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Caso Armstrong: Commissione Grandi Tresche - L'UCI che finge di indagare su se stessa. Non riassegnati i Tour di Lance

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La Commissione d'inchiesta dell'UCI © www.stefanoriccardi.itTutti all'erta, arriva la Commissione Grandi Rischi (anzi, Grandi Tresche) del ciclismo. L'UCI, sempre alle prese con il caso Armstrong, ha visto riunirsi oggi il suo Management Committee, in pratica un comitato di gestione, o meglio ancora un comitato digestione, visto che all'ordine del giorno c'era la ricerca di un modo per metabolizzare lo scandalo piovuto dall'USADA sul nefasto ente di Aigle.

La prima decisione presa dal già famigerato comitato è che le vittorie tolte a Lance non saranno riassegnate ad alcuno, e che una tale misura, da qui in poi, varrà per ogni squalifica che in futuro interesserà ancora il periodo dal 1998 al 2005. Una triste ammissione del fatto che in quel periodo, che viene definito dal comunicato UCI "nero, coperto da una nuvola di sospetto", tutti si dopavano (come ha già fatto sapere la WADA nei giorni scorsi). Certo, sarà anche interessante andare a fare una ricerca relativa ai pomposi proclami provenienti dall'Unione Ciclistica Internazionale riguardo al doping limitato, combattuto, quasi sconfitto in quegli anni. Oddio, no, non occorre, basta leggere i pomposi proclami riguardo al doping limitato, combattuto, quasi sconfitto ai giorni nostri: sono gli stessi, speriamo che anche l'esito non sia identico...

Intanto possiamo sin da subito affermare l'assurdo di un albo d'oro con un buco nero di 7 anni, una ridicolaggine possibile solo nel ciclismo e che basta da sola a qualificare in tutto e per tutto l'operato di chi questo sport l'ha gestito in questi anni. Che le classifiche non vengano riscritte è almeno una notizia buona per chi gestisce database di risultati ciclistici...

Oltre ad aver perso i Tour, Armstrong (come anche gli altri coinvolti nel caso) sarà tenuto a restituire i premi in denaro guadagnati in quella lunga fase di carriera; chissà se la Commissione (che verrà insediata nella prima settimana di novembre) chiederà all'UCI di restituire a sua volta le generose donazioni che il texano e il suo entourage fecero a più riprese a beneficio dell'Unione Ciclistica Internazionale. Coerenza lo vorrebbe.

Ma coerenza vorrebbe pure che Hein Verbruggen venisse rimosso dalla poltronissima di presidente onorario dell'UCI (e la proposta oggi è stata pure avanzata da qualche testa calda del Committee), e invece l'olandese continuerà serenamente a fregiarsi del titolo e dei relativi onori (almeno fino a nuovo ordine).

La Commissione, quindi, il piatto forte prodotto dalla riunione di oggi a Ginevra: sarà del tutto indipendente, assicurano, studierà l'intero incartamento USADA e soprattutto il coinvolgimento dell'UCI nella vicenda. E darà i suoi responsi entro il 1° gennaio 2013. Dobbiamo attenderci un Capodanno di fuoco, o solo di fumo (negli occhi)? Più probabile (per non dire certa) la seconda ipotesi; però c'è già la ragionevole sicurezza che dal 2013 in avanti tutti quelli che verranno coinvolti in casi di doping non troveranno più spazio nel ciclismo, nemmeno in ruoli di contorno. Attendiamo di sapere se la Commissione renderà retroattiva questa norma, in quel caso il 2013 sarà veramente l'anno zero e potremmo ritrovarci (nel 2014 o già a stagione in corso?) la famosa superlega del professionismo, visto che, così a naso, personaggi come Riis o Vaughters non molleranno facilmente la presa sul ciclismo.

Nei prossimi giorni intanto conosceremo i nomi dei membri della Commissione, e già questo ci aiuterà a capire meglio quale grado di efficacia potrà avere il lavoro di tale organo. Le dichiarazioni del presidente McQuaid non ci fanno avere fiducia, visto che si tratta della solita fuffa («È stato un periodo nero ma oggi tutto è cambiato», questo il succo del discorso), e soprattutto sembra del tutto fuori discussione la possibilità di una presa di responsabilità da parte dei maggiorenti dell'UCI (tra l'altro, è da segnalare che vengono sospese le azioni legali contro il giornalista Paul Kimmage, che aveva accusato l'Unione Ciclistica Internazionale di corruzione. Anche McQuaid e Verbruggen non procederanno in proprio).

Per ora su tutta la questione sospendiamo il giudizio, in ogni caso. In fondo il 1° gennaio non è lontano. Lo è molto di più l'idea di giustizia dal palazzo di Aigle.

Marco Grassi

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