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Tour de France 2012: Pierrick FédriPau, un mago della fuga - Primo su Vande Velde e Voeckler. Domani riposo

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Pierrick Fédrigo batte Chris Vande Velde a Pau © BettiniphotoSe l'interessante tappa di Foix - seppur traviata da un finale disegnato forse da un Muppet - si era conclusa con un no contest tra i big della classifica, era scontato che la ben più piatta frazione di oggi, da Samatan a Pau, non offrisse grandi spunti a livello di lotta per la generale.

Il gruppo, dopo la misteriosa vicenda dei chiodi sul Mur de Péguère, ha voltato pagina, mettendo in cantiere un'altra tranquilla scampagnata ad andatura ridotta, non prima d'aver selezionato il gruppetto a cui lasciare spazio per la fuga, l'ennesima destinata ad andare in porto in questa Grande Boucle: con quella odierna, siamo alla sesta nelle ultime 8 tappe!

La fase iniziale, come quasi sempre accade, è stata molto battagliata, e tra i tanti tentativi d'attacco (tra i protagonisti anche Vinokourov e Schleck), uno sembrava avere i crismi per prendere il largo: ma Rui Costa, Millar, Grivko, Grabsch e Arashiro (quelli che lo componevano) non hanno avuto il sospirato placet. E quindi, ripresi loro, a meno di 100 km dal traguardo, su uno strappetto, si è mosso Voeckler.

Come attratti da un richiamo ancestrale (quello della fuga buona), Fédrigo e Devenyns si sono accodati a T-Blanc, e pure Vande Velde e Dumoulin. Stortoni, mossosi con un attimo di ritardo, non ci è riuscito; ci ha poi provato Nicki Sørensen, ma anche per lui sembrava non esserci gloria: il danese è rimasto per chilometri a un passo dal rientrare sui primi, lì a mezzo minuto, mentre quelli aumentavano il margine sul gruppo. Ma di rallentare per far rientrare il corridore della Saxo non se ne parlava.

Sicché un brillante stratagemma di Bjarne Riis, vecchia volpe dell'ammiraglia, ha risolto la questione: il team manager di Sørensen ha messo i suoi uomini in testa al gruppo, con la minaccia di far crollare il vantaggio dei fuggitivi (che era arrivato quasi a 6'). Capita l'antifona (se non fate rientrare Nicki veniamo a prendervi), i 5 hanno rallentato, Sørensen è rientrato, e la fuga - dopo un blando tentativo della Lotto di tenerla a bada - ha ripreso il volo (alla fine ci sono stati 11'50" tra il vincitore di tappa e il gruppo).

Sørensen, poi, nel finale ha anche provato a sorprendere i compagni di fuga, con due scatti a meno di 10 km dal traguardo. Ma l'attacco giusto l'ha messo a segno Fédrigo ai 6.6 km: solo Vande Velde è riuscito ad accodarsi all'atleta della FDJ, e la coppia ha guadagnato una ventina di secondi sugli altri, tra i quali Voeckler era quello che meno si dava pace, provando in tutti i modi a inseguire. Ma il margine guadagnato da Fédrigo e Vande Velde è stato ben amministrato dai due, che sono arrivati quindi allo sprint per la vittoria.

Vande Velde, correttamente, ha lasciato il più veloce Pierrick a prendere l'aria in faccia, ma il 33enne di Marmande non s'è scomposto, e, pur prendendo lo sprint in testa, ha vinto nettamente, come già aveva fatto a Pau due anni fa (in una tappa che veniva però dai Pirenei e nella fattispecie da Bagnères-de-Luchon, dove si andrà dopodomani). Terzo, a 12", è arrivato Voeckler, davanti a Sørensen, poi Devenyns e, più staccato, Dumoulin. Greipel su Farrar e Sagan ha vinto la volatina per il settimo posto, niente di realmente importante, ma qualche punticino per avvicinare un minimo il fenomeno slovacco nella graduatoria per la maglia verde. In quella per la maglia gialla, invece, nessuno avvicina nessuno, e Wiggins conferma i 2'05" sul compagno Froome, i 2'23" su Nibali, i 3'19" su Evans e i 4'48" su Van den Broeck.

Domani il gruppo (che oggi ha perso Chavanel, Hutarovich, Jérôme, Van Hummel e Bernaudeau, tutti ritiratisi) riposa, nell'attesa che si riparta da Pau per le salite pirenaiche, mercoledì. E nella speranza che, dopo aver recuperato qualche energia, torni in qualcuno la volontà di attaccare, sulla strada per Bagnères-de-Luchon.

Marco Grassi

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