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Caso Armstrong: Tra Commissione e stati generali UCI - E domenica tutti al Pat Resignation Day | Cicloweb

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Caso Armstrong: Tra Commissione e stati generali UCI - E domenica tutti al Pat Resignation Day

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Pat McQuaid in cammino. Lontano dal ciclismo, si spera © BettiniphotoGli stati generali e la commissione indipendente. Due concetti che rappresentano la summa dell'inutilità dell'UCI, prendono forma in queste ore, in vista della loro prossima messa in atto. L'Unione Ciclistica Internazionale, per bocca del suo amabile presidente Pat McQuaid, ha annunciato oggi che sta per partire "un'ampia consultazione che coinvolga tutte le parti interessate in questo sport". 

Tale consultazione, esterna e indipendente rispetto al lavoro della commissione (di cui parliamo sotto), sarà lanciata nel primo trimestre del 2013, e guarderà ai modi con cui "portare a miglioramenti duraturi per affrontare questioni di interesse all'interno del ciclismo e lavorare insieme per costruire un futuro luminoso".

 L'illuminato Pat ha detto che «tutte le parti interessate saranno invitate a partecipare a questa consultazione, che esaminerà anche misure per proseguire il processo di globalizzazione, promuovere una partecipazione ancora più ampia e modi per rendere questo sport ancora più interessante per gli spettatori. Dobbiamo lavorare tutti insieme per recuperare il danno che la vicenda Armstrong ha indubbiamente rappresentato per il nostro sport».

È quindi da escludere che le tesi di chi trova malfatta la globalizzazione in atto (processo che peraltro è ben lungi dall'essere compiuto e avvalorato dai fatti, dato che i movimenti sudamericano e oceanico non versano in ottime condizioni, per non parlare della deriva di quello tradizionale europeo) trovino spazio in un consesso - quello di questi stati generali - che in partenza pare già ben orientato su determinate dinamiche molto care ad Aigle. Qualcuno potrà mettere in discussione sin dalle fondamenta quanto fatto dall'UCI negli ultimi 20 anni? Difficile, per non dire impossibile.

McQuaid ha una grande fiducia in se stesso oltre che nel ciclismo: «Anche se è assolutamente giusto che la Commissione indipendente indaghi il passato e faccia raccomandazioni per il futuro intorno alle questioni di doping, il nostro sport è di molto di più di questo. Abbiamo visto quest'anno ai Giochi Olimpici di Londra che il ciclismo è uno degli sport più popolari al mondo, sia per i partecipanti che per gli spettatori, e ha un futuro luminoso. Questo è ciò su cui la consultazione si concentrerà».

Nell'attesa che i consulenti mettano per iscritto quanto è bello e ben gestito il ciclismo, e quanto è cattivo Lance Armstrong, l'UCI vive anche l'attesa per l'insediamento dell'annunciatissima e strombazzata Commissione. John Coates, presidente del Consiglio Internazionale di Arbitrato per lo Sport (ICAS, organo che supervisiona all'operato del TAS), è stato incaricato di segnalare i nomi che andranno a formare tale commissione, che avrà il compito di esaminare le varie questioni e affermazioni contenute negli incartamenti USADA in merito alla vicenda Armstrong.

Questa commissione sarà composta da tre membri: il presidente sarà un avvocato anziano, il secondo sarà un ragioniere forense (che sarà raccomandato dal presidente), e il terzo sarà un amministratore esperto di sport. Tutti e tre i membri saranno indipendenti dal ciclismo. E i nomi sono già stati raccomandati da Coates (che oltre a tutto è pure presidente del comitato olimpico australiano) all'UCI, che ne sta al momento valutando la disponibilità a ricoprire un tale incarico.

Questi nomi saranno resi noti non appena la Commissione sarà formalmente convocata, e la relazione finale di quest'organo, con tanto di raccomandazioni conclusive, saranno pubblicate entro il 1° giugno 2013.

Altre esternazioni (non richieste) di McQuaid: «Seguiremo alla lettera le raccomandazioni di Coates; lo scopo di questa commissione indipendente è quello di esaminare le conclusioni della relazione USADA e, infine, di trarre conclusioni e raccomandazioni che consentano all'UCI di ripristinare la fiducia nello sport del ciclismo e nell'UCI stessa come suo organo di governo».

Il presidente dell'Unione Ciclistica Internazionale è tornato anche qui a parlare di quanto sia luminoso il futuro del popolare ciclismo, affermando che «coloro che definiranno tale futuro si possono trovare nell'attuale generazione di corridori che hanno scelto di dimostrare che si può competere e vincere pulito».

Quali poteri taumaturgici possa mai avere la commissione, in presenza della stessa dirigenza internazionale che ha portato il ciclismo al ridicolo, non è dato scoprirlo, dalle dichiarazioni di Pat. Il quale ha anche qualche nuova gattina da pelare, ultimamente. Ad esempio i due milioni di danni chiesti da un'azienda, la Skins, sponsor tecnico (per l'abbigliamento) di squadre come la Orica, la Rabobank, la Lotto, la Europcar, la NetApp, oltre alla nazionale neozelandese. Tale marchio rivendica un danno d'immagine non indifferente, causato dalla stessa UCI, definita un regime corrotto e non credibile. Ma anziché lasciare il ciclismo, prova a forzare la mano al cambiamento.

Tema che anima anche una campagna che in internet sta assumendo contorni sempre più rilevanti, soprattutto all'estero (si sa che l'Italia si attiva più lentamente...): si chiama Pat Resignation Day, ne trovate traccia su Facebook e su Twitter (hashtag #PatResign), e mira a reclamare le dimissioni del presidente UCI previo invio di massa di email di protesta domenica 11 novembre, all'indirizzo di McQuaid (pat.mcquaid@uci.ch). Il messaggio, semplice e diretto, è PAT COME BACK HOME! Come non appoggiarlo?

Marco Grassi

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