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Giro Donne 2012: Spettacolo Vos, sospetti di bis - Marianne, assolo a Montecatini. Tre vittorie su quattro tappe. Giro chiuso?

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Marianne Vos vince a Montecatini Alto e si riprende la maglia rosa © Ufficio Stampa della corsa

L'avesse detto alla vigilia, Marianne Vos, che era venuta al Giro Donne per fare classifica e non per le singole tappe, come da dichiarazioni ufficiali, sarebbe stata creduta e sicuramente avrebbe illuso meno ragazze che la corsa rosa fosse più aperta rispetto agli anni passati. Aperta alle mortali, s'intende, perché contro un fenomeno come l'olandese c'è stato anche oggi poco da fare e si teme che ancor meno ce ne sarà di qui in avanti.

I sospetti che Marianne Vos fosse qui per tenerla, la maglia rosa, non nascono dalla prima tappa vinta, né dalla crono capitolina, pure dominata. No, i sospetti nascono da un apparentemente insignificante traguardo volante nella tappa di ieri, la più tosta in assoluto del Giro; Marianne si piazza alle spalle di Shelley Olds portando a casa 2" d'abbuono. E siccome non pensiamo che l'olandese sia qui per le sole tappe e classifica a punti, c'era ben di che sospettare.

Il palese "vaffa" della Luperini nei confronti di Emma Pooley sul traguardo, avvalora la nostra tesi: avesse collaborato maggiormente, la britannica, per staccare una Vos in netta difficoltà sulla Futa forse oggi staremmo raccontando un'altra storia. Sì, perché la Lupa qualche corsetta in carriera l'ha vinta e conosce bene le dinamiche di una gara a tappe. Fabiana sapeva che l'occasione di far pagare secondi, forse minuti, ad una Vos non ancora al 100% era un treno che forse non sarebbe più passato, almeno per questa settimana. Aveva forse torto, la saggia Luperini? Ovviamente no.

Parte perciò tutto da quel "vaffa" e dall'arrivo a Castiglione dei Pepoli di una Vos provata ma ugualmente sui pedali fino all'ultimo centimetro di corsa, con tanto di colpo di reni, giusto per non perdere tempo. La tappa odierna proponeva 98 km da Montecatini a Montecatini Alto.

Zone di Edita Pucinskaite, che chi mastica un po' di ciclismo femminile sa bene essere stata una campionessa coi fiocchi. Ora Edita lo promuove, il ciclismo femminile, lo commenta, lo organizza. E lo racconta ai più fortunati. L'ha disegnata Edita, questa tappa, ed ammette che un profilo altimetrico così, con la salita di Goraiolo dopo 66 km (10 km all'insù abbastanza impegnativi) e lo strappo micidiale che porta a Montecatini Alto, le sarebbe piaciuto un sacco. Lei che il Giro Donne l'ha vinto nel 2006, bissando nel 2007, potrebbe aver dato il là ad un altro bis di un'altra campionessa. Andiamo a vedere come.

Si parte alle 12.30 sotto i 35° di Montecatini. Scatti e controscatti, immancabile la fuga di Valentina Bastianelli, una che non sa proprio resistere in gruppo (era tra le fuggitive a Terracina, a Castiglione dei Pepoli nelle prime battute ed oggi. A Roma c'era la cronometro...). Si accoda l'omonima più illustre ma non parente, Marta. Riprese subito dal gruppo capeggiato dalla Specialized-Lululemon della maglia rosa di Evelyn Strevens.

Ci vogliono 30 km perché se ne vadano 11 ragazze: Olga Zabelinskaya (RusVelo), Christel Ferrier-Bruneau (Hitec), Alessandra D'Ettorre (Diadora-Pasta Zara), Elizabeth Armitstead (AA Drink), Malgorzata Jasinska e Valentina Carretta (MCipollini-Giambenini-Gauss), Katie Colclough e Lisa Brennauer (Specialized-Lululemon), Adrie Visser (Nazionale Olandese), Sanne Van Paassen (Rabobank) ed Amanda Spratt (Orica-GreenEDGE). La Brennauer si rialza presto e torna in gruppo per dare una mano alla maglia rosa, le altre dieci proseguono. Guadagnano soltanto 1'30", poi vengono riprese dal gruppo, ricompattatosi al km 60. Nell'arco di 6 km inizia il Goraiolo, iniziano le danze.

Non troppo inaspettatamente c'è la sparata della maglia rosa, Evelyn Stevens, che viene subito seguita da Emma Pooley, proprio come ieri, ma senza Luperini al séguito. Le due guadagnano 35" su un gruppetto di 10 inseguitrici: Marianne Vos, Claudia Häusler, Judith Arndt, Tatiana Guderzo, Fabiana Luperini, Ashleigh Moolman, Alena Amialiusik, Sharon Laws, Elisa Longo Borghini ed Emma Johansson. Emma Pooley transita per prima sul Gpm e rinforza il suo primato nella classifica della maglia verde di miglior scalatrice. Non il colore che avrebbe desiderato stamane ma vale pur qualcosa.

Caso vuole che le due migliori scalatrici di questo Giro - Stevens e Pooley, appunto - siano al contempo le peggiori discesiste mai comparse sulla faccia della terra. Con un funambolo come la Vos a disegnare traiettorie ideali nelle retrovie è facile immaginare come le inseguitrici raggiungano Stevens e Pooley nella picchiata (che miete vittime: Alena Amialiusik ed Annemiek Van Vleuten cadono, con l'olandese che finisce in ospedale, probabilmente con una clavicola fratturata). La Vos sa che il passaggio a vuoto di ieri - seppur potesse risultare ben peggiore - dev'essere immediatamente recuperato e perciò se ne va da sola.

Prova ad inseguire un gruppetto di 8 atlete: Tatiana Guderzo, Fabiana Luperini, Claudia Häusler, Emma Johansson, Elisa Longo Borghini ed Ashleigh Moolman. In pianura Emma Pooley prova ad inseguire in solitaria ma resta a 30" da una Marianne Vos che non ha intenzione di cedere e che vuole addirittura riprendersi la maglia rosa (stamane aveva soltanto 12" di ritardo dalla Stevens). Mentre l'olandese continua a mulinare quelle gambe come fossero stantuffi, Emma Pooley viene ripresa dalle inseguitrici.

Inizia la salita finale, 3200 metri che non perdonano. Marianne Vos approccia la salita con 1'25" sulle inseguitrici e su per le rampe che portano a Montecatini Alto escono allo scoperto la maglia rosa Evelyn Stevens, la maglia blu Fabiana Luperini e la maglia bianca Elisa Longo Borghini. Marianne Vos non cede troppo (un "troppo" che è di troppo, considerati i distacchi finali) ed all'ultimo chilometro è sempre da sola in testa. Vince in solitaria sul traguardo della quarta tappa, è la terza volta su quattro giornate di gara che ripete lo stesso gesto (ma non s'annoia, a quanto pare).

Alle sue spalle Emma Johansson a 1'26" e l'ottima Tatiana Guderzo a 1'33" con la maglia rosa Evelyn Stevens. Claudia Häusler ed Emma Pooley a 1'38", Fabiana Luperini e Judith Arndt a 1'52", la sudafricana Ashleigh Moolman insieme ad Elisa Longo Borghini a 2'11".

La classifica generale farebbe deprimere l'ultimo degli inguaribili ottimisti. Marianne Vos nuovamente in rosa, Evelyn Stevens a 1'31", Emma Pooley a 2'07", Fabiana Luperini (sempre maglia azzurra di miglior italiana) a 2'37", Tatiana Guderzo e Claudia Häusler a 4'08", Judith Arndt a 4'15", la miglior giovane Elisa Longo Borghini ed Ashleigh Moolman a 5', Emma Johansson a 6'52".

Se ieri auspicavamo che le atlete di punta facessero corsa dura anche oggi, magari non tagliando la Vos fuori dai giochi ma rendendole la vita più complicata, stasera ci troviamo con una situazione che, conoscendo il carattere e le caratteristiche dell'olandese, avremmo potuto ampiamente immaginare. Adesso recuperare terreno su una Vos che vince con una gamba sola o quasi rischia di essere difficile se non impossibile.

Domani la Polesella-Molinella sarà dedicata alle velociste, e non si esclude la presenza della Vos in zona abbuoni. Salsomaggiore è un traguardo tagliato su misura per l'olandese mentre a Castagnole delle Lanze e, se vogliamo, anche nella frazione finale di Bergamo, qualche zampellotto dove tendere tranelli ci sarà eccome. Il problema è che le più vicine in classifica, Stevens e Pooley, avrebbero bisogno di montagne davvero toste per recuperare rispettivamente il minuto e mezzo ed i più di due minuti a Marianne Vos. Lo stesso dicasi per la Luperini mentre Häusler, Arndt, Guderzo o Johansson (quest'ultima avrebbe sì modo di tendere trappole alla Vos) sono lontane più di quattro minuti dalla maglia rosa.

Una Marianne Vos che, pure a mezzo servizio, reduce dalla frattura alla clavicola ed in preparazione per le Olimpiadi di Londra, dimostra giorno dopo giorno la sua superiorità e sembra impossibile da fermare (non battere, sia chiaro). Contro un fenomeno così che altro fare se non attaccare e poi, come spesso accade, arrendersi?

Francesco Sulas

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