gli è arrivato alle spalle ma che ha conquistato la leadership della corsa), il riconoscimento di essere uno dei "capoccia" del plotone: Slagter aveva infatti dimostrato già a Stirling di avere la velocità per imporsi in uno sprint duro; e la maniera con cui è venuto fuori nel finale lasciava presagire che potesse vincere anche questa tappa; probabilmente l'avrebbe fatto, se non avesse voluto omaggiare il padrone di casa, quasi smettendo di pedalare alla fine, rinunciando al colpo di reni, voltandosi addirittura indietro durante la volata a due.

"Se faccio un favore a Gerrans, è uno di quelli che hanno il potere di ricambiarlo, eventualmente dovessero presentarsene le condizioni". In parole brutte e povere, il ragionamento è tutto qui; e poi TJS (ecco subito pronto l'ultimo acronimo del ciclismo, Tom Jelte Slagter) aveva già di che festeggiare, considerando che, tra vantaggio sugli inseguitori e abbuono al traguardo, era ormai sicuro di andare ad indossare la maglia ocra di leader sopra a quella multicolor di miglior giovane, esibita fino ad oggi.

Dalle dietrologie dell'arrivo un passo indietro, e torniamo alla partenza della McLaren Vale-Old Willunga Hill, quinta tappa del Tour Down Under, lunga 151 km e sicuramente la più significativa della settimana. Vari tentativi di fuga in avvio (visto anche Visconti in azione), finché al km 22 son partiti in 7: De Gendt, Marczynski, Mouris, Lodewyck, Boaro, De Kort e Watson. Il vantaggio che il non ferreo controllo degli Sky del leader Geraint Thomas ha permesso al drappello di guadagnare fino a 4'39", vantaggio toccato a 70 km dalla fine. Il tempo, per gli attaccanti, di giocarsi i due traguardi intermedi (De Gendt-Mouris-Boaro sul primo, Marczynski-Watson-De Kort sul secondo), che il gruppo, con l'importante lavoro della Blanco di Slagter, si è riportato a ridosso.

De Gendt, sicuramente il più blasonato tra i 7, appena ha sentito vicino l'odore degli inseguitori, ha tentato un allungo da solo, ai 26 km; due chilometri più avanti, all'inizio di Old Willunga Hill (la salita veniva affrontata una prima volta prima dell'arrivo), ci ha provato il suo compagno Marczynski, ma anche lui non ha avuto fortuna; e a metà dei poco più di 3 km di scalata la Movistar ha rotto gli indugi, lanciando all'attacco Capecchi e Herrada, in vista di un possibile affondo di Javi Moreno (che era il terzo della generale). I due "telefonisti", insieme al francese Bonnafond, hanno preso e superato Marczynski (gli altri erano già stati riassorbiti), quindi su di loro si è portato anche Roelandts, a completare un quartetto che ha monopolizzato le attenzioni per l'intero giro del circuito che avrebbe riportato la corsa a Old Willunga Hill.

Il vantaggio sul gruppo, lievitato fin quasi a 30", è stato annullato da Astana, Sky e soprattutto da una RadioShack molto interessata a mettere il suo Machado (ottavo in classifica) nelle migliori condizioni per colpire. E infatti, dopo un'ultima trenata di Bennett nel tratto iniziale della salita, e mentre il quartetto di battistrada, ormai in disarmo, veniva raggiunto, proprio Machado si è mosso, andando dietro a un buon Santaromita (il quale pensavamo si muovesse in ottica Gilbert, ma invece l'iridato proprio non s'è visto, ha poi chiuso al 61esimo posto a 3' dai primi). Ai due si è aggiunto Peter Velits, mentre Boasson Hagen tirava il gruppo in una maniera che lasciava ipotizzare una buona gamba, ancora una volta, del suo capitano (in questa corsa) Thomas.

Ai 1600 metri l'atteso attacco di Moreno è andato in scena, anche se lo spagnolo non aveva più compagni che, davanti a sé, potessero fargli da appoggio; poco male, Javier ha fatto la sua sparata, seguito dal connazionale Valls, e ha ripreso il terzetto ai 1400 metri; ma 200 metri dopo Gerrans, riemerso dalle negatività dei giorni scorsi, si è mosso in prima persona, raggiungendo quelli che erano davanti a lui e ripartendo in tromba; Moreno si è agganciato a quello che prometteva di essere un ottimo treno, ma ai 400 metri il rientro prepotente di Slagter ha rimescolato le carte.

L'olandesino ha aumentato l'andatura, e Moreno ha perso metri; la volata si è così risolta nella sfida tra Gerrans e TJS, e come è andata a finire l'abbiamo spiegato sopra. Moreno è transitato al terzo posto 10" dopo i primi due, a 12" è passato Jon Izagirre, a 13 Machado, e a 16 un gruppetto con (nell'ordine) Keldermann, Gorka Izagirre, Valls, Pietropolli e Hermans. Per l'italiano la conferma di essere un protagonista - magari poco appariscente, ma sempre presente - di questa edizione della corsa, nella cui classifica è risalito dall'undicesima all'ottava posizione. Se domani (ipotizzando lo sprint massivo) dovesse ottenere un piazzamento molto migliore di Gorka Izagirre, potrebbe superarlo, visto che i due - così come Kelderman, che però ha una somma di piazzamenti peggiore di quella di Pietropolli - hanno lo stesso distacco (32") da Slagter.

Il ribaltone operato dal nuovo leader si salda alla piccola débâcle di Thomas (17esimo di tappa a 28" da Gerrans): e i 5" di ritardo che l'olandese aveva ieri dal gallese si sono tramutati in un vantaggio di 13" su Moreno, nuovo secondo della generale; al terzo posto c'è Hermans a 25", quindi Jon Izagirre a 28, Thomas e Machado a 29, il terzetto con Pietropolli a 32, e l'esperto Veikkanen che chiude la top ten a 37" daTJS.

I 90 km che domani ad Adelaide chiuderanno il Down Under 2013, divisi in 20 giri del circuito cittadino, non cambieranno nulla, a meno di cataclismi. Greipel avrà la possibilità di ottenere la terza affermazione in volata; Ferrari e (perché no) Guardini saranno tra quelli che avranno il compito di provare a impedire un tale epilogo.

Marco Grassi

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