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Criterium del Delfinato 2012: Boasson Hagen riprende il filo - Edvald batte Ciolek. Domani gran crono

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Boasson Hagen davanti a Ciolek e Kluge sul traguardo di La Clayette © TeamSky.comNon sarà probabilmente il corridore, Edvald Boasson Hagen, che immaginavamo diventasse, quando si affacciò al professionismo esibendo quella sfrontata potenza che gli permise di vincere belle corse in maglia High Road, e che lo fece sembrare uno dei nuovi predestinati per le classiche.

Una serie di problemi fisici ne hanno minato il rendimento in queste ultime tre stagioni, ma siamo ancora qui a chiederci se sia solo un problema di questo genere ad avergli fatto condurre una deludente campagna del Nord, in aprile, o se non ci sia anche qualche limite che sta emergendo nel tempo. Sia come sia, rinviato il giudizio almeno all'anno prossimo (quando il norvegese avrà ancora solo 26 anni), c'è da dire che Edvald, seppur a sprazzi, continua a lasciar intravedere grandi cose (basti pensare alle sue due magnifiche vittorie al Tour de France 2011).

Dalla tappa vinta a Terni alla Tirreno (dopo la prima affermazione stagionale in Algarve), Boasson Hagen non aveva più lasciato segni prima del "suo" Tour di Norvegia, vinto (con tanto di successo di tappa) un paio di settimane fa; oggi lo ritroviamo a braccia alzate su un traguardo un po' più prestigioso, al Delfinato.

La Givors-La Clayette era chiaramente la frazione più facile del Critérium, 167 km senza grosse asperità di mezzo e che chiamavano quindi a uno squillo i (pochi) velocisti del gruppo. Lo svolgimento della tappa è stato del resto pienamente funzionale a un epilogo in volata: controllabilissima fuga di due uomini lasciata partire al primo chilometro, tenuta a distanza di sicurezza e annullata poi a 15 km dal traguardo.

I due volenterosi che hanno accettato di vestire i panni delle vittime sacrificali, ovvero l'espertissimo Egoi Martínez e il suo connazionale Luis Ángel Mate, hanno toccato un vantaggio massimo di 6' intorno al km 30, per poi vedere erodere lentamente ma inesorabilmente il loro margine. Tra le squadre più attive nell'inseguimeno, la Argos di John Degenkolb, che si è sobbarcata lunghi chilometri in testa al gruppo, ma che ha avuto la sfortuna di vedere sfumare tutta questa fatica a 2 km dal traguardo, quando il veloce tedesco è incappato in una foratura che l'ha messo fuori gioco.

Uscita così di scena la formazione olandese, è toccato a squadre come Saur e FDJ (che già si muovevano da tempo nella prima linea del plotone) provare a contrastare quello che si annunciava come uno strapotere della Omega Pharma-Quick Step, che aveva preso in mano la situazione (con tanto di Tony Martin a fare il ritmo) per lanciare Gerald Ciolek. A scompaginare i piani del team di Lefévère ci ha pensato Philippe Gilbert, che a un chilometro e mezzo dalla fine, visto che la strada tendeva leggermente a tirare all'insù, ha voluto fare un ulteriore test sullo stato di salute delle sue gambe. Scattato in maniera più dimostrativa che altro, il belga ha comunque obbligato gli Omega a un surplus di lavoro per chiudere, e questo fatto ha indubbiamente fatto saltare l'ordine di intervento dei vari vagoni del treno biancoceleste. Con l'aiuto della RadioShack (di Popovych, in particolare), comunque, il buco è stato chiuso ai 400 metri, e lì è praticamente partita la volata.

Il tempo perché Popovych si spostasse, e Roger Kluge ha tentato un azzardatissimo anticipo a oltre 300 metri. Boasson Hagen era in quel momento, poco dietro, alla ruota di Ciolek, e quando il tedesco ha deciso di incanalarsi nella scia di Kluge per partire a sua volta, il norvegese non ha avuto problemi a districarsi (dribblando Gallopin) e ad affiancare il corridore della Omega, per superarlo in tromba ai 50 metri, avendo peraltro fatto più strada al vento rispetto al rivale, che si accontenta così del secondo posto davanti al rimontante Bozic. A Kluge rimane il quarto posto di giornata su Fischer, Gallopin e il migliore degli italiani, Davide Cimolai, settimo.

Nell'attesa della già decisiva crono di domani, in classifica nulla cambia e Wiggins conserva sempre il suo prezioso secondino su Evans. Non sarebbe peraltro fantascienza ipotizzare un Tony Martin in maglia tra 24 ore, visto che il tedesco avrà terreno fertile per le sue caratteristiche, e visto che nella generale solo 4" lo separano dal primo: di sicuro aspettiamoci una sfida ad altissimo livello tra uomini forti a cronometro e direttamente interessati alla lotta per la classifica: una concomitanza che non sempre si verifica.

Marco Grassi

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