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Giro di Turingia 2012: Longo Borghini, assolo da grande - Elisa, vittoria di forza a Schmölln. Arndt resta in maglia gialla

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Elisa Longo Borghini arriva tutta sola a Schmölln, ottenendo una vittoria pesantissima © thueringenrundfahrt-frauen.de

Assolo, e come sennò? Così Elisa Longo Borghini ha quasi sempre vinto tra le Juniores e nelle categorie inferiori, staccando le avversarie, godendosi gli applausi, prendendoli tutti per sé con quelle braccia aperte, come di chi vuole volare. Ebbene, Elisa vola e la vittoria di Schmölln, quinta tappa del Thüringen Rundfahrt, suona come una gran bella consacrazione per l'atleta ornavassese.

Figlia della fondista Guidina Dal Sasso e di papà Ferdinando, sorella di Paolo, uno dei gregari più fidati di Ivan Basso, Elisa non vuole essere ricordata come "figlia di" o "sorella di", vuole scolpire le sue imprese sull'asfalto, o sulle pietre. Del resto, quando una 19enne al debutto tra le Élite esordisce con un 5° posto all'Het Nieuwsblad, sfidando la futura capitana Emma Johansson sul pavé, si capisce che oltre alla famiglia c'è di più.

Passata quest'anno passa dalla Top Girls all'Hitec Products-Mistral Home di Emma Johansson ha mostrato subito grandi progressi che ora sono sotto gli occhi di tutti. Facendo la gregaria ad un argento olimpico Elisa carpisce un segreto qui, uno là, insomma studia da campionessa. Sembra banale ma è così. Il 9° posto al Giro d'Italia, con tanto di maglia bianca di miglior giovane, fa da antipasto ad un Thüringen Rundfahrt corso sempre nelle prime posizioni.

Ieri avevamo chiamato un'atleta che interrompesse il dominio delle tedesche nelle prime cinque giornate di gara (Kupfernagel nel prologo, doppia Teutenberg e doppia Worrack, con Arndt pure in maglia gialla); avevamo pensato in realtà ad Emma Johansson, che avrebbe potuto riprendersi la maglia gialla. Ecco invece la gregaria di lusso, ecco che il talento ce l'avevamo in casa.

Elisa arriva a Schmölln con 34" su Visser e Daams, dopo aver staccato Malgorzata Jasinska sull'ultima salita ed aver incrementato il vantaggio a tal punto da essere stata maglia gialla virtuale per alcuni chilometri. Si dovrà accontentare, oltre che della vittoria di tappa, della maglia di miglior giovane, di miglior scalatrice, del premio della combattività e della consueta birra offerta alle ragazze che occupano il podio. Scusate se è poco.

Il percorso di 101 km che si snoda attorno alla cittadina di Schmölln è piuttosto duro, con una salita da ripetere cinque volte. Spazio per fare selezione, insomma, ce n'è eccome. Infatti nell'arco di 10 km il gruppo esplode e se ne vanno 13 atlete: Elisa Longo Borghini, Amanda Spratt, Sarah Düster, Isabelle Söderberg, Marijn De Vries, Marta Bastianelli, Olga Zabelinskaya, Janneke Kanis, Mascha Pijnenborg, Evelyn Arys, Sari Saarelainen, Tetyana Riabchenko e Beate Zanner. Su di loro rientrano dopo il primo Gpm Malgorzata Jasinska, Anna-Bianca Schnitmeier e Romy Kasper.

Dopo il secondo Gpm, su cui transita per prima la Longo Borghini (era accaduto anche nella prima scalata), la situazione davanti cambia. Il gruppo maglia gialla è a 1'45" e le battistrada si ritrovano in 14: Elisa Longo Borghini, Sarah Düster, Isabelle Söderberg, Marta Bastianelli, Malgorzta Jasinska, Olga Zabelinskaya, Romy Kasper, Janneke Kanis, Anna-Bianca Schnitzmeier, Mascha Pijnenborg, Evelyn Arys, Sari Saarelainen e Beate Zanner. Orica-GreenEDGE e Specialized-Lululemon sono le più attive dietro per contenere il vantaggio delle quattordici ma il loro vantaggio sale verso i 2'30". Sul penultimo Gpm transita per prima ancora Elisa Longo Borghini ma da dietro il gruppo recupera ed il vantaggio scende a 1'30".

Le battistrada iniziano a studiarsi e sulle prime rampe dell'ultimo Gpm scatta Sarah Düster. L'attacco della tedesca della Rabobank è un fuoco di paglia mentre lo scatto di Malgorzata Jasinska fa male a molte, praticamente a tutte. La sola a provare a tenere il ritmo della simpatica polacca è la Longo Borghini, che in un primo momento pare dover cedere. La 20enne della Hitec sale però del suo passo e recupera i 25" di gap alla Jasinska. Dietro troviamo una decina di atlete a 1'22", si muovono Visser e Daams.

Ma ecco il momento decisivo della gara: Elisa Longo Borghini raggiunge e supera Malgorzata Jasinska, forse partita un po' troppo presto; la polacca guidata in ammiraglia da Luisiana Pegoraro perde 35" dall'atleta dell'Hitec che transita per prima anche sull'ultimo Gpm (Daams e Visser alle sue spalle). A questo punto mancano tre chilometri al traguardo di Schmölln, i più lunghi della vita per Elisa. Devono passare lenti per la 20enne ornavassese ma alla fine passano ed ecco servita una gran vittoria.

Alle spalle della Longo Borghini si piazzano Adrie Visser e Jessie Daams a 34", quindi Mascha Pijnenborg a 47", poi Düster, Arys, Schnitzmeier, Bastianelli, Zanner e Zabelinskaya a 51". Il gruppo maglia gialla, regolato da un'altra giovane italiana promettentissima, Elena Cecchini (la '92, un argento ed un bronzo agli Europei su pista di Anadia, è una realtà a ben vedere), giunge con un ritardo di 1'11". Judith Arndt mantiene la maglia gialla con un vantaggio di 5" su Trixi Worrack, 8" su Emma Johansson, mentre la Longo Borghini passa in un sol balzo dal 12° al 7° posto (il distacco dalla Arndt è di 1'01").

Domani ultima tappa, 106 km nel circuito attorno a Zeulenroda-Triebes, con la salita di Göhren-Döhlen da ripetere quattro volte. Chi volesse provare a far saltare il banco troverebbe terreno ideale, magari quella Emma Johansson che avevamo chiamato ieri e che ha un ritardo più che risibile dalla Arndt. Si vedrà strada facendo, certo è che questa è stata la giornata di Elisa Longo Borghini.

Una vittoria pesante, pesantissima, che la consacra ormai tra le grandi, anche se il lavoro da svolgere è ancora tanto. Non è la prima tra le Élite di Elisa, aveva vinto già lo scorso 13 maggio a Montignoso davanti ad Alena Amialiusik in una volata a due; gran risultato, se si considera che la bielorussa sta tenendo il passo di Marianne Vos e compagnia al Tour en Limousin. Era sì un'affermazione importante proprio perché si trattava della prima tra le Élite ma confermarsi al Giro (pur senza vittorie di tappa) ed al Thüringen, mettendosi alle spalle tutte le più forti o quasi, è davvero una consacrazione.

Elisa è forte su ogni terreno, se affinasse lo spunto veloce porterebbe a casa più trofei ma se la soluzione è andarsene da sola fino al traguardo il problema non si pone di certo. Non crede ancora a questa vittoria, Elisa, ma una volta ricevuto il proverbiale pizzicotto realizzerà tutto, continuando a vestire i panni della ragazza umile, forte, sempre tesa al miglioramento e discretamente pessimista su se stessa (siamo pronti a scommettere che stamane abbia dichiarato di non stare poi così bene...) che conosciamo da sempre.

Il futuro dell'Italia del pedale, insieme a Cecchini, Ratto, Confalonieri e non solo, è in mano a lei. L'aspettiamo per la prossima giornata no, cui seguirà inesorabilmente una bella vittoria. Con arrivo in solitaria, sennò che Longo Borghini sarebbe?

Francesco Sulas

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