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Giro Donne 2012: Volete battermi? È affar Vostro - Marianne domina anche a crono. Da domani si va sugli Appennini

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Marianne Vos in azione sulle strade della seconda tappa da lei vinta © Ufficio Stampa della corsa

dal nostro inviato

Altro che difendersi, altro che mollare la maglia rosa. Marianne Vos quel simbolo del primato l'ha fatto suo un anno fa e non ha alcuna intenzione di mollarlo così alla leggera. Se però da un lato l'autostima della fuoriclasse olandese non può far altro che crescere in maniera esponenziale, considerando l'incidente delle scorse settimane che poteva rallentarne in maniera decisiva l'avvicinamento all'Olimpiade, il resto del gruppo a questo punto non sa proprio a che santo votarsi per contrastare uno strapotere apparso già incredibile dopo appena due frazioni. Attendiamo domani ordunque, quando nel su e giù per l'Appennino Tosco-Emiliano capiremo se questa Vos è realmente imbattibile su ogni terreno possibile e immaginabile di questo Giro, ma intanto godiamoci una meravigliosa campionessa, che nello scenario magico, affascinante, quasi agognato (chi non sognerebbe di vedersi incitato dal pubblico sotto l'ombra maestosa del Colosseo) ci ha tenuto a dimostrare una volta di più che anche il cronometro può essere per lei una delle ultime frontiere in cui far terra bruciata.

Dopo le prime battute in cui erano state le nostre portacolori a far registrare le migliori prestazioni parziali (Valsecchi in testa con un 9'24", davanti alla compagna di team Noemi Cantele, in ritardo di 9" ed in linea con il tempo fatto segnare da Rossella Ratto), è stata la russa Olga Zabelinskaya a far segnare per un po' il miglior tempo sui 7.2 km di un tracciato tecnico fatto di curve, piccole salitelle ed anche un breve attraversamento in pavè, proprio nei pressi del Colosseo (la prova odierna ha ricalcato in larga parte il tracciato del celebre Gran Premio Liberazione dei dilettanti). Il suo 9'09" è stato tempo di tutto rispetto, tanto che la portacolori della RusVelo alla fine si insedierà in settima posizione assoluta nell'ordine d'arrivo. La prima a far meglio della russa è stata la statunitense Evelyn Stevens, che sul traguardo ha fatto segnare il tempo di 9'07", 2" in meno del precedente miglior tempo e c'era modo di credere che per far meglio della leader della Specialized-Lululemon sarebbero dovuti realmente intervenire i grossi calibri. Molto ci si attendeva da Clara Hughes, ormai con pieno diritto nel novero delle migliori specialiste in circolazione e la canadese, che in settembre spegnerà ben quaranta candeline, ha risposto con una prestazione eccellente, fermando i cronometri sul tempo di 8'55", prima di scendere sotto i nove minuti. Arduo pensare di battere la campionessa nazionale canadese contro il tempo e difatti nè Judith Arndt (9'02" il tempo della Campionessa del Mondo di specialità in carica), nè una bravissima Shelley Olds (9'05") il suo riscontro cronometrico, sono riuscite nell'impresa di sopravanzarla. Ne restava una sola, Marianne Vos appunto.

Qualcuno avrebbe potuto pensare ad una cronometro fatta sì forte ma facendo anche attenzione a non strafare nei passaggi più tecnici, invece la Vos ha scaricato sui pedali la proverbiale grinta, guidando la bici in maniera egregia perché doveva dimostrare a tutte ancora una volta di essere la più forte. Il responso non poteva che darle nuovamente ragione: il cronometro si è fermato su uno strepitoso 8'50", con una media che ha sfiorato i 45 orari, che non poteva che relegare tutte le altre alle posizioni di rincalzo. L'ottima Hughes ha chiuso in seconda posizione distanziata di 5", la Arndt al terzo a 12", quindi Olds a 15", Stevens a 17", Villumsen a 18", Zabelinskaya a 19", Van Vleuten a 20", Pooley a 22" (la britannica probabilmente si aspettava qualcosa di meglio dalla prova odierna, anche se il tracciato non era particolarmente adatto alle sue caratteristiche) e Johansson che, concludendo a 24", ha concluso la top-ten.

Appena fuori dalle prime dieci Tatiana Guderzo (12esima e preceduta per una questione di centesimi dall'australiana Gillow) si è dimostrata nuovamente la migliore delle nostre portacolori in una prova contro il tempo, precedendo tra l'altro di appena un secondo la bielorussa Amialiusik (da oggi in maglia bianca di miglior giovane) e l'esperta tedesca Kupfernagel. Più indietro sono finite Armitstead (a 32"), Antoshina e Brand (a 35") mentre le prestazioni di Valsecchi (20esima a 34") e Longo Borghini (24esima a 37"), rispettivamente seconda e terza miglior italiana nell'arrivo di oggi hanno in pratica ricalcato quanto già visto nel campionato italiano di specialità. Detto di Cantele e Ratto a pari tempo (43" accusati da entrambe), decisamente peggio è andata a Fabiana Luperini, il cui distacco è stato di 54". Qualcosa di meglio ci si attendeva anche da Ina-Yoko Teutenberg, sprinter di professione ma capace di prestazioni importanti contro il tempo, solamente 33esima con un ritardo di 46".

Classifica generale che non ha cambiato quindi padrona, con la Vos sempre leader ma ora con 15" su Clara Hughes, 19" su Shelley Olds, 22" su Judith Arndt, 27" su Evelyn Stevens, 28" su Linda Villumsen, 29" su Olga Zabelinskaya, 30" sulla compagna di team Annemiek Van Vleuten, 32" su Emma Pooley e 34" su Emma Johansson. Tatiana Guderzo è naturalmente la prima azzurra anche qui (testimoniata dalla maglia blu riservata alla miglior atleta nostrana), con la dodicesima piazza a 37". Distacchi non impossibili da colmare ma che moralmente potrebbero già farsi sentire, dal momento che non tutti si attendevano un bis così repentino della fuoriclasse della Rabobank. Occorrerà inventarsi qualcosa in tappe come quella di domani che non presentano salite impossibili ma possono prestarsi come terreno ideale per tentare qualche imboscata. A patto che la Vos sia d'accordo, visto che di mollare quella maglia rosa non ne ha per nulla l'intenzione. Anzi: ogni occasione sembra essere buona per guadagnare terreno sulle dirette avversarie.

La Fotogallery della 2a tappa

Vivian Ghianni

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