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Campionati Italiani Cross 2013: Lo scudo tricolore di Capitan Fontana - Marco Aurelio stravince. Lechner, Arzuffi e Gariboldi tra le donne

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Marco Aurelio Fontana festeggia il 5° titolo italiano vestito da Capitan America © BettiniphotoUno che ha da poco conosciuto Valentino Rossi non poteva esimersi dal festeggiare il quinto titolo tricolore nel ciclocross con una vera e propria esibizione. Marco Aurelio Fontana, l'unica medaglia del ciclismo italiano uscita dai Giochi di Londra, andato a podio in Coppa del Mondo domenica scorsa in quel di Roma, si presenta sul rettilineo di Vittorio Veneto tutto solo, senza volate da lanciare o avversari da dover contenere.

È sul rettilineo finale che Marco Aurelio cerca un amico, lo trova con lo sguardo e si fa passare uno scudo, quello di Capitan America. Il simbolo sullo scudo è quello di Marco Aurelio Fontana, il Campione italiano lo esibisce tutto fiero (tagliato il traguardo indosserà anche la maschera di Capitan America). Il messaggio non è travisabile: a Louisville, Stati Uniti d'America, Marco Aurelio ci sarà.

Era stato in dubbio se partecipare o meno ai Mondiali ma dopo la prestazione romana e la forza esibita quest'oggi (senza dimenticare il fatto non trascurabile che la squadra di Fontana, la Cannondale Factory Racing, è statunitense) tutti i dubbi sono stati sciolti. «Mondiali sì, Mondiali sì - afferma deciso Marco Aurelio ai microfoni di Raisport - mi sono preparato molto quest'inverno. Con questa condizione voglio fare il Mondiale, questo è il significato di questa esultanza con lo scudo di Capitan America. Quindi sì, ci sarò».

Al di là di ogni riflessione - siamo di fronte ad un corridore che non è esclusivamente crossista ma sarà impegnato più avanti anche nella MTB - un Marco Aurelio Fontana con questa gamba sarebbe quasi impossibile da lasciare a casa da un Mondiale. Se a Roma il biker di Giussano era stato autore di una gran rimonta e, con un po' di fortuna (l'incidente meccanico di Vantornout), era salito sul podio, oggi Fontana non ha avuto esitazioni.

Il circuito di Vittorio Veneto è fangoso e reso pesantissimo dalle forti piogge riversatesi fino alla mattinata. Molti, tra cui Daniele Pontoni, vedono in Enrico Franzoi il favorito, superiore anche a Fontana. Al via scatta però più forte di tutti Mirko Tabacchi, che con la sua divisa della Forestale si porta in testa da solo. Fontana è poco dietro, con Silvestri e Franzoi, che s'incarica dell'inseguimento.

Nemmeno mezzo giro che Fontana dà gas, riporta Franzoi sotto ed annulla il timido tentativo iniziale di Tabacchi. Non pago, Marco Aurelio se ne va, lasciando Franzoi a 15" e Tabacchi ancor più indietro. La gara termina qui, nonostante una caduta di Fontana (nulla di grave, il successo non sarà mai messo in dubbio), nonostante i corridori gareggino per ben più di un'ora, nonostante con un terreno ed un percorso bello, intrigante, impegnativo come quello di Vittorio Veneto non si possa mettere la parola fine se non una volta tagliato il traguardo. Ma Fontana guadagna giro dopo giro sul diretto rivale Enrico Franzoi. Alla fine il veneto accuserà 32" di ritardo mentre la medaglia di bronzo che finirà al collo di Mirko Tabacchi, distante ben 2'43". Fabio Ursi a 3'19" e Rafael Visinelli a 4'43" ai piedi del podio.

Un podio già scritto in partenza, c'era solo da scegliere tra le due "f" di Fontana e Franzoi, in una gara decisa sin dal primo giro, dal primo scatto di Fontana. Uno che sa quello che vuole, uno che ci ha pensato ha deciso e ad inizio febbraio in quel di Louisville ci sarà. Ed allora lo scudo di Capitan Marco Aurelio sarà più utile agli avversari.

Nella mattinata si è svolta la gara delle ragazze, dove non si sono messe in evidenza supereroine ma i pronostici sono stati rispettati. Tra le Élite podio militarizzato, con tre ragazze dell'Esercito a medaglia. Vittoria di Eva Lechner, che si conferma Campionessa italiana, vestendo il quarto tricolore nel ciclocross. Alle sue spalle Vania Rossi, staccata di 1'30", che approfitta di una caduta e di un salto di catena di Valentina Scandolara, che senza problemi era all'inseguimento della Lechner.

Sia chiaro, la bolzanina di Appiano ha subito fatto il vuoto e nessuna è riuscita ad avvicinarla, se non a gara finita, ma la Scandolara era la prima inseguitrice. Con l'argento di Vania Rossi l'atleta veronese si deve accontentare del bronzo, concludendo la prova a 2'35" dalla vincitrice. Seguono Francesca Cucciniello, Nicoletta Bresciani, Ilenia Lazzaro e Krizia Ruggieri, quest'ultima a un giro.

Nessun dubbio sulla vincitrice neppure tra le Under 23, dove un'Alice Maria Arzuffi esultante a suon di urla fa suo il titolo italiano. La Arzuffi si è messa alle spalle Elena Valentini, a 1'31", mentre Francesca Cauz, che correva in casa, agguanta il bronzo, chiudendo a 1'33". Deborah Soligo chiude ai piedi del podio, con Jasmine Dotti, Martina Fumagalli e Federica Minguzzi a completare la graduatoria. Tra le Juniores, infine, la grande favorita era Chiara Teocchi ma è stata Rebecca Gariboldi ad imporsi davanti a Beatrice Camatta e Jenny Fontana.

Girando tra tutte le categorie, uomini e donne, più o meno cresciuti, alla fine si giunge sempre a quel cognome, Fontana, come il ragazzo che a Vittorio Veneto si travestì con la maschera e lo scudo del supereroe e che, nato il 12 ottobre 1984, l'America non la scoprirà di certo ma potrebbe senza dubbio riconquistarla, e con essa una medaglia iridata. Il sogno dell'Italia, almeno, è questo.

Francesco Sulas

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