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Giro d'Italia 2012: Ferrari humanum est - Dopo lo sbaglio di Horsens, la vittoria | Cicloweb

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Giro d'Italia 2012: Ferrari humanum est - Dopo lo sbaglio di Horsens, la vittoria

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La vittoria di Roberto Ferrari sul traguardo di Montecatini Terme © Bettiniphotodal nostro inviato

Montecatini, patria di terme e di relax, non ha avuto un finale di tappa tranquillo come tutto lo scenario avrebbe indotto a pensare potesse essere: tutt'altro, un'altra volata "spezzata" da una caduta, al termine di una frazione (quella sì) quasi soporifera, e successo, meritato che diamine!, per Roberto Ferrari, alla prima affermazione nella corsa rosa.

La lunghezza della tappa (255 km), il maltempo incontrato sul percorso (un bel tratto di pioggia battente in riva al Lago Trasimeno), la stanchezza per i giorni passati e soprattutto la volontà di risparmiare qualcosa per quelli futuri, hanno prodotto una fuga a 6 partita al km 10, e un andamento lento di chi dietro non ha dovuto fare ritmi folli per contenere il distacco (il vantaggio massimo degli attaccanti non ha superato i 4'50").

Saez, Kaisen, Denifl, Delage, Ponzi e Boaro: questi i 6 fuggitivi; Ponzi non ha resistito a lungo (staccato al km 40), gli altri sono rimasti in testa fino al km 225, ovvero fino al momento in cui Boaro, sentendo il gruppo che era vicinissimo da sin troppo tempo (uno dei più lunghi bagnomaria - tra i 10 e i 20" - che la storia del ciclismo recente ricordi), ha rotto gli indugi andando a cercare un po' di gloria personale.

Ovviamente il corridore della Saxo Bank era destinato ad essere raggiunto, e così è stato, preso ai 14 km dalla Movistar che lavorava per preparare il terreno a un affondo di Giovanni Visconti. Affondo puntualmente giunto sulla salita di Vico, a 12 km dal traguardo.

Poco prima del Campione Italiano si era mosso per la verità Mirko Selvaggi, in compagnia di Dennis Vanendert, ma l'azione del siciliano, che ha trascinato con sé anche Gatto, Tiralongo e Vicioso, è stata più decisa. Agli 11,4 km il quartetto è stato raggiunto dall'avanguardia del gruppo tirato dalla Lampre, ma Visconti non s'è dato per vinto e ha ricominciato a mulinare, e stavolta con lui, Gatto e Vicioso si è mosso Damiano Caruso, davvero convincente in questa prima metà di corsa rosa.

Dopo lo scollinamento al Gpm, sui 4 si sono portati addirittura Scarponi e Kreuziger, ma il resto del plotone era lì, e il ricongiungimento è stato presto fatto. L'unico non presente era Fränk Schleck, rimasto coinvolto in una caudta con Rasmussen al primo passaggio dal traguardo e, dopo aver iniziato la salita in coda al gruppo, attardato di una ventina di secondi a causa di una caduta in gruppo: sarebbero diventati ben 46" all'arrivo.

Superata la buriana dovuta alla salitella di Vico, ci si è ritrovati catapultati direttamente nello sprint, con la Sky a recitare il consueto ruolo di squadra guida, e la Saxo a fare da sparring partner. Ai 2 km un tentativo d'anticipo di Ballan non ha sortito effetti, così come un buco fatto da Ventoso a Visconti agli 800 metri: il tricolore non ha avuto modo di spingere fino in fondo la sua azione, ed è stato ripreso rapidamente.

Le sorprese dovevano comunque ancora venire: sull'ultima curva a destra il treno Sky è infatti deragliato malamente, con Kennaugh uscito larghissimo dalla svolta, e Thomas che gli si è impiantato dietro, provocando peraltro la caduta di Modolo, su cui sono finiti anche Colbrelli, Navardauskas, Impey e JJ Haedo. Della confusione ha provato ad approfittare Vaitkus, partito per una volata lunghissima, ma meglio ancora ha saputo avvantaggiarsi Ferrari, una vera scheggia fuori dalla curva: il bresciano ha saltato il corridore della Orica ed è andato a vincere in maniera nettissima, esplodendo tutta la gioia che aveva dentro, compressa da tanti, troppi piazzamenti, e anche dall'amarezza dell'incidente provocato a Horsens ai danni di Cavendish (ed altri).

Secondo, in rimonta spettacolare ma insufficiente per un successo, Francesco Chicchi; terzo Vaitkus, solo quarto Cavendish. In classifica, a parte i tre quarti di minuto persi per strada da Schleck, non c'è molto da segnalare: il lussemburghese scivola a 2'11" da Joaquim Rodríguez in rosa, per gli altri le distanze restano più o meno invariate. Domani a Sestri Levante potrà arrivare una fuga, dopo un percorso quantomai accidentato. Agguati? Possibile che ce ne sia qualcuno. In ogni caso, sono richiesti agli uomini di classifica occhi aperti e nervi saldi.

Marco Grassi

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