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Giro d'Italia 2012: Professional, invito onorato - Bene finora le quattro Wild Card | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: Professional, invito onorato - Bene finora le quattro Wild Card

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Ottime prove finora per le squadre Professional al Giro © BettiniphotoIn ogni GT oltre ai potenziali vincitori e le loro squadre, sono le formazioni invitate dagli organizzatori, quelle seguite con più attenzione da addetti ai lavori e tifosi. Questo avviene per valutare la bontà delle scelte ma anche per vedere se le squadre in questione meritino effettivamente la wild card concessa loro. Bene, come tutti sappiamo, in questo Giro le squadre invitate sono Androni, Colnago, Farnese e Net App e le polemiche sono cominciate mesi addietro vista l'esclusione di Garzelli e della sua Acqua & Sapone. Tutte e 4 le squadre invitate erano attese al varco e analizzando le loro prime due settimane di Giro ci sentiamo di dire - senza paura di essere smentiti - che nessuna delle 4 stia facendo un Giro anonimo o che abbia rubato il posto a qualcuno, questo perché in un Giro fin qui noioso, salvo pochissime occasioni e con i big in perenne marcatura ad uomo e attendisti ad oltranza, spesso e volentieri sono state proprio le formazioni Professional ad animare la corsa.

L'Androni Giocattoli-Venezuela, che proprio invitata non è, in quanto ammessa di diritto per la vittoria nella Coppa Italia, sulla carta era la formazione maggiormente attrezzata e, risultati alla mano, ha mantenuto le aspettative. Per i ragazzi di Gianni Savio sono arrivate 2 vittorie, con Rubiano nella tappa numero 6 a Porto Sant'Elpidio e con Ferrari a Montecatini nella tappa numero 11. Due successi che permettono alla squadra di Savio di provare a ripetere l'exploit dello scorso anno, quando i successi furono 3 (seppur uno, sull'Etna, conquistato a tavolino), come nel 2005 e del 2009. Sin dalle prime tappa gli Androni sono stati autori di buone prove con varie presenze nelle fughe di giornata con Rubiano all'attacco già nella prima tappa in linea a caccia di quella maglia blu che ha indossato per 6 tappe a partire dalla frazione che ha vinto. Vittoria arrivata dopo una lunga fuga che lo ha visto prima fare incetta dei traguardi Gpm e poi restare tutto solo per 34 km. La vittoria di Ferrari invece è arrivata dopo infinite polemiche che non staremo certo a rivangare, ma soprattutto al termine di uno sprint interpretato in maniera perfetta da parte dello sprinter bresciano, nella tappa più lunga dell'intero Giro. Fin qui le note positive; andando a scovare quelle negative, balza agli occhi il nome di Rujano, lo scalatore venezuelano lo scorso anno era stato l'unico che in qualche occasione era riuscito a tenere il passo di Contador ed era quindi molto atteso in questo Giro. Il podio sembrava un risultato alla sua portata ed invece ora è quasi un miraggio, visto che in classifica paga 7'50" alla maglia rosa. Le salite adatte a lui in realtà ancora non sono cominciate ma verosimilmente al massimo potrà rientrare in classifica e piazzarsi nei 10, meglio a questo punto concentrasi sui successi di tappa, provando ad incrementare il bottino di squadra. Tirando le somme Savio può essere ampiamente soddisfatto dei suoi ragazzi.

La Colnago-CSF Inox è una delle due formazioni al via del Giro che schiera solo corridori italiani, in queste prime 15 tappe i ragazzi dui Reverberi non si sono visti all'attacco come gli scorsi anni ma hanno comunque rubato la scena grazie allo splendido successo di Pozzovivo a Lago Laceno. La vittoria ha lanciato tra i grandi personaggi di questo Giro il piccolo scalatore lucano ridimensionato però da una giornata abbastanza storta a Pian dei Resinelli. La top-5 resta alla portata, ma sulle prossime salite dovrà attaccare o in alternativa "accontentarsi" della caccia ad un altro successo parziale. L'altro uomo di punta della Colnago è Sacha Modolo che non ha lasciato il segno come ci si aspettava, per lui un quarto ed un quinto posto di tappa che però non possono bastare visto che i 10 successi dello scorso anno sembravano averlo lanciato in una nuova dimensione. Tra le note liete Gianluca Brambilla autore di un Giro costantemente a ridosso dei primissimi. La presenza di un Pozzovivo nelle prime posizioni della classifica, dopo aver superato indenne la prima settimana di corsa, ha un po' frenato l'animo battagliero della squadra ma non per questo i Colnago non si sono visti davanti. Ampiamente in linea rispetto a quanto atteso alla vigilia.

Fino ad ieri il bilancio della Farnese Vini-Selle Italia era abbastanza deficitario, in quanto non potevano bastare i giorni di Balloni in maglia azzurra e gli attacchi dello stesso Alfredo, di Rabottini, Failli e di De Negri a soddisfare le ambizioni di Scinto che da questo Giro si attendeva 3 vittorie. 3 come le sue punte, Pozzato, Gatto e Guardini, ma tutti e 3 hanno steccato e, se Pozzato è stato costretto al ritiro a causa della caduta nella tappa Frosinone e può essere giustificato in parte, il discorso si fa più critico quando si parla di Gatto e soprattutto Guardini. Il primo non si è mai visto davanti nelle tappe a lui congeniali  però in questo finale di Giro ha ancora un paio di occasioni per lasciare il suo graffio, a Falzes domani quella più ghiotta. Il secondo è arrivato al Giro con grandi aspettative, un inseguimento cominciato lo scorso anno che però non ha dato i risultati sperati, vuoi per l'inesperienza, vuoi per una squadra non proprio abile a lavorare a 60 km/h, non lo abbiamo mai visto sprintare veramente. Una serie di prestazioni che hanno indispettito Scinto che non gli ha fatto mancare qualche strigliatina pubblica. Può tentare il riscatto a Vedelago. A sistemare tutto ci ha pensato Matteo Rabottini, con il suo successo a Pian dei Resinelli. Un successo da solo non può cambiare i giudizi sull'intera squadra, ma questa volta è il caso di farlo, visto il valore dell'impresa del pescarese. Per Scinto si tratta del secondo successo in assoluto sulle strade del Giro. Un successo straordinario dopo 151 km di fuga, di cui una novantina in perfetta solitudine, resistendo al ritorno prima dei contrattaccanti e poi dei big della generale. Ora i giallo fluo potranno vivere queste ultime tappe con più tranquillità ma la voglia di attaccare ancora sarà comunque tanta.

Il Team NetApp, tra le 4 squadre invitate, sulla carta era la più debole ed è l'unica tra queste a non aver vinto nemmeno una tappa. Affermare però che il loro Giro è stato finora anonimo o negativo è comunque ingeneroso. I tedeschi hanno sfiorato il colpo grosso in due occasione, ad Assisi quando Huzarski è stato l'unico che ha provato a contrastare Rodriguez e a Cervinia, quando Barta ha dovuto arrendersi solo ad Amador. Pur non avendo un grande velocista o un uomo di classifica, la NetApp è riuscita a mettersi in mostra, non con fughe scriteriate, ma portando a termine azioni che, come abbiamo visto, l'hanno portata ad un passo dal colpaccio. Qualcuno continua a rimpiangere Garzelli ma certamente questa NetApp, per conto nostro, sta meritando di essere al Giro. Per chiudere in bellezza l'ideale sarebbe una vittoria di tappa e l'impressione è che gli uomini di Jens Heppner abbiano ancora qualche buona cartuccia da sparare.

Vincenzo Piccirillo

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