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GP Comune di Cornaredo WE 2012: Questo femminile a due velocità - Vittoria a Iris Slappendel che con la Vos fa il vuoto

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Iris Slappendel precede Marianne Vos a Cornaredo - Foto Ufficio Stampa della corsa

Anche stavolta l'ha fatta grossa, Marianne. Ospite d'onore a Cornaredo con la sua Olanda ha fatto vedere che il femminile viaggia a due velocità profondamente diverse. Nelle ultime due domeniche la Amialiusik, bielorussa che aveva acceso la miccia già agli Europei Under 23 di Offida (fu argento) e poi dato fuoco alle polveri alla Gracia-Orlová con molti piazzamenti, era esplosa alla Muri Fermani. Dietro di lei Cantele a segnare doppietta per la BePink ed una Ratto sempre più forte.

Passano sette giorni ed a Montignoso, nella Woman's Bike Race, arriva la prima vittoria di Elisa Longo Borghini in una gara élite. Regola in una volata a due (evento per lei da segnare con tre asterischi sul calendario) la stessa Amialiusik, unica capace di tenerle testa sulla salita della Fortezza. Terza una Carretta che non frequentava i piani alti delle graduatorie almeno da una vita, se non due. Passando per il Gooik, gara in cui la De Vocht, pure lei olandese, vince sulla Laws e su un'ormai rodatissima Longo Borghini (l'ornavassese si lascia alle spalle la Armitstead, la capitana Emma Johansson, Tiffany Cromwell ed Emma Pooley, per far qualche nome) eccoci a Cornaredo, gara giunta alla quarta edizione.

Nel 2008 Andrea Graus prevalse su un manipolo di atlete. Rasa Leleivyte s'impose invece nel 2010 e 2011 (nel 2009 la gara non venne disputata), battendo Callovi ed Andruk prima, Scandolara ed ancora Andruk (volata inficiata da un problema alla pedivella dell'ucraina) dodici mesi fa. Insomma, la gara milanese è sempre stata una vetrina per le giovani, un modo per mettersi in bella mostra, seppure nelle edizioni precedenti il controllo fosse marcato e la volata praticamente scontata (e, non ce ne vogliano le ottime Leleivyte ed Andruk, non parliamo di sprint tra Vos, Teutenberg, Wild e Bronzini).

Ieri a Cornaredo gli ingredienti per far fare a questa bella corsa il salto di qualità c'erano tutti: il ritorno della Bronzini dopo la sublussazione alla spalla destra in Lussemburgo, la Vos e l'Olanda al via, una BePink che, con Cantele e Amialiusik in grandissima forma, giocava in casa e prometteva battaglia. Senza poi scordarsi di quella Monia Baccaille che, andata in Cina a cercare il successo, aveva trovato il podio in Coppa del Mondo ed una vittoria di tappa.

Insomma, che altro poteva chiedere Walter Zini, ds di BePink ed organizzatore della corsa? Non certo la tempesta perfetta che s'è riversata su Cornaredo, rendendo la gara bagnata e favorendo in partenza la pattuglia olandese. Gara bagnata, gara fortunata è un detto che non vale per l'iridata Bronzini, che preferisce proprio non rischiare e non parte, allenandosi sui rulli. E così, da gara della BePink, la corsa di Cornaredo è diventata il Trofeo Baracchi delle BeOrange.

Sul circuito di undici chilometri da percorrere undici volte la Vos se ne va con la Slappendel (compagna di nazionale nonché di team alla Rabobank) dopo una sola tornata. Le altre non inseguono con gran convinzione ed allora le due di testa si mettono a fare davvero sul serio: sul tratto in pavé esibiscono tutta la loro abilità nel guidare la bici, nelle curve insidiose, dove le altre tirano il freno, loro passano come se fossero in uno slalom gigante. Il vantaggio, dapprima nell'ordine di 20", sale verso il minuto.

Dietro ci si rende conto che andando avanti in questo modo arriveranno in due, le olandesi, e ci si mette a tirare. La MCipollini piazza tutte le sue atlete in testa per rosicchiare terreno al duo Vos-Slappendel. Non lo direste mai ma chi guadagna non è il gruppo, bensì le fuggitive. Quando le ragazze guidate da Luisiana Pegoraro alzano bandiera bianca in segno di resa (ormai è palese, non le riprenderanno più) il vantaggio delle battistrada sale sino a raggiungere i 4'.

Non solo: da dietro fuoriescono altre due olandesi, Loes Gunnewijk ed Annemiek Van Vleuten, e parte una seconda cronocoppie, in uno pseudoinseguimento delle due di testa, ormai distanti la bellezza di 4'30". Sul traguardo è volata fino ad un certo punto. Fino a che la Vos, dopo aver tirato tutto il giorno a 40 km/h di media, lascia campo libero all'amica Iris Slappendel. Per lei prima vittoria stagionale. Terzo gradino del podio occupato dalla Van Vleuten (podio che, oltre ad essere tutto arancione, è completamente marchiato Rabobank) e quarta la Gunnewijk.

Alena Amialiusik, a dimostrazione che la forma in questo periodo è davvero impressionante, rompe gli schemi delle olandesi e si piazza quinta a 5'37" dalla Slappendel. Dietro alla bielorussa della BePink un'altra atleta d'Olanda, Anna Van Der Breggen. La Leleivyte, da due anni vittoriosa qui, è solo nona mentre la prima atleta italiana è Simona Frapporti, decima e staccata di 5'45". Il dubbio: la Vos (e l'Olanda) ha ucciso la gara o l'ha resa più spettacolare?

La verità sta nel mezzo, come spesso accade. La Vos è stata un'aliena, le altre abbastanza inesistenti, se è vero che tutte e sei le olandesi sono arrivate nelle prime undici posizioni. E le altre? La pioggia ci ha messo del suo, la Bronzini che non ha voluto rischiare (giustamente) ha poi lasciato campo libero a Vos e compagnia. Le atlete in grado di contrastare una Vos o stanno per partire per il Sudafrica, per il Tour of Free State (Johansson ed anche Longo Borghini) o sono in Canada ed Usa (Teutenberg e le altre Specialized-Lululemon).

E le rimanenti? Si barcamenano ma non riescono ad ottenere prestazioni tali da tener testa ad atlete della levatura di Vos e simili. Ecco perché parliamo di un femminile a due velocità: quello del Fenomeno Vos e delle top riders di qua, quello delle comprimarie, di quelle buone atlete che si giocano le solite volatine o battagliano sulle rampe delle corse minori, di là. E non si parla di far più o meno fatica, anzi! Fanno tutte fatica nello stesso modo e le meno forti spendono energie supplementari per tenere le ruote delle migliori. Parliamo piuttosto di un livello che è o troppo verso l'alto, e allora la Vos (o la Teutenberg, o la Pooley, e via dicendo) stravince, o troppo verso il basso, e allora la gara risulta estremamente equilibrata per poi decidersi nel finale con il colpo della singola, se non con la volata.

Insomma, la variabile Vos sconvolge comunque ogni equilibrio (anche il proprio, se è vero che ieri ha rischiato di cadere sul traguardo, sulle viscide strisce pedonali) non appena scende in campo, anche a costo di ammazzare una corsa, anche quando fa sembrare le altre delle cicliste della domenica. Ma il gesto atletico in quel di Cornaredo è scolpito nell'asfalto e nelle memorie. Considerando il prossimo GiroDonne non troppo pieno di montagne (ma il contrario sarebbe un problema per quest'olandesina?) che la Vos andrà a correre in vista delle Olimpiadi e non certo per puntare alla classifica generale, ma a qualche tappa, stando alle dichiarazioni, chi potrà dire che sulle strade rosa Marianne non smentirà pure se stessa?

Francesco Sulas

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