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L'intervista: Nel 2013 più forti che in passato - Scinto: «Di Luca? Non rientra nel budget»

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La vittoria di Matteo Rabottini al Giro d'Italia è uno dei momenti più esaltanti del 2012 della Farnese Vini © Perthnow.com.au

Dal grande Giro delle Fiandre di Filippo Pozzato, all'impresa sulle montagne del Giro d'Italia di Matteo Rabottini, passando per le volate di Andrea Guardini: il 2012 della Farnese Vini-Selle Italia è stato un anno che ha portato molte soddisfazioni e s'è chiuso con un ottimo bottino di 17 vittorie e ben otto corridori diversi capaci di salire almeno una volta sul podio (in sei hanno anche vinto). Guardando questi numeri la formazione di Angelo Citracca e Luca Scinto regge tranquillamente il confronto con molte formazioni del World Tour oltre che con praticamente tutte quelle di pari categorie, le Professional.

La squadra toscana è reduce dal primo mini-raduno in vista della stagione 2013, una densa due giorni a San Baronto: non ci poteva quindi essere un momento migliore per fare un bilancio dell'attività della squadra nel 2012 e un'analisi di quello che potrà essere nel 2013; a parlare è ovviamente il "Pitone" Luca Scinto, l'anima tecnica della formazione.

Com'è andato questo primo raduno?
«È andato molto bene, sono state due giornate utilissime per ritrovarsi, conoscersi e creare amalgama nel gruppo. È stato un incontro importante anche perché abbiamo iniziato a stilare i primi programmi, sono state effettuate le prime visite generali e abbiamo discusso di metodi di lavoro, di tutte le possibili problematiche ed anche dei regolamenti, compreso quello interno al team. Tutte cose le solite cose che si devono fare prima di iniziare la stagione».

Parlando di programmi, dopo questo raduno cosa vi aspetta?
«Avremo due ritiri veri e propri uno a dicembre e uno a gennaio, faremo poi dei test specifici per quei corridori che devono iniziare subito bene la stagione mentre sul fronte gare esordiremo in Sudamerica alla Vuelta al Táchira in Venezuela (dall'11 al 20 gennaio, anche se la corsa non figura ancora nei calendari UCI per piccoli problemi amministrativi, ndr) e quindi al Tour de San Luis in Argentina (21-27 gennaio)».

Rispetto all'ultimo anno nell'organico ci sono molte novità, su 22 corridori ben 10 saranno nuovi.
«Vero, ma penso che dopo un po' di anni sia anche normale fare un po' di rinnovamento. Mi dispiace un po' perché tra chi non è stato confermato c'erano dei ragazzi che avrebbero meritato di rimanere ancora con noi per qualità tecniche ed umane, purtroppo questo periodo di crisi è così e dobbiamo fare scelte che si riflettano bene nel futuro. In ogni caso sono convinto di avere una rosa bellissima e fortissima, anzi, penso che possa essere veramente la più forte degli ultimi anni: non avremo corridori come Pozzato e Guardini, ma sono arrivati tanti ciclisti di valore».

Oltre che forte, sulla carta la squadra sempre anche molto completa.
«Verissimo, era proprio quella la nostra intenzione. Al posto di Guardini, infatti, è arrivato un altro velocista con caratteristiche simile, meno giovane, ma sono convinto che Francesco Chicchi è un corridore che se gestito, motivato e preparato nel modo giusto ci può garantire un bel numero di successi, non dico una decina ma sei o sette sì. Anche Taborre è un corridore che può dare tante e poi vorrei citare anche Rafael Andriato di cui non si parla molto, ma è un bel talento, forse attualmente è il corridore di maggior spessore del Brasile e al primo anno da professionista ha vinto subito due corse; lo stesso Murilo Fischer parlava molto bene di lui e noi abbiamo deciso subito di bloccarlo».

Tra gli ingaggi per la prossima stagione ci sono anche diverse scommesse interessanti, quali aspettative avete?
«I neoprofessionisti Miletta e Pozzo dovranno solo crescere, imparare dai più esperti e abituarsi alla nuova categoria. Poi c'è Monsalve che è un bel corridore, è ancora molto giovane ma pur non avendo corso molto ha fatto vedere cose interessanti. Sono sicuro che Mauro Santambrogio ci darà belle soddisfazioni e può essere un punto di riferimento sia nelle corse in linea che in quelle a tappa. La vera sorpresa della stagione, però, secondo me sarà Mauro Finetto, ho molta fiducia di rivederlo in alto. Tra l'altro io ho sempre detto che un corridore giovane non dovrebbe passare troppo presto in una World Tour perché il rischio di bruciarsi è alto, guardate Finetto, addirittura è arrivato a smettere un anno. I fatti mi sembra che spesso mi diano ragione, poi adesso i giovani dovrebbero capire ancora di più questo fatto perché con questa storia dei punti spesso vengono scaricati molto presto se non fanno risultati e sono costretti a tornare giù tra le Professional, per me sarebbe invece molto meglio fare sempre dei passi in avanti. Però capisco che questo dipenda molto anche dalla mentalità dei singoli».

Nel 2013 avrete in squadra anche un corridore di un paese come Panamá senza tradizione ciclistica.
«Ramon Carretero è anche lui molto giovane, farà 22 anni solo tra pochi giorni, ma è un cronoman già ben inquadrato. Solo il fatto che una squadra come la Movistar abbia messo gli occhi su di lui facendolo correre nella squadra Continental dice molto; poi ha una grande voglia di mettersi alla prova in corse di più alto livello, vedremo come crescerà».

Il vostro obiettivo principale della stagione sarà il Giro d'Italia, però una Professional come voi deve sempre aspettare le Wild Card. Come si vive l'attesa?
«Per tutte le squadre non è mai facile pianificare la stagione perché si possono fare piani e programmazioni ma poi tutto dipende sempre dagli inviti che vengono decisi dagli organizzatori delle singole corse. Da parte nostra possiamo dire di averci sempre messo il massimo impegno e penso di avere una squadra che piace molto alla gente, al pubblico, ai tifosi e questo può essere un punto a nostro favore per gli organizzatori...»

E in più quando vincete, non lo fate mai in un modo "banale".
«Ecco, questo è l'altro punto. Negli ultimi anni al Giro abbiamo avuto Gatto che batte Contador, Guardini che batte Cavendish e la spettacolare fuga di Rabottini a Pian dei Resinelli. Io cerco sempre di trasmettere alla squadra il mio carattere e la nostra filosofia è di provarci sempre, di dare spettacolo: in un gruppo come il nostro le motivazioni non mancano mai e nelle nostre tattiche cerchiamo sempre di mettere anche la fantasia quando bisogna attaccare e così arrivano magari anche delle vittorie inaspettate per molti. È questo che piace alla gente».

Piace talmente tanto che tra qualche ora salirà su un palco di ritirare il premio di miglior direttore sportivo della stagione.
«È un riconoscimento che mi fa un piacere grandissimo. Sono ambizioso, ci tengo a fare sempre meglio ed è bello che gli sforzi vengano apprezzati».

Torniamo un attimo al Giro d'Italia, il prossimo anno ci sarà la tappa di Firenze che potrebbe piacervi molto.
«Quella è una tappa fantastica, sarà tutta nella nostra Toscana, è impegnativa, paesaggi grandiosi e alla fine il circuito del mondiale. Se saremo al Giro quel giorno le motivazioni saranno a mille».

Rispetto a quest'anno ci sarà qualche differenza nella preparazione? Abbiamo avuto l'impressione che nell'ultima stagione siate arrivati un po' stanchi alla seconda parte.
«Dei cali sono naturali nel corso dell'anno, poi nei primi mesi siamo stati invitati a molte grandi classiche e abbiamo voluto ringraziare gli organizzatori onorando sempre al massimo ogni singola corsa. Comunque credo che siamo stati protagonisti per tutta la stagione e anche l'avvicinamento al Giro d'Italia è andato secondo i programmi: chi ha fatto tutte le classiche era ovviamente più stanco ma faccio notare che le vittorie sono arrivate da due corridori con cui avevamo preparato in modo specifico proprio la corsa rosa. Quest'anno probabilmente Oscar Gatto staccherà un po' prima per essere più brillante al Giro, con 22 corridori comunque possiamo amministrare meglio il programma e saremo competitivi tutto l'anno».

Un'ultima domanda che probabilmente le avranno fatto in molti nell'ultimo periodo. In giro si parla molto di un vostro interesse per Danilo Di Luca, sono solo voci o c'è qualcosa di concreto?
«Sì, effettivamente le voci le ho sentite anche io. Per il momento però posso dire che non c'è assolutamente nulla anche perché nel nostro budget non ci sono i soldi per ingaggiare un corridore come Di Luca». 

Sebastiano Cipriani

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