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L'intervista: 5 giorni per salvare il Brixia Tour - L'organizzatore Bresciani: «10% di possibilità di farcela»

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La vittoria di Modolo a Verona nell'ultima tappa del Brixia Tour 2011: si ripartirà da dove eravamo rimasti? © BettiniphotoDal 2000 organizza il Brixia Tour, corsa che è andata a inserirsi in calendario in sovrapposizione al Tour de France, in una data che ha permesso di avere al via, negli anni, tante squadre importanti e parecchi corridori blasonati. Quest'anno, dopo le difficoltà già patite l'anno scorso, la gara organizzata dal Team Brixia è praticamente stata cancellata. Qualche giorno fa il presidente della società organizzatrice, Giuseppe Bresciani, ha diffuso un comunicato stampa in cui stigmatizzava il fatto di essere stato abbandonato dalla Federazione, che - insieme all'UCI - avrebbe reso la vita impossibile (burocraticamente parlando) alla piccola corsa lombarda; e adombrava, Bresciani, dei sospetti su una possibile volontà di boicottaggio del Brixia in ambito federale. Lo abbiamo sentito per provare a chiarire questi sospetti.

Chi avrebbe l'interesse a ostacolare il Brixia Tour? E per quale motivo?
«Principalmente perché occupa una data appetibile in calendario. E già da tempo notavo un lavorìo in tal senso, per esempio 2 anni fa sulla Stampa è apparso un articolo in cui si affermava che la Lega aveva comprato la mia corsa per trasformarla in Giro della Padania. Tale notizia fu immediatamente smentita, ma questo particolare sottolinea come certi interessi non fossero mie invenzioni».

Nel comunicato si parla di "sospetti" e si adombrano nomi che però non sono stati citati. Possiamo sapere chi sono questi personaggi che secondo voi hanno manovrato nell'ombra per mettervi in difficoltà?
«Volete i nomi? Faccio quello di Gianni Sommariva, vicepresidente federale. Lui ha una corsa, la Settimana Lombarda, alla quale forse negli anni il Brixia ha fatto un po' ombra... Loro per far vedere che hanno al via i grossi team fanno circolare i nomi di squadre come la Rabobank, senza specificare che si tratta del team Continental. Noi invece non abbiamo mai avuto bisogno di tali sotterfugi per sottolineare la bontà delle nostre starting list».

Insomma, la conclusione sarebbe che gli organizzatori della Settimana Lombarda hanno messo gli occhi sulle "vostre" date, e che approfittando della presenza di Sommariva in un ruolo dirigenziale, hanno fatto pesare tale ruolo per mettervi i bastoni tra le ruote?
«Non sono arrivati solo da lì, i problemi, ma anche da alcune amministrazioni locali con cui evidentemente non riusciamo a trovare una sintonia. Faccio l'esempio dell'anno scorso, facendo una premessa: in genere si ha la possibilità di sanare le pendenze con la Federciclismo prima dell'edizione successiva a quella a cui sono riferite tali pendenze. Per dire: organizziamo la gara del 2010, pagheremo il debito con la FCI subito prima di quella del 2011. Ha funzionato sempre così, solo che l'anno scorso, dopo voci fatte circolare guardacaso dall'entourage di Sommariva, e secondo le quali l'UCI aveva cancellato il Brixia dal calendario (quando in realtà l'aveva solo sospeso in attesa che pagassimo le spettanze - 4600 euro - dell'anno prima), l'assessore di Brescia con cui dovevamo fare la presentazione della corsa, allarmato anche da un ambiguo comunicato della FCI (comunicato espressione della Commissione Tecnica), ha preteso delle garanzie. In particolare, una lettera firmata dal presidente della FCI in cui si attestasse che il Brixia Tour si sarebbe disputato. Ricordo ancora gli orari: conferenza fissata per le 19, Di Rocco mi assicura che, finita una riunione, entro le 18 mi farà avere quella lettera. Alle 17.30 mi chiama la segreteria dell'assessore che vuole annullare la conferenza dopo aver parlato con... Sommariva! Il quale gli ha detto che il Brixia non si farà. Alle 17.40 chiamo ancora Di Rocco, il quale mi tranquillizza. Alle 17.45 la segreteria dell'assessore annuncia che la conferenza è stata annullata; alle 17.50 mi arriva la lettera di Di Rocco in cui si conferma che il Brixia sarà disputato».

In pratica una conferenza stampa saltata per false comunicazioni del numero 2 della FCI...
«L'edizione del 2011 del Brixia è incappata in tante vicissitudini, e dire che avevamo tutto in regola. Posso fare un elenco: il giorno della punzonatura, mi chiama il solito assessore per chiedermi di spostare la cronometro di Brescia di due giorni dopo ad un orario che non confliggesse con gli impegni di un suo amico che organizzava una manifestazione al Castello e aveva bisogno che il traffico fosse aperto. Ovviamente non fu possibile. Schierammo - secondo quanto ci chiesero - 98 uomini a presidiare gli incroci, e transennammo 3.5 km di percorso; ma la gestione del traffico cittadino non dipende da noi: avuta l'ordinanza di chiusura strade, noi eravamo tranquilli; se poi il Comune non è in grado di far rispettare le sue stesse ordinanze, di chi è la colpa? Degli organizzatori? Fatto sta che alcune macchine entrarono sul percorso, i direttori sportivi protestarono, e anch'io optai per l'annullamento della tappa. Altri problemi erano già sorti, sempre quel giorno per questioni di traffico aperto, nella semitappa del mattino, con Frapporti che contestò di aver perso la maglia di leader della classifica proprio per non rischiare di essere investito da qualche auto; ma in realtà lui aveva già scollinato al Gpm con 7' di ritardo, quindi la maglia l'avrebbe comunque persa. Ma anche in questo caso, la responsabilità era dei vigili urbani. Infine a Verona ci fu una caduta in volata e fummo accusati per l'ipotetica pericolosità del finale, ma lo stesso corridore caduto si scusò 3 giorni dopo, assumendosi la colpa per la sua stessa caduta».

Tanti problemi per una gara che comunque - come lei stesso conferma - ha conosciuto delle difficoltà anche nel 2011.
«Le difficoltà ci sono sempre. Se poi però bisogna anche lottare contro la fronda di chi dovrebbe invece supportarti, sbagliare diventa molto più facile. Riconosco che anche noi abbiamo commesso degli errori, e chi non ne commette? Ma troppe persone non ci hanno aiutati, anzi».

Le difficoltà attuali sono anche figlie di quella disgraziata edizione 2011 del Brixia?
«Ovviamente sì, perché le proteste di corridori e ds vennero annotate dai giudici, tutto arrivò all'UCI e di conseguenza per noi ci sono state delle attenzioni particolari. Da Aigle ci hanno chiesto garanzie sul piano della sicurezza, ma non solo: hanno voluto sapere l'albo d'oro della corsa, quanti Pro Team avevamo avuto al via nel corso degli anni... informazioni che in genere non vengono chieste a nessuno, ma con noi c'è stato quest'eccesso di pignoleria, per stabilire se fossimo degni di restare nel calendario UCI. Dal canto suo la FCI, attraverso la Commissione Tecnica, ci ha tartassati di richieste, ma questo già in precedenza: a noi si richiedevano discese perfette (ci hanno fatto storie per due buche - segnalate - giù dal Colle di San Fermo); ci chiedono arrivi con rettilinei finali di 500-600 metri e con assenza di rondò, quando altre corse si concludono con rotonde e passaggi a livello ai 100 metri».

Sintetizzando, insomma, altri organizzatori avrebbero pecche ben più grosse delle vostre da scontare, e invece da alcuni settori della FCI, per interessi politici o di bottega, si preferisce puntare il dito contro di voi.
«Confermo. Io chiedo alla FCI il motivo per cui il Brixia Tour 2012 non è stato inserito nel calendario UCI. Abbiamo ottemperato alle richieste in tema di sicurezza, abbiamo tenuto conto dei tanti paletti che ci ha posto la Commissione Tecnica, e una volta sistemate tutte queste cose ci vengono a dire che c'è un problema economico? Sol perché, togliendoci dal calendario, ci hanno impedito di trovare sponsor sufficienti per poter dire, oggi, che la corsa si disputerà? In ogni caso stiano tranquilli in Federazione, pagheremo tutti i debiti pregressi».

Le sue accuse configurano comunque un problema gravissimo di conflitti d'interessi in una Federazione che questo concetto non lo conosce proprio, e in cui sembra che più che il bene comune, interessi a ciascuno tirare acqua al proprio mulino.
«Però devo dire che Di Rocco l'anno scorso ci diede una grande mano, praticamente garantendo in prima persona che il Brixia si sarebbe disputato; tutto il contrario di Sommariva, che remava contro».

Vi siete mentalizzati sull'edizione del Brixia 2013, o c'è ancora una fiammella di speranza per la gara di quest'anno?
«Diciamo che c'è un 10% di possibilità che il Brixia 2012 venga salvato. Mi do 5 giorni per concretizzare la cosa, altrimenti se ne riparlerà l'anno prossimo. Io ci spero, in fondo qualche giorno fa è bastato che il Corriere della Sera pubblicasse un articolo sulla nostra vicenda per trovare 60-70mila euro di sponsorizzazioni. Però voglio vedere, se vado lì coi conti in ordine e tutto in regola, voglio vedere se mi impediscono di fare la corsa. E poi voglio vedere anche la situazione della sicurezza e dei conti di altre gare, a partire dal Giro di Padania e dalla Settimana Lombarda. Voglio vedere se tutti sono in regola, voglio vedere se con altri viene usata la stessa severità che è stata riservata a noi. E a livello locale, voglio capire se c'è modo di parlare con le istituzioni: da 3 mesi aspetto un incontro col sindaco di Brescia, non per chiedergli soldi, ma per discutere la fattibilità di una prova in notturna in circuito, simile al vecchio Trofeo Guzzi: avrei uno sponsor interessato a una tappa del genere, ma la latitanza degli amministratori è letale. La Provincia di Brescia e la Regione Lombardia, poi? Quelle lasciamole proprio perdere, fai una richiesta e non ti danno il minimo ascolto».

Marco Grassi

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