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Giro del Veneto - Coppa Placci 2012: Gatto, un calcio alla sfortuna - Oscar sprinta davanti a Valencia e Sella

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Oscar Gatto esulta dopo la vittoria al Giro del Veneto © Bettiniphoto

Al Gran Premio Carnaghese la fortuna non era stata dalla parte di Oscar Gatto perché ad poche centinaia di metri dal traguardo, quando si trovava molto ben collocato nelle prime posizioni, è finito a terra picchiando abbastanza forte un polso: per Gatto una caduta così, dopo aver rovinato la corsa di Carnago, rischiava di compromettere tutto il finale di stagione. Ma una volta accantonato il rischio di possibili fratture Gatto s'è rimesso subito in sella e dopo appena 48 ore s'è preso subito una bellissima rivincita andando a vincere il Giro del Veneto-Coppa Placci. Tra l'altro nel 2011 Gatto era riuscito a vincere sempre la corsa abbinata alla Coppa Placci, in quell'occasione il Giro di Romagna.

Per il corridore veneto della Farnese Vini-Selle Italia questo è il primo successo stagionale, un acuto cercato, voluto e meritato anche perché nella prima parte di stagione Gatto non era certo andato piano: non si contano le sue forature o problemi meccanici nelle fasi topiche di molte corse, poi forse per onorare al meglio tutti gli inviti ricevuti dalla sua squadra per le classiche è arrivato un po' troppo stanco al Giro d'Italia, ma adesso sta ritrovando la condizione migliore e questa vittoria lo può sbloccare. Ma se da una parte oggi Gatto ha centrato la prima vittoria del 2012, dall'altro c'è la Farnese Vini di Citracca e Scinto che invece è salita a quota sedici: notevole il fatto che a salire sul gradino più alto del podio siano stati ben sei corridori diversi contro i quattro (ma 21 i successi totali) del 2011.

La parternship proposta in questa stagione tra il Giro del Veneto e la Coppa Placci ha portato alla creazione di una corsa dal chilometraggio veramente importante, ben 233 chilometri: una distanza da grande classica e che quindi può essere molto indicativo in vista degli appuntamenti di prestigio del mese di settembre. Il chilometraggio e la prospettiva di più di cinque ore in sella, però, non hanno spaventato i corridori che sono andati forte fin dall'inizio ed alla fine sono riusciti a sganciarsi in fuga ben 24 corridori: Stortoni, Sella, Corioni, Di Paolo, Reda, Gatto, Proni, Giordani, Bosisio, Kuriek, Maggiore, Valencia, Dodi, Barla, Kusztor, Uchima, Tabini, Hirt, Kern, Rossi, Giallorenzo, Isgandarov, Shushemoin e Kulimbetov. Con così tanti uomini in testa e quasi tutte le squadre rappresentate, i battistrada sono riusciti a prendere il largo e sono stati loro a giocarsi la vittoria finale della corsa.

Sul circuito finale con la doppia scalata del Colle dell'Osservatorio in testa alla corsa sono iniziati gli scatti e s'è creare una bella selezione. La Farnese ha provato a tenere un ritmo alto con Giordani e Proni ma un attacco di Stortoni ha fatto saltare tutti i piani: nonostante diversi tentativi di allungo, anche in salita Oscar Gatto è sembrato il corridore più fresco ed in forma visto che non ha mai avuto problemi ad accodarsi e a tenere la situazione sotto controllo.

Alla fine s'è formato un gruppetto di otto uomini: oltre a Gatto c'erano Stortoni, Sella, Shushemoin, Kusztor, Reda, Bosisio e Valencia. Poco prima degli ultimi 1000 metri Alexandre Shushemoin ha provato a sorprendere tutti ma Sella è stato lesto a mettersi in scia ed alla fine il kazako ha praticamente tirato la volata ai compagni di fuga: Emanuele Sella ha provato a partire lungo dalla seconda posizione ma Oscar Gatto s'è dimostrato nettamente più forte di tutti gli altri e ha vinto con ampio margine sul traguardo di Imola. In seconda posizione s'è piazzato il giovane colombiano Juan Pablo Valencia, in rimonta ma lanciatosi da una posizione troppo arretrata: difficilmente avrebbe potuto battere Gatto, ma visto lo sprint gli avrebbe potuto certamente dare un po' più di filo da torcere; terza posizione invece per Emanuele Sella che regala all'Androni di Gianni Savio un podio fondamentale in ottica Campionato Italiano a Squadre, la challenge che può garantire un invito al prossimo Giro d'Italia.

Sebastiano Cipriani

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