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Tour de France 2012: Nibali è arrivato fin dove ha potuto - Un po' di delusione ma podio importante

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Vincenzo Nibali sul traguardo di Peyragudes. Al siciliano non si poteva chiedere di più © BettiniphotoCon i Pirenei se ne vanno anche i sogni gialli di Vincenzo Nibali. Sogni che ad essere onesti non sono mai stati vicinissimi alla realizzazione ma il siciliano della Liquigas, tappa dopo tappa, ci aveva fatto credere e sperare che almeno avrebbe provato a spezzare il duopolio Sky. Alla fine non c'è riuscito e l'ultima tappa pirenaica l'ha respinto mostrando tutta la forza della Sky che a questo punto pare destinata ad arrivare dove nemmeno l'invincibile US Postal era mai arrivata, piazzando due suoi uomini ai primi due posti.

L'ultima volta che è accaduto al Tour correva l'anno 1996 con la Telekom di Riis e Ullrich a dominare ed anche in quell'occasione la vittoria fu decisa dall'ammiraglia. Ma torniamo a Vincenzo Nibali ed al suo Tour partendo dalla tappa odierna. La recita di ieri che gli aveva praticamente assicurato il podio, vista la conseguente débâcle di Evans, ci aveva fatto ipotizzare per lui o ad una corsa aggressiva alla caccia del secondo gradino del podio o ad una tappa di conserva a difesa di quel podio che non vede salirci un corridori italiano da ben sette anni, quando Ivan Basso pareva ormai pronto a raccogliere l'eredità più pesante della storia del Tour, quella di Lance Armstrong. La tappa di oggi era l'ultima occasione anche per centrare un successo di tappa ed era questo l'obiettivo che sembrava più alla portata. L'inizio della tappa portava in questa direzione con una Liquigas attenta nelle prime fasi di gara e con Nibali addirittura in fuga scendendo il Col de Menté.

Certo un po' per caso, vista la discesa bagnata e le nuvole basse che limitavano la visibilità, due elementi che hanno fatto emergere anche senza volere le sue doti in discesa, ma era comunque un segnale chiaro alla Sky, quasi a dire 'guardate che ci sono e posso sorprendervi', ma anche un avviso ai fuggitivi, ai quali pareva dire 'se oggi volete vincere dovete fare i conti con me'. Dopo qualche km assieme ai fuggitivi è servita tutta la diplomazia di Valverde per far rialzare Nibali, visto che la Sky era compatta all'inseguimento ed il destino dei fuggitivi ormai segnato. Una volta rialzatosi Nibali ha aspettato che in gruppo tornassero i suoi uomini e poi ne ha messi un paio in testa al gruppo a tenere sotto controllo il vantaggio dei fuggitivi.

La Liquigas ha preso decisamente in mano la situazione nell'avvicinamento al Port de Balès, una volta in salita però qualcosa ha cominciato a non tornare: a fare il ritmo c'era Nerz e non Basso e Valverde ha così ripreso a guadagnare secondi e si è arrivati così fino in cima, con chi si appettava un Nibali aggressivo che è rimasto deluso. Basso è entrato in scena sull'ultima salita e a quel punto si poteva ipotizzare un ritmo elevato come ieri in vista di un attacco di Nibali ma anche stavolta nulla, per smuovere la situazione c'è voluto uno scatto di Vanendert. Da questo momento in poi i big della classifica hanno gettato la maschera ed il volto di Nibali era uno dei più sofferenti e lo stesso dicasi per la sua pedalata.

Ecco che d'improvviso ci è apparso chiaro come il ritmo blando prima di Nerz e poi di Basso fosse una scelta voluta. Una volta trovatosi in difficoltà Vincenzo non ha perso la calma ed è andato su con l'orgoglio, riuscendo a limitare i danni a soli 18" da Wiggins e Froome, anche se quelli dal nativo di Nairobi sarebbero potuti essere almeno il doppio. Può una giornata mezza storta cambiare il giudizio sul Tour di Nibali? La risposta è no. Basti pensare che è stato l'unico in queste tre settimane di corsa ad attaccare veramente, è stato l'unico a provare ad insidiare gli Sky, è stato l'unico in lotta per il podio fino ad oggi ed è stato l'unico che a parte oggi è sempre arrivato al traguardo con i migliori.

Questo podio per Vincenzo sa di consacrazione, non scopriamo certo oggi che è un campione e la vittoria alla Vuelta ed i podi al Giro lo dimostrano, così come le ottime prestazioni nelle Classiche. Però il Tour è il Tour e saperlo effettivamente uomo da podio dà una nuova luce alla sua carriera. Il prossimo anno Nibali cambierà squadra e lascerà una Liquigas che se da un alto lo ha fatto crescere nel migliore dei modi, spesso e volentieri lo ha lasciato al suo destino, lavorando per altri capitani o come accaduto spesso ai Tour e questo non fa eccezione, presentandosi con una squadra lontana da quelle presentate al Giro.

Questo Tour in casa Liquigas è certamente positivo per le tre vittorie di Sagan e per il podio di Nibali ma la squadra non ha dimostrato quella compattezza che si poteva ipotizzare. D'accordo che il grosso del lavoro toccava alla Sky ma quelli che dovevano essere i migliori uomini per Nibali in salita, Szmyd e Basso, o non si sono visti per niente come il polacco, ormai destinato a cambiare aria senza rimpianti, o hanno avuto un ruolo marginale o poco più come Basso che alla fine solo nella tappa di ieri è stato realmente utile a Nibali, mentre oggi viste anche le difficoltà di Nibali si è limitato a condurre il gruppo.

Basso ha dato sicuramente tutto per Vincenzo ma una volta a casa si renderà conto lui stesso di non aver offerto una grande prestazione. Alla luce del poco supporto ricevuto e di un percorso decisamente sfavorevole a Nibali non si poteva chiedere di più, quello che doveva fare lo ha fatto ed anche bene. Nessun rimpianto e tanti applausi per questo grande Tour di Vincenzo Nibali.

Vincenzo Piccirillo

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