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Giro d'Italia 2012: Pozzato&Visconti, occasione persa? - Probabilmente sì, però...

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Filippo Pozzato e Giovanni Visconti si sono piazzati nelle prime posizioni del gruppo nella volata per il sesto posto © Foto Bettini

Tutte le volte che al Giro d'Italia la fuga va in porto e che i nomi più blasonati (siano essi velocisti per le tappe facili, uomini da classiche per quelle intermedie o scalatori nelle grandi salite) non si danno battaglia la domanda da porsi è d'obbligo. Chi dei grandi ha perso una bella occasione per vincere una tappa?

La risposta oggi non è semplicissima da darsi. A guardare l'ordine d'arrivo, alle spalle dei fuggitivi salta all'occhio il nome di Pippo Pozzato, nome che già circolava in mattinata tra quelli dei possibili vincitori. La condizione del veneto sembra buona, la tappa era perfetta per le sue caratteristiche, cosa non ha funzionato? Innanzitutto la Farnese Vini è stata penalizzata dalla foratura di Balloni che era nel gruppo degli attaccanti e avrebbe quantomeno potuto rimanere con i primi fino alla fine e - anche se con il Rubiano visto oggi pare un'ipotesi azzardata - giocarsi lui le chance di vittoria o quanto meno provare a difendere la maglia azzurra. C'è anche da dire che gli uomini di Scinto in un certo frangente della corsa si sono impegnati affinché la fuga non accumulasse troppo vantaggio, ma nel momento decisivo si sono trovati a corto di forze (il solo Failli è rimasto nel finale con Pozzato nel gruppo "buono") e quindi, a posteriori, si può tendere a giustificare il loro mancato inseguimento. Male Gatto, che in questi primi giorni pare in calando di condizione, benino Guardini che, dopo la débacle di ieri, è riuscito ad arrivare al traguardo qualche minuto prima di velocisti ben più blasonati di lui.

Sorte simile, anzi, probabilmente peggiore, è capitata alla Movistar di Giovanni Visconti. Dal poter dormire sonni tranquilli per la presenza di Pablo Lastras (che avrebbe tranquillamente potuto lottare con Rubiano per la vittoria parziale, forse prendere la maglia, chissà, magari con la prospettiva di poterla tenere anche qualche giorno...) nel drappello dei battistrada all'incubo del ritiro dell'iberico. A quel punto il tempo per cercare di rimediare c'era e il fatto di leggere i nomi di tutti gli otto rappresentanti della squadra di Unzue nel gruppo dei big con la presenza in particolare di Ventoso, l'unico velocista di un certo calibro ad essere rimasto lì, non fa che amplificare la sensazione di occasione perduta. Una possibile chiave di lettura per un errore abbastanza marchiano può essere la seguente. Con Intxausti, Samoilau, Pardilla e Bruseghin che possono ancora ambire ad avere i gradi di capitano per la classifica finale, quali sarebbero stati gli uomini da sacrificare?

Gli altri due uomini da classiche d'eccellenza di casa nostra rispondono ai nomi di Enrico Gasparotto e Alessandro Ballan. Il primo è giustificato dalla presenza di Dyachenko (poi quarto al traguardo) tra i battistrada e dal preciso volere di Martinelli di costruire una squadra in cui il solo Kreuziger (ricordate le Mercatone Uno e le Saeco del tecnico bresciano?) abbia tutti gli uomini a disposizione. Per il secondo pare sia stata proprio una questione di poche gambe, come candidamente ammesso subito dopo l'arrivo.

Per assistere alla prossima frazione adatta agli stessi protagonisti non dovremo che attendere qualche giorno. Dopo che la classifica si delineerà un pochino tra Rocca di Cambio e Lago Laceno gli atleti saranno attesi da quattro tappe che potrebbero (anzi per qualcuna è certezza quasi matematica) sfuggire alle ruote veloci. A Frosinone l'arrivo è molto simile a quello del 2005 quando il gruppo, sotto i colpi di Bettini si frantumò sull'ultimo dentello, ad Assisi ci sarà un finale molto complicato e la battaglia è assicurata, a Montecatini, il giro del Vico può stuzzicare la fantasia di parecchi e infine il traguardo di Sestri arriva dopo una sfilza di saliscendi che possono stuzzicare anche qualche imboscata per i giochi di classifica. Quindi, a chi è rimasto deluso dalla tappa di oggi, basta solo pazientare...

Giuseppe Cristiano

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