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Giro della Valle d'Aosta 2012: Colpo Manfredi, spianata la salita - A Champdepraz prende tappa e maglia. Aru terzo nella generale

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L'arrivo solitario di Andrea Manfredi a Champdepraz © Photo Scanferla

Era giunto il momento di iniziare a far sul serio al Giro della Valle d'Aosta edizione 2012 e nella seconda frazione di 160 chilometri, che proponeva il primo arrivo in salita a Champdepraz (preceduto dalla lunga scalata al Col de Joux) qualcosa è successo. Due le notizie rilevanti: la prima che Fabio Aru si candida autorevolmente a cercare il prestigioso bis nella generale (l'ultimo a riuscirci fu Marco Marzano); la seconda è che l'Hopplà si propone come formazione antagonista nella lotta per il primato. Se qualcuno però poteva vedere nel campione italiano Manuel Bongiorno il naturale antagonista di Aru, la tappa odierna ci ha fatto intendere come in realtà un'altra bella carta da giocare era in serbo nel team giallo fluo-nero. 

Questa è stata infatti la giornata di Andrea Manfredi, ventenne toscano di professione grimpeur, che già nella scorsa stagione, da primo anno, seppe dare bella mostra di sè al Giro delle Valli Cuneesi (che si disputerà a breve tra l'altro), conquistando la maglia di miglior giovane. Quest'oggi però il battesimo è stato ben più importante, poichè vincere in una frazione del genere è tanta roba e non può che esserci curiosità per le risposte in merito che potranno darci le successive tappe, dal momento che per lui quest'oggi è arrivato un bel pieno di maglie (miglior scalatore, classifica a punti ma soprattutto maglia gialla di leader della generale). Un'affermazione decisa, voluta e di grande tenacia, qualità quest'ultima che non fa certamente difetto in Manfredi che, durante il GiroBio del mese scorso, fu protagonista di una brutta caduta nella tappa che si sarebbe poi conclusa sul Terminillo, dove finì contro un muretto a circa settanta all'ora. La sua corsa si trasformò in un calvario, portato avanti stoicamente fino al giorno del Gavia, dove abbandonò. L'assenza di fratture evidenziata dagli esami successivi ha poi fatto sì che potesse riprendere l'attività ed il ritorno ad ottimi livelli sulle strade valdostane è quanto di meglio ci si potesse augurare.

Neanche quindici chilometri di gara e subito la giornata diviene interessante: prima che venga affrontato il primo Gpm di Perloz, si forma infatti subito in testa un drappello di 13 atleti con alcuni nomi importanti, tra cui anche alcuni dei delusi della frazione di ieri, come i francesi Domont e Turgis ed il belga Smeyers (staccati di circa un minuto e mezzo dagli altri favoriti sul traguardo di Arvier). Oltre a loro fanno parte del drappello anche la coppia dell'Hopplà costituita da Merolese e Brundo, Bertazzo della Trevigiani, lo statunitense Wilson, il rumeno Grosu della Progettociclismo, Simone Sterbini della Palazzago, l'americano Bush della Chipotle e il belga Druyts dell'Omega Pharma. La situazione però muta dopo pochi chilometri in quanto Wilson è vittima di una caduta senza gravi conseguenze e sulla testa si porta anche la coppia della Zalf costituita da Berlato e Toniatti, il belga Vervaecke e Fausto Masnada della Colpack, autore di una bella azione per riportarsi sul drappello al comando. Immediatamente i quindici battistrada guadagnano circa un minuto sul gruppo, dal quale escono all'inseguimento anche Bazhkou della Palazzago (interessato ad incamerare punti per difendere la leadership nei Gpm), Bescond e Vimpere della nazionale francese, Wastyn della Bofrost e Van Rooy della Belisol (successivamente esce in avanscoperta anche il lituano Siskevicius). Gli inseguitori però non riescono a recuperare terreno dai primi, dove Domont nel frattempo conquista i primi gran premi della montagna (dopo Perloz il transalpino è primo anche a Montjovet), che mantengono su di loro un vantaggio prossimo ai due minuti mentre il gruppo scivola a 8'03" in prossimità del cinquantesimo chilometro, massimo vantaggio raggiunto dai battistrada.

Vista la situazione è la Leopard TREK a prendere in mano la situazione, conducendo l'inseguimento che consente al plotone di riassorbire coloro che avevano cercato di riportarsi sulla testa senza successo. Superato lo sprint intermedio di Chambeve, dove il rumeno Grosu si avvantaggia per conquistare i punti che gli consentono di divenire leader della classifica dei traguardi volanti, si arriva così alla lunga e ostica ascesa al Col de Joux: Grosu prevedibilmente cede ed in testa si forma un vivace quartetto composto da Masnada, Sterbini, Vervaeke e Lutsenko, che approcciano i primi chilometri di scalata con circa 3 minuti di vantaggio sul gruppo dei migliori. Man mano che le rampe del Joux si fanno sentire però la situazione si mantiene in fieri, col gruppo in forte rimonta ed il drappello di fuggitivi della prima ora che si sfalda progressivamente, lasciando solamente i già citati quattro battistrada a comporre la testa. Sterbini non regge più il passo dei compagni d'avventura mentre dal gruppo nasce un'azione promossa da cinque atleti, che man mano si riportano sui primi: autori dell'iniziativa Manfredi dell'Hopplà, Penasa della Zalf, Morton della Chipotle, Smeyers della Ovyta e Edmondson della Colpack. La situazione si fa particolarmente interessante per il team bergamasco, in superiorità numerica a questo punto, ma in prossimità della vetta sono Manfredi, Penasa e Vervaeke a forzare, guadagnando qualche secondo su tutti gli altri mentre il gruppo principale paga un gap superiore ai due minuti e mezzo.

Al traguadro mancano a questo punto una trentina di chilometri e nella discesa del Joux si scatena Penasa (l'atleta della Zalf si conferma corridore interessante), che riesce a staccare gli altri e a guadagnare una ventina di secondi, salvo però venire raggiunto dal resto dei contrattaccanti in prossimità di Verres.  Si arriva così ai dieci chilometri dal traguardo, con l'ascesa a Champdepraz arbitra delle sorti della tappa e la situazione che vede al comando Manfredi, Penasa, Lutsenko, Smeyers, Edmondson e Masnada con ancora 3 minuti sul gruppo, nel quale non c'è più il leader Kamyshev che perde definitivamente contatto lungo l'ascesa finale. I sei in testa procedono con buon ritmo, distanziando definitivamente Morton e Vervaeke, che vengono poi raggiunti anche dal gruppo dei migliori, dove sono Aru, Bongiorno, Zilioli e Chernetskiy a forzare l'andatura. Viene superato anche il cartello dei meno cinque al traguardo e la situazione non muta ma dopo circa un chilometro avviene l'episodio decisivo: Manfredi scatta deciso ed in pochi metri nessuno riesce a tenere la sua ruota. Edmondson in un primo momento sembra provare a reggere il passo (l'inglese è interessato anche all'eventuale conquista della leadership) ma viene sopravanzato da Penasa che si getta al suo inseguimento. L'azione di Manfredi fa male ed in poco tempo il suo gap supera i 30" nei confronti di Penasa e arriva a sfiorare il minuto sulla coppia della Colpack. Passato anche il cartello dei -2 è ormai certo che nessuno riuscirà più ad impensierire il giovane toscano e così Manfredi è libero di involarsi fin sul traguardo, aumentando sensibilmente il suo vantaggio nei confronti di tutti gli altri inseguitori, cosa che gli consente anche di indossare meritatamente la maglia di leader.

Il primo dei battuti è il kazako Alexey Lutsenko, atleta che si conferma sempre più degno di attenzione, visto che pochi giorni fa era stato capace di concludere nei primi 10 il Gran Premio Nobili a Stresa con i professionisti: per lui piazza d'onore con un ritardo di 1'34". Il podio di giornata è completato da un generosissimo Masnada, primo anno già in ottima evidenza in più di un'occasione, che chiude a 1'42" mentre il belga Smeyers chiude al quarto posto a 2'. Ultimi chilometri di gara importanti anche per Fabio Aru, che riesce a staccare i diretti concorrenti e a prendersi la quinta posizione, distanziato di 2'40", seguono Penasa (6° a 2'47") e Edmondson (7° a 3'43"), entrambi andati in crisi nei chilometri conclusivi, poi Zilioli (a 3'52"), Formolo (a 4'10") e Chernetskiy (a 4'30") completano la top-ten. Bongiorno chiude invece appena fuori dai 10, 11esimo con un ritardo di 5 minuti e a questo punto potrebbe divenire una preziosa spalla proprio in supporto di Manfredi. Definitivamente saltati invece i francesi Domont e Turgis, protagonisti in fuga nella parte iniziale della tappa, i cui distacchi ora superano sensibilmente il quarto d'ora.

Manfredi diviene quindi il nuovo leader con 1'20" su Lutsenko e 2'12" su un Aru che risale prepotentemente in terza posizione e nelle prossime frazioni prevedibilmente darà battaglia per cercare di conquistare ancora una volta l'intera posta. Non lontano dal sardo è Penasa, 4° a 2'42" che potrebbe ancora dire la sua, mentre qualcosa ci si attenderà anche dai Colpack, unici a poter vantare ben tre corridori nella top ten della generale. Ulteriori risposte che potremmo avere già domani ai piani di Tavagnasco, secondo impegnativo arrivo in quota di questa edizione.

Vivian Ghianni

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