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Giro d'Italia 2012: Ma quale dualismo in casa Lampre? - Scarponi, Cunego ed una gerarchia già stabilita

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Michele Scarponi in azione a Rocca di Cambio © BettiniphotoAd una settimana dal via di Herning dire che il Giro d'Italia abbia emesso già al suo primo arrivo in salita alcuna sentenza sarebbe da folli. Una settimana che, dalla breve cronometro danese all'odierno arrivo di Rocca di Cambio, ha visto cambiare molte maglie rosa ma mai in prima linea coloro che saranno i prim'attori (o così almeno ci si aspetta) della corsa rosa, se si esclude oggi. Possiamo però analizzare da quest'ultima tappa, dalla salita finale e dai 700 metri conclusivi che hanno visto scattare Scarponi, poi beffato dall'ottimo Tiralongo, le gerarchie, vere o presunte, della Lampre.

Una squadra che doveva venire al Giro solo per Scarponi, con gregari di Scarponi e tutti i servigi dedicati a Scarponi. Si trova invece con le gambe (si badi bene, non "tra" ma "con") buone ed il talento di Damiano Cunego. Un dualismo inventato dai giornali, dice il veronese (ma il pensiero è tutto di Roberto Damiani). Può darsi sia così, sta di fatto che i due devono coabitare, collaborando ancora per due settimane per poi sfruttare al meglio le occasioni.

Oggi l'arrivo si addiceva particolarmente a Cunego ed invece il veronese ha lasciato campo libero a Scarponi, che nel finale ha prima agito in progressione, quindi tentato lo sprint, accontentandosi del secondo posto. Gerarchia stabilita? Probabilmente sì. In fondo Damiani l'ha sempre detto che il loro capitano sarebbe stato Scarponi, con Cunego a fare da battitore libero, cacciatore di tappe, a cercare di sorprendere gli uomini di classifica entrando a sua volta in graduatoria.

Prova ulteriore ne è lo scatto del veronese ai -13, quando s'è accodato a Sella, per poi venir ripreso dal gruppo nello spazio di pochi metri. Damiano, insomma, ha tentato di seguire uno scalatore potenzialmente pericoloso come Emanuele Sella ma il gruppo, ben attento e consapevole che l'arrivo di Rocca di Cambio si addiceva al veronese, non gli ha lasciato mezzo metro.

Nel finale, quando Niemiec ha riassorbito l'ultimo moicano José Herrada López, erano in tanti ad aspettarsi la sparata di Cunego più che un allungo di Scarponi ma tutti sappiamo bene come è andata in realtà. E allora? E allora niente. Tutto sta andando come doveva andare nei piani di Scarponi, che è qui per conquistarlo sul campo, il Giro, e di Damiani.

La strada dall'Abruzzo a Milano è ancora lunga e le difficoltà saranno notevoli, sia per Michele che per Damiano. Gli avversari non staranno certo a vedere e proveranno in ogni modo a mettere i bastoni tra le ruote alla coppia Lampre. Il fatto che Cunego non ci abbia provato ieri, dove le pendenze e le strade potevano essergli favorevoli, né oggi, dove l'arrivo era preceduto da una discesa che poi lanciava senza rampe estreme, il tipo di arrivo che piace a lui, può essere un segno che Cunego è qui per far classifica. Un Damiano da classifica a fianco di un Michele pronto per indossare, stavolta per davvero e sulla strada, la maglia rosa. Dualismo sì, perciò, ma conciliabile, se non potenzialmente esplosivo, per gli avversari.

Dice: ma come, Kreuziger è così tranquillo, così in forma, così protetto dalla sua Astana, da lasciar sprintare il fido Tiralongo e Scarponi, pur partendo da primissima punta della Lampre, esce allo scoperto in prima persona, giusto per far capire chi porta i pantaloni in casa Lampre? La chiave di lettura è tanto interessante quanto fantasiosa. Sicuramente Kreuziger gode di una forma fin troppo buona per poter reggere sino alla terza settimana - la vittoria del ceco è tutt'altro che lontana, anzi! - mentre Scarponi è partito volutamente più piano rispetto agli altri anni, per dare tutto probabilmente nel finale.

Consapevole di ciò, l'Aquila di Filottrano avrà voluto far vedere che ne ha e che Cunego potrà essere un valido aiuto per la conquista della rosa ma non certo un'alternativa. Se Damiani è partito con un capitano e mezzo per lasciar decidere la strada su chi puntare oggi ha avuto una piccola risposta ma già domani, lungo la salita di Lago Laceno, il ruolo che ha occupato oggi Scarponi potrebbe essere di Cunego. In fondo, la Lampre è partita per vincere ed ha due uomini su cui può contare; ha conquistato ieri la rosa con il giovane Adriano Malori, che oggi s'è visto costretto a cedere, come ampiamente preventivato. È ancora in corsa per tutte le graduatorie.

Insomma, di che stiamo parlando? Il Giro è appena iniziato, le prime difficoltà si sono palesate ieri ed oggi ma sono nulla in confronto a ciò che attenderà i girini nell'ultima settimana (ed anche prima). Scarponi la punta, Cunego il vice con licenza di togliersi qualche soddisfazione, tattiche e gambe permettendo. Ha ragione il veronese quando dice che il dualismo distruttivo in casa blu-fucsia è un'invenzione dei giornali. O almeno questo fino ad ora ha detto la strada.

Francesco Sulas

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