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Campionato Italiano Donne Élite 2012 - Borgato le rende piccole piccole - Prima da Élite per Giada. Valsecchi 2a | Cicloweb

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Campionato Italiano Donne Élite 2012 - Borgato le rende piccole piccole - Prima da Élite per Giada. Valsecchi 2a

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Giada Borgato, alla prima vittoria da Élite, conquista il titolo italiano in linea © Bettiniphoto

Lo sbalordimento, l'incredulità, l'emozione e le lacrime, certo, le lacrime della prima vittoria. «Nel finale accusavo crampi dappertutto ma mi sono detta: "A costo di trascinare la bici fino al traguardo ce la devo fare". Ce l'ho fatta e adesso sono ancora qui a chiedermi cos'è successo…»Tutto in un pomeriggio, tutte queste sensazioni saranno solo la punta dell'iceberg emozionale di Giada Borgato, patavina di Legnaro, Élite dal 2008 ed oggi al primo centro. E non si tratta di una vittoria qualunque, il Campionato Italiano in linea permetterà infatti di far indossare a Giada quel tricolore che negli ultimi dodici mesi è stato d'appartenenza di Noemi Cantele.

Proprio la varesina di Arcisate, insieme a Tatiana Guderzo e ad una rediviva Fabiana Luperini, erano le principali favorite a Pergine Valsugana, su un percorso definito dai più molto impegnativo, con la salita di Campolongo e diversi strappi attorno al 15% da affrontare ripetutamente.

Dopo 60 dei 121 km da percorrere si registra una bella azione che screma il gruppo. Davanti si ritrovano infatti soltanto 12 atlete: Silvia Valsecchi, Marta Tagliaferro, Barbara Guarischi, Eva Lechner, Luisa Tamanini, Alessandra D'Ettorre, Simona Frapporti, Giada Borgato, Chiara Vannucci, Susanna Zorzi, Marta Bastianelli e Valentina Scandolara. Inseguono con meno di un minuto di svantaggio Tatiana Guderzo, Giorgia Bronzini, Fabiana Luperini, Noemi Cantele ed Elisa Longo Borghini, che in precedenza aveva provato ad andare via da sola sul Campolongo.

Ai -55 km le cinque illustri inseguitrici (tra di loro troviamo praticamente tutte le favorite della corsa) si aggregano alle 12 battistrada. Sopraggiungono da sole anche Valentina Carretta ed Elena Cecchini, che vanno così a formare un gruppo di 19 unità. Ma l'unità è tutt'altro che duratura: ai -50 km Silvia Valsecchi scatta da sola e guadagna un buonissimo margine. Dietro il gruppo delle 18 resta a guardarsi, anche perché al suo interno l'iridata Giorgia Bronzini ha palesato una gamba ottima sugli strappi e, stando così le cose, in volata ristretta sarebbe la favorita. Meglio lasciar margine perciò alla Valsecchi.

La portacolori della BePink, da ottima passista, guadagna in poco tempo 1'14" sul gruppo. È tanto, forse basta per chiudere la partita. Non sono della stessa opinione Marta Bastianelli, Valentina Carretta e Giada Borgato. Escono dal gruppo ai -25 km e si avvicinano alla Valsecchi, sempre in testa. Hanno 57" da recuperare (il gruppo Bronzini, ormai a 1'18", è praticamente tagliato fuori dai giochi) ma viaggiano di buona lena.

Giada Borgato è lì per volere della Bronzini, che seppure oggi gareggi per la Forestale resta sempre compagna di squadra della patavina alla Diadora-Pasta Zara. «Dillo Giada, dillo chi ti ha detto di scattare», urlerà l'iridata, regista in corsa, alla neocampionessa italiana. La Borgato capisce che Carretta e Bastianelli sono in superiorità numerica contro di lei e così scatta non appena la salita si ripropone. Lascia le due compagne d'avventura e va a riportarsi sulla Valsecchi.

Carretta e Bastianelli a 30", le altre ad 1'. In salita nel gruppo attacca la Bronzini (giusto per capire la forma della piacentina) e si porta dietro Guderzo, Cantele, Luperini e Longo Borghini, ma ormai la lotta per il tricolore è riservata alle due davanti, Borgato e Valsecchi. All'inizio dell'ultima tornata hanno 47" su Carretta e Bastianelli mentre il gruppo Bronzini è a 1'47". Sull'ultima ascesa è proprio la Borgato ad accelerare: una progressione cui la Valsecchi non sa, non può rispondere. La lecchese si difende e prova a sfruttare discesa e pianura per rientrare sulla Borgato, ma ormai la 23enne della Diadora-Pasta Zara è andata via. Pedala in solitaria per tutti gli ultimi chilometri che conducono a Pergine Valsugana.

Dietro la Valsecchi, quindi Carretta e Bastianelli. Sa di avercela fatta, Giada, sa di aver rotto le uova nel paniere ad una Valsecchi in vena d'impresa ma che non coglierà più di un ottimo 2° posto dopo essere scattata ai -50 km. Le lacrime di gioia, la felicità per la prima vittoria da Élite (Giada è nella categoria dal 2008) che corrisponde al titolo italiano, il sapore dell'impresa, di quell'impresa che in precedenza, per un verso o per l'altro non voleva arrivare.

Sempre troppo lenta per sprintare con le migliori, eppure inadeguata a tenere sulle salite più malefiche, Giada Borgato aveva trovato quest'anno un giusto compromesso ed i risultati stavano arrivando a poco a poco. Ottava al Drentse 8, sesta alla Novilon Euregio Cup, nona a Montignoso e ventinovesima (ma sempre miglior italiana) all'Emakumeen Bira, due settimane fa. Spesso ha sprintato per la Bronzini per poi riuscire a piazzarsi; il successo era soltanto questione di tempo.

Giada, non certo una scalatrice, dà distacchi enormi sul traguardo di Pergine: 1'04" alla Valsecchi, 2'47" a Bastianelli, che va a podio davanti alla Carretta, il gruppo, regolato da Monia Baccaille e con sole 23 atlete che concluderanno la prova, a 5'30". Non era tra le favorite e forse questo, oltre al caldo tanto amato («Oggi c'era un'afa opprimente...»), l'ha agevolata nella conquista della vittoria più bella della sua vita. L'ultimo tricolore lo vestì nel 2003, ancora Esordiente. Torna alla ribalta nove anni dopo. per restarci? Certo, perché questo potrebbe essere il trampolino di lancio per una carriera che regalerà grandi soddisfazioni alla Borgato.

Giada figlia d'arte (papà Aldo è stato un ottimo dilettante), Giada che dedica il tricolore al padre ed alla famiglia sempre al séguito, sempre in appoggio alla giovane pedalatrice. Giada che dopo la gara capirà perché papà Aldo non era presente oggi: la morte di nonno Livio, fatta passare sotto silenzio a Giada per tenerla più serena possibile, ha colpito ieri la famiglia Borgato. Ed è proprio a nonno Livio che Giada dedica la vittoria ed una giornata memorabile, un tricolore da cui ripartire, una carriera da lanciare, o rilanciare. Perché Giada, che non troppo tempo fa voleva smettere con la bici e proprio venerdì ha spento 23 candeline, ha deciso di farsi un regalo, un gran bel regalo, e di dare una svolta alla sua carriera, semmai ce ne fosse stato bisogno.

Francesco Sulas

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