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Giro d'Italia 2012: È un Giro pieno di doppie punte - Cunego e Scarponi ma anche in casa Astana Tiralongo scalpita | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: È un Giro pieno di doppie punte - Cunego e Scarponi ma anche in casa Astana Tiralongo scalpita

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Cunego-Scarponi, un dualismo interessante per la Lampre. Non è l'unico al Giro © Bettiniphoto

Più si va avanti, in questo Giro, e più non si capisce chi comandi su chi, quale sia il corridore più in forma, in grado di schiacciare gli altri. Non c'è una forbice netta tra i principali contendenti del Giro d'Italia e questo è il primo nonché principale motivo per cui non se ne scorgono ancora i veri protagonisti.Non solo. Oltre a non comprendere in che stato di forma versino realmente i big non si capisce chi sia il leader di quale squadra.

Prendiamo ad esempio la Lampre-ISD: Scarponi vuole conquistarsi sul campo la maglia rosa e dopo Rocca di Cambio, con il marchigiano secondo dietro a Tiralongo ed un Cunego a dire il vero non troppo brillante avevamo descritto uno scenario in cui le gerarchie in casa Lampre vedevano Scarponi capitano unico. Anche oggi all'attacco, Michele non ci smentisce certo rispetto a sette giorni fa, eppure quella seconda punta di lusso che risponde al nome di Damiano Cunego potrebbe essere ben più pericolosa e, chi lo sa, salire di grado.

Oggi, dopo l'atttacco di Rujano sul Col de Joux, il veronese è uscito dal gruppo per portarsi - non senza qualche affanno, va detto - alla ruota del venezuelano. Uno scatto che ha fatto sussultare, anche perché nella discesa successiva il veronese s'è avvantaggiato maggiormente su Rujanito ed ha provato a riportarsi sui battistrada, pur senza successo. Verrà ripreso in salita ma quel che conta per Cunego è aver fatto faticare le altre squadre (leggasi: Liquigas, l'unica di cui si capisca il vero capitano) per inseguirlo. D'accordo, non è il Cunego del 2004 né degli anni seguenti ma è un'arma preziosissima in mano a Michele Scarponi. Il dubbio che sorge immediatamente è: vorrà Cunego mettersi al servizio del marchigiano o proverà a fare corsa a sé? E nella seconda ipotesi, con quale esito?

La gamba non pare malaccio ma per staccare i migliori, che, faticando finché si vuole, l'hanno ripreso in un amen, pare volerci ben altra dinamite. Cunego-Scarponi, la coppia che può davvero far saltare il banco. Perché lo scalatore forse più forte qui al Giro, con una seconda punta così, ha davvero trovato un'arma in più.

A proposito di doppie punte, impossibile non notare la dicotomia in casa Astana. Kreuziger per la vittoria finale ma questo Tiralongo ci sta prendendo proprio gusto. La vittoria di Rocca di Cambio aveva tutto il sapore della giornata di libertà per un onesto gregario. Gregario che, tappa dopo tappa, ha iniziato ad agire pensando con la sua testa. L'attacco sulle facili rampe di Villa Tassani nella tappa di Sestri Levante, sferrato più per smuovere le acque che per volere di Kreuziger («Mi sa che Tiralongo ha agito di testa sua», affermerà scherzosamente il ceco dal palco del Processo alla tappa).

Della vittoria di Rocca di Cambio s'è detto ma da oggi ci si aspettava un Tiralongo al completo servizio di Roman Kreuziger. Invece il siciliano d'Avola ha tenuto il ritmo dei migliori, vinto la volata dei migliori, staccato taqnti dei migliori e persino il suo capitano, che perde 6". Non molti per la tappa né nell'economia della classifica generale ma il segnale dato dagli Astana è questo: ove mai Kreuziger non riuscisse a stare con i più forti abbiamo questo Tiralongo che non scherza affatto. Anche perché, tappa dopo tappa, pare Tiralongo il capitano e Kreuziger un gran comprimario anziché l'opposto.

Tutt'altro discorso si fa per squadre come RadioShack-Nissan, con Fränk Schleck che, pur malconcio, pare tenere ancora bene, Katusha, che punta tutto su Joaquim Rodríguez, e soprattutto Liquigas-Cannondale. La squadra di Amadio corre dalla prima tappa in linea come se avesse la maglia rosa. Tutti davanti, tutti a tirare, tutti per Ivan che aspetta le montagne per fare la differenza (e non è l'unico, a parole). Poi, dopo aver subito in discesa dal Col de Joux l'attacco dell'Astana, che voleva cogliere impreparato Basso sul terreno che meno gli si addice, ecco i verdi in fila salire verso Cervinia. Basso è coperto, l'andatura moderatamente elevata ma tanto basta per non far scattare quasi nessuno.

Chi si sarebbe aspettato che ai -5 fosse proprio la squadra della pseudo maglia rosa (ci pare un termine appropriato, considerate e le ambizioni e l'atteggiamento in corsa) a dissolversi, lasciando il capitanissimo solo soletto ed attorniato dai principali rivali? Quasi nessuno, ma forse qualche meccanismo va migliorato e pure in fretta, altrimenti gli avversari inizieranno a pensare che o la squadra o il capitano stesso non hanno avuto le gambe oggi e, per dirla tutta, sono a corto di energie dopo due settimane di trenate.

Che poi dopo quindici giorni di corsa non si conoscano ancora capitani e gregari se non per qualche eccezione e che non si sia in grado di comprendere le reali forze in campo (allo stato attuale delle cose chi si stupirebbe se a vincere il Giro fosse il pur bravo Hesjedal?) è un altro paio di maniche.

Francesco Sulas

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