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Campionato Italiano Élite s.c. 2012: Vincere là sui monti: la storia Di Serafino - L'abruzzese batte Ianniello e Gaffurini

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Matteo Di Serafino si impone nel Campionato Nazionale Élite s.c. © BettiniphotoQuando il campionato italiano riservato agli Élite senza contratto va in scena su un circuito come quello proposto nei dintorni di Castel Tesino, dove nel finale i vari chilometri di salita chiamavano indubbiamente all'azione tutti i grandi favoriti, una considerazione è subito d'obbligo: chi ha disputato (e concluso bene, aggiungiamo) un GiroBio come quello proposto quest'anno, durissimo soprattutto nella parte finale, poteva avere dalla sua parte una gamba non indifferente, da poter sfoggiare a pochi giorni dalla conclusione di Asiago anche nella prova tricolore.

Non è stato un caso infatti che nell'appassionante finale si siano dati battaglia alcuni di quei protagonisti che, meno di una settimana fa, cercavano di contrastare lo strapotere dell'americano Dombrowski sulle salite del Giro e, alla fine, a prevalere è stato proprio uno di coloro che, almeno sul podio finale della corsa diretta da Giancarlo Brocci, ha provato concretamente a salirci: stiamo parlando dell'abruzzese Matteo Di Serafino, portacolori della Vega Prefabbricati Montappone, per il quale la prova odierna rappresentava una delle ultime grosse chanche per lasciare il segno ed inseguire ancora concretamente il sogno del passaggio al professionismo. 

La corsa scatta alle ore 12.30 con il gruppo subito velocissimo e con il tempo che inizia a fare le bizze, visto che al gran caldo si affiancano presto nubi minacciose che proprio nel corso della contesa riverseranno scrosci di pioggia, a tratti anche abbastanza copiosi. I primi coraggiosi di giornata rispondo al nome di Ciommi (già un Vega presente nella prima azione), Casini, Bocchiola, Nichele e Valsecchi, che però non resistono per molto, riuscendo a guadagnare soltanto una ventina secondi di margine su un gruppo sempre lanciatissimo. Ben diverso invece ciò che accade quando la corsa giunge nei pressi del cinquantesimo chilometro, dal momento che sono ben undici gli atleti ad uscire in avanscoperta e tra di loro anche alcuni a cui prestare particolare attenzione: al comando si portano Alberio (Team Idea), il pistard Ciccone (Fiamme Azzurre), Gaffurini (Delio Gallina), Vaccher (Marchiol), Boschi (Colpack), Di Francesco e Di Lizio (Monturano), Borella (Monviso-Venezia), Barindelli (Carmiooro NGC), Ferraresso (Trentino Cycling Team) e Marcolina (Ciclisti Padovani). 

Come si può notare sono presenti diversi buoni pedalatori, dall'ex professionista Alberio in cerca di rilancio per poter tornare nella massima categoria a gente come Gaffurini o Vaccher vista all'opera in diverse frazioni del GiroBio anche con tentativi a lunga gittata. Ne consegue che l'accordo nel gruppo di testa sia ottimale ed il vantaggio inizi pian piano a salire, tornata dopo tornata: prima un minuto, poi uno e mezzo, poi due, due e mezzo fino a sfiorare i tre minuti a circa quaranta chilometri dal traguardo, col circuito di dieci chilometri da ripetere per undici volte che va ormai ad esaurirsi, per dare spazio all'impegnativo finale con la scalata al Murello (ben 10 km d'ascesa con una pendenza media del 6%), seguita da quella un po' meno impegnativa verso Spiado. In gruppo l'intenzione della Vega è chiara: contribuire ad annullare il gap dai primi per poi lanciare il proprio leader Di Serafino nel momento topico della gara, con la formazione marchigiana che trova collaborazione da parte dei Zalf, anche loro tra i più attivi in testa al gruppo.

Inizia così la salita del Murello (una trentina i chilometri mancanti all'arrivo) e degli undici che facevano parte dell'azione iniziale, lungo le pendenze sopravvivono solamente in cinque, ovvero Vaccher, Barindelli, Gaffurini, Boschi e Borella, con un vantaggio nei confronti del gruppo ancora superiore ai due minuti, che per alcuni chilometri si mantiente costante. Dal plotone il più deciso a rifarsi sotto ai fuggitivi è Patrick Facchini della Casati, che scatta in salita ma non riesce a scavare il margine necessario e viene pertanto riassorbito dopo pochi chilometri. Davanti invece è Federico Borella a rompere gli indugi e a guadagnare margine sugli ex compagni d'avventura, tanto da riuscire a guadagnare subito una ventina di secondi e a transitare così solo al comando al primo passaggio sul traguardo mentre il traguardo del gruppo principale, costituito da 15 unità (presenti Zardini, De Ieso, Di Serafino, Ciavatta, Puccioni, Greselin, Miletta, Sgrinzato, Cecchinel, Maddaluno, Benedetti, Ianniello, Colonna, Tintori e Facchini) è ancora in ritardo di circa due minuti.

L'ultima tornata è sicuramente la più avvincente: Borella dopo il grande sforzo profuso viene raggiunto e staccato (Boschi invece aveva già perso contatto in precedenza) dai tre superstiti, tra cui prova ad allungare immediatamente Gaffurini, raggiunto poco dopo sia da Vaccher che da Barindelli. Nel gruppo inseguitore, in cui la situazione è in continua evoluzione, si formano piccoli gruppetti e tra i più attivi vi sono sicuramente Di Serafino, De Ieso e Zardini, che difatti provano a fare la differenza in salita. Il cartello dei -10 al traguardo intanto è già stato superato ed il terzetto al comando sembra ancora poter vantare un buon margine, anche se i chilometri di discesa per giungere al traguardo sono ancora diversi. Dopo appena un paio di chilometri infatti la situazione è già bella rimescolata: si forma infatti un drappello di una decina battistrada, comprendente, oltre ai tre fuggitivi della prima ora, anche De Ieso, Zardini, Di Serafino, Ianniello e Facchini, che alla spicciolata vanno a comporre il drappello che si giocherà il tricolore.

In fondo alla discesa la situazione è più chiara: sono in otto davanti e si apprestano ad entrare nell'ultimo chilometro per la disputa dello sprint. Chi vuole a tutti i costi evitare la soluzione in volata è ancora una volta Patrick Facchini, che tenta l'allungo ma trova prontamente Edoardo Zardini a stopparlo. Esaurita anche questa soluzione la volata sembra inevitabile e difatti, dopo che Vaccher approccia in testa gli ultimi metri, parte lo sprint vero e proprio in cui esce con decisione Matteo Di Serafino che va così ad alzare le braccia per il primo successo stagionale (il corridore teramano infatti non vinceva da oltre un anno, ovvero dalla Classica di Colbuccaro dello scorso anno), sicuramente il più ambito e che forse potrebbe, assieme all'ottimo GiroBio concluso in quarta posizione, fagli trovare quel contratto da professionista che ormai insegue già da diversi anni (per lui finora solo esperienze da stagista, l'ultima delle quali con l'Androni proprio lo scorso anno).

Al secondo posto si piazza il redivivo Vincenzo Ianniello, anche lui alla caccia dell'acuto pesante e apparso in buona forma nelle ultime uscite mentre il podio è completato dal generoso Nicola Gaffurini che, dopo un GiroBio da protagonista ed una corsa tutta all'attacco, conquista un buonissimo terzo posto. Seguono nello sprint Zardini e De Ieso (anche loro usciti benissimo dal Giro e protagonisti quest'oggi di un buon finale), Barindelli, Facchini e Vaccher. Nona posizione per il campano Gennaro Maddaluno del Malmantile, staccato di 51" mentre, con un ritardo di 1'11", ha chiuso la top-ten il trentino Luca Benedetti, rientrato recentemente alle competizioni con la maglia della Bedogni Natalini dopo uno stop forzato di oltre un anno.

Domani scena tutta per gli Under 23 che si daranno battaglia dalle ore 11.45 sull'ostico tracciato lungo 169 chilometri che si snoderà attorno a Roncegno Terme.

Vivian Ghianni

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