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Vuelta a España 2012: Rodríguez come un gigante - Batte Froome, si rafforza come leader. Contador soffre | Cicloweb

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Vuelta a España 2012: Rodríguez come un gigante - Batte Froome, si rafforza come leader. Contador soffre

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Joaquim Rodríguez sulla rampa di Jaca: sullo sfondo si intravede Froome © BettiniphotoNon è mai giorno di scampagnata, alla Vuelta, se c'è almeno una salitella su cui inventarsi qualcosa. Anche a Jaca abbiamo conferma di una corsa accesissima, in cui la battaglia tra i big non langue mai, e saremo ripetitivi, ma gli organizzatori meritano un plauso per questa sequela di arrivi in salita, che anche quando sono in salitella (come oggi) non mancano di farci divertire.

Merito anche di una serie di corridori realmente in palla, chi più chi meno, i quali finora o hanno trovato terreni ideali per emergere (ci riferiamo ad esempio a Rodríguez o a Valverde) oppure hanno innato il gusto dell'attacco (Contador e Froome, tantopiù che quest'ultimo corre finalmente senza vincoli di squadra). Il risultato è che il pubblico apprezza, applaude, si appassiona, aspetta con ansia il prossimo capitolo di questo scontro che fin qui sta sorridendo, tra tutti i citati, a Joaquim Rodríguez.

Purito ha vinto oggi dopo essersi fatto beffare da Valverde al fotofinish di Eibar, e dopo aver comunque conquistato la maglia rossa già due giorni fa a Valdezcaray. Con i pochi ma buoni secondi guadagnati al traguardo, sommati all'abbuono, il catalano della Katusha ha anche rafforzato la leadership, e anche se di secondi sempre si tratta (10" su Froome e 36" su Contador, che sono i più vicini), sicuramente il buon Joaquim andrà a letto più tranquillo rispetto a ieri (quando un solo secondo lo divideva dal kenyano della Sky).

Oggi la tappa ha visto dapprima una fuga a 5, partita al km 10 con Van Leijen, Maaskant, Weening, De Gendt e Zeits, ed evolutasi nel giro di soli 2 km con il rialzarsi di Zeits e il rientro, da dietro, di Vandewalle. Il fatto che tra i 5 ci fosse quel De Gendt, corridore forte e bizzarro (nel senso che va a prendersi attacchi a cui altri magari non pensano) che si è fatto conoscere a tutti col terzo podio conquistato al Giro, ha convinto le squadre dei big (Movistar e Katusha soprattutto) a non lasciare troppo spago all'azione. Anche se il belga della Vacansoleil era lontano in classifica (a oltre 7'), nessuno voleva lasciargli assegni in bianco.

Sicché il vantaggio degli attaccanti ha oscillato al massimo intorno ai 4' (a 50 km dal traguardo), senza dare ai 5 la possibilità di almeno provare a resistere al furioso ritorno del gruppo nei 30 km conclusivi. De Gendt, proprio lui, l'aria l'ha annusata abbastanza presto, se è vero che già sulle prime rampe della facile (ma lunga) salita di Puerto de Oroel, a 32 km dalla conclusione, ha piazzato un primo allungo in testa, facendo fuori Van Leijen. Intanto la Movistar con Quintana iniziava a lavorare ai fianchi tutti gli avversari di Valverde, limando al contempo gran margine rispetto agli attaccanti. Agli uomini di Unzué hanno dato il cambio intorno ai -23 i Saxo Bank di Contador, che così svelavano la volontà anche oggi aggressiva del loro capitano.

Ai 18 km, e cioè a 2 dalla vetta dell'Oroel, De Gendt ha dato un altro colpetto, e ciò è stato troppo per Maaskant, Vandewalle e Weening, che nell'ordine si sono staccati. Ma al belga, scollinato da solo al Gpm, non rimanevano da amministrare che 50": un po' pochini, considerando che dopo la rapida discesa verso Jaca la solita Movistar ha trenato in maniera notevole. Thomas è stato raggiunto ai 5 km, poi il ritmo di Intxausti ha fatto dei bei danni, ma è stato soprattutto il passaggio degli Sky davanti negli ultimi 3 km a mandare in tanti a gambe all'aria.

Prima (e soprattutto) Henao, poi anche Urán, hanno messo tutti alla frusta, e abbiamo visto gettare la spugna tra gli altri Antón ai 2 km, Mollema e Gesink poco dopo, quindi all'altezza dell'ultimo km anche Cobo. Ma ormai il traguardo era lì, e quindi era anche tempo che quelli interessati a vincere la tappa si facessero vedere.

Froome ha rotto gli indugi ai 500 metri, con uno scatto violento che non ha trovato la risposta di Valverde né (attenzione!) di Contador, mentre Purito ha fatto il suo, e si è messo prontamente in scia al capitano della Sky. Lo spunto di Joaquim ha fatto il resto, visto che ai 300 metri, prendendo una curva all'interno, il catalano è scattato per lo sprint, distanziando il rivale di quei metri che non sono stati più colmati, e che si sono misurati, al traguardo, in 5" secondi. Valverde è transitato 10" dopo JRO, Contador invece in quei 500 metri ha pagato la bellezza di 19", e ha chiuso portandosi in scia Capecchi (ancora molto bravo) e Urán. Settimo e ottavo di giornata due "azzurrabili" come Nocentini a 25" e Santambrogio a 28" (stesso distacco di Roche nono).

Male gli olandesi, con Gesink decimo a 33" (di poco davanti a Henao, Cobo e Talansky) e Mollema 21esimo a 51". Antón ci ha rimesso 57" come Anacona, mentre il compagno di quest'ultimo Cunego ha vissuto una giornata difficile (solo 34esimo a 1'33": teniamo monitorate le sue prestazioni principalmente perché dovrebbe essere lui uno dei capitani dell'Italia al Mondiale di Valkenburg).

La classifica è sempre corta benché più delineata, come accennavamo in apertura: 10" per Froome e 36" per Contador, dalla maglia rossa Rodríguez. Gli altri: Urán si dimostra più che una spalla per Froome (è quarto a 42"), Gesink resta comunque al quinto posto (a 54", così come Valverde sesto), Roche a 1'04" precede Mollema (a 1'12") e Dani Moreno (a 1'17"), mentre Cobo chiude la top ten a 1'34". Capecchi è sedicesimo a 2'06", ma senza la famosa caduta sulla strada per Valdezcaray sarebbe molto probabilmente anche lui in top ten. Nulla gli vieta, comunque, di recuperare in classifica, e quanto abbiamo fin qui visto ci dice che Eros ha molte possibilità di risalire la generale.

Non domani, presumibilmente, visto che la Huesca-Alcañiz chiamerà all'opera ancora i velocisti; ma sabato lo sconfinamento ad Andorra ci porterà un altro traguardo in quota. Come si diceva ai tempi: restate sintonizzati!

Marco Grassi

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