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Vuelta a España 2012: JRO e i garage, l'amore continua - Rodríguez su Contador al Mirador de Ézaro

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Joaquim Rodríguez, per lui seconda vittoria di tappa in questa Vuelta a España © BettiniphotoJoaquim Rodríguez forse non la vincerà, questa Vuelta 2012, ma sta veramente facendo di tutto e di più per non lasciare nulla di intentato, a partire dall'eccezionale inesorabilità con cui mette a frutto le sue doti di arrampicatore numero 1 sulle cosiddette rampe di garage, che gli organizzatori della corsa iberica, come d'abitudine, hanno sparso a piene mani lungo il percorso del terzo GT dell'anno.

È meno forte di Contador e Froome a cronometro e sulle salite lunghe, ma non si lascia intimidire dal pensiero dei tapponi che verranno, e conscio di quel che potrà magari perdere (o che ha già perso nella prova contro il tempo di ieri) ha badato a guadagnare il più possibile sui terreni a lui più consoni. E non c'è di che stupirsi, quindi, che stasera, dopo la tappa forse più joaquimiana di questa Vuelta, con arrivo al Mirador de Ézaro di Dumbría, il catalano sia praticamente all'apice. Le frazioni dei prossimi giorni sono più adatte ai suoi avversari, ma lui già al Giro ha dimostrato di sapersi difendere in maniera eccellente anche nelle tappe più dure, per cui possiamo anche pensare che più di tanto non attaccherà, ma non siamo autorizzati a dare per scontato che, ai Lagos o a Cuitu Negru, ad Ancares o alla Bola, JRO salti.

Per quanto visto finora, si direbbe che il suo avversario principale sia Alberto Contador, che continua a non vincere (anche oggi secondo, alle spalle dello scatenato Rodríguez), ma che gravita sempre in zona, distanziato di pochi secondi in classifica e accompagnato dall'impressione che possa, alla lunga, mettere in tavola l'asso che per forza deve avere nella manica (altrimenti sarebbe Contador?).

La dodicesima tappa è partita a gran ritmo, malgrado un vento contrario che ha a tratti spazzato il gruppo; la corsa è rimasta chiusa per 75 km, prima che una fuga a quattro riuscisse finalmente a evadere; ma in una giornata in cui era chiaro che la Katusha avrebbe fatto di tutto per mettere il suo capitano nelle condizioni di colpire, il destino degli attaccanti poteva dirsi segnato sin dall'inizio. E anche se Moinard, Astarloza, De Weert e Cameron Meyer (questi i fuggitivi) sono arrivati ad avere 7'10" di vantaggio massimo dopo un centinaio di chilometri di tappa, la loro azione è sempre vissuta su un che di predeterminato. Predeterminato al peggio, ovviamente.

In ogni caso, la Katusha ha avuto il suo bel daffare per limare il gap dai battistrada, i quali a 25 km dalla conclusione avevano ancora 4' di vantaggio sul gruppo. L'intervento della Movistar è risultato perciò determinante, per abbattere in maniera decisa il ritardo, tanto che il distacco è sceso a 1'30" quando, a 10 km dalla fine, il plotone ha perso un bel po' di pezzi per un ventaglio (già prima c'erano stati degli staccati, o addirittura ritirati, come Daniele Ratto per problemi fisici, e Xabier Zandio per una caduta in cui si è fratturato il setto nasale).

Col contributo degli Sky e per un breve tratto anche dei BMC (Gilbert voleva provare a tenere i migliori: non ci è riuscito), alla fuga sono state tolte tutte le speranze di arrivare in porto; e all'imbocco della salita finale, 2 km assassini con punte del 30% di pendenza (e un doppio tornante non su asfalto, ma su cemento zigrinato), non rimaneva che mezzo minuto a Meyer e soci. Astarloza ha provato a forzare, trovandosi per un attimo da solo in testa, ma è stato poi raggiunto dallo stesso Meyer e poi dagli uomini di classifica, che naturalmente si sono involati.

Ecco, gli uomini di classifica: dopo un po' di trenare dei Rabobank nella prima metà del muro (o del Mirador, se preferiamo), e dopo un timido allungo di Jeannesson, è stato Igor Antón a rompere gli indugi, ai 1100 metri. Il basco non è però riuscito a scavare chissà quale solco, e quando ai 900 metri Rodríguez è a sua volta scattato, seguito da un attento Contador, il corridore della Euskaltel è stato rapidamente raggiunto e superato, così come i citati Astarloza e Meyer appena qualche metro dopo.

Alle spalle della nuova coppia al comando Froome è stato quello, tra gli uomini di alta classifica, che ha reagito peggio, non riuscendo a tenere il ritmo del compagno Henao, che provava a riportar sotto un trenino in cui Valverde era certo ben più brillante del britannico, tanto da forzare e riportarsi a un passo dai battistrada ai 600 metri. Ma a quel punto Contador, fin lì passivo, ha dato un bel cambio a Rodríguez, permettendo così all'azione di riprendere quota e facendo rimbalzare nuovamente indietro il murciano. Alberto sapeva benissimo che da un momento all'altro sarebbe arrivata la stoccata di Purito, ma per lui, ancora una volta, era importante distanziare gli altri, Froome in primis.

Puntualmente, Rodríguez ha dato il la al suo affondo a poco meno di 200 metri dal traguardo, e col suo stacco ha nettamente distanziato il capitano della Saxo Bank, che infatti ha chiuso al secondo posto a 8" dal vincitore della tappa (otto secondi che diventano dodici con gli abbuoni); Valverde è arrivato lì appresso, a 13" da JRO, mentre un Gesink in crescita ha tagliato il traguardo a 20" dal primo, precedendo di 3" Froome e Dani Moreno. Antón, Roche e Niemiec sono passati in settima, ottava e nona posizione, davanti a un terzetto formato da Verdugo, Henao e Nocentini (a 36"), che a sua volta ha anticipato di 3" un altro terzetto con Tiralongo, Mollema e Capecchi. Alla voce "altri" va segnalato un Cunego che dà qualche segnale di risveglio: il veronese ha pagato 52" ma è riuscito a stare nei 20 di tappa (per la precisione 19esimo, giusto davanti al compagno Anacona).

La classifica vede al comando, per il nono giorno consecutivo, Joaquim. Il vantaggio su Contador è salito da 1" a 13", mentre Froome scivola a 51" e Valverde a 1'20". Regolare e sempre quinto Gesink (a 2'59"), e poi a seguire Moreno, Roche, Talansky, Ten Dam e Mollema a completare la top 10. Capecchi ha recuperato tre posizioni (dopo il rovescio della crono che l'aveva spinto fino al 16esimo posto) e ora è tredicesimo; Nocentini, 17esimo, è l'altro italiano in top 20.

Domani la Santiago de Compostela-Ferrol si presterà a fughe da lontano o ad un'ennesima soluzione in volata; da sabato inizia la serie dei cosiddetti tapponi (in sequenza avremo gli arrivi di Puerto de Ancares, Lagos de Covadongas e Cuitu Negru), e lì tutte le carte dovranno essere definitivamente messe in tavola. Al momento le azioni di Froome sono in picchiata, ma occhio a dare per finito il capitano della Sky. Le condizioni di Chris sono indipendenti dalla crescita di forma che sta invece evidenziando Gesink, che nelle prossime frazioni troverà terreno buono per gambe in salute. Ma è inutile dire che il motivo d'interesse è rappresentato principalmente dalla sfida tra Contador e Rodríguez, al di là di quel che avverrà alle loro spalle; e non è peccare di retorica sostenere che un corridore come JRO, che ha vinto la Freccia Vallone, si è giocato il Giro ed ora fa lo stesso con la Vuelta, è definitivamente diventato uno dei grandi del ciclismo di questi anni.

Marco Grassi

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