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Giro d'Italia 2012: Prima salite, prime sofferenze - Da domani occorrerà grande attenzione

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Diversi corridori già oggi hanno perso contatto © Bettiniphoto

Con il rientro in Italia del Giro d'Italia la corsa rosa è entrata in una fase completamente diversa dalla precedente e i 209 chilometri tra Modena e Fano sono stati la rappresentazione ideale di questo cambio di scenario: i piattoni della Danimarca sono infatti ormai un lontano ricordo e oggi, in una tappa comunque classificata all'unanimità come ideale per i velocisti, sono bastate appena un paio di salitelle non più lunghe di due chilometri per far staccare una quarantina di corridori, tra cui alcuni uomini che erano indicati come favoriti per questo traguardo. E anche all'arrivo si è formato un piccolo buco in volata, appena 5" ininfluenti ma che comunque possono essere un segnale.

Le indicazioni che si possono trarre da questa frazione è che gli uomini di classifica e le loro squadre sono stare sempre ben vigili e attenti nelle prime posizioni del gruppo: magari non ci sarà più il temutissimo rischio di ventagli come in Danimarca ma le insidie sono sempre numerose e può bastare davvero poco a lasciare per strada qualche decina di secondi, probabilmente non decisiva ma sicuramente non gradita se si va ad aggiungere a qualche secondo di troppo già accusato nelle cronometro.

In quest'ottica quindi può essere positiva la scelta odierna della Liquigas di mettere tutti gli uomini in testa al gruppo nella fase più calda della corsa: il consumo di energie alla fine non è stato elevato se rapportato alla voglia di non correre rischi con Ivan Basso; e poi la Liquigas non è nuova a tenere un atteggiamento simile anche in tappe interlocutorie e da questo sono poi nati anche dei mezzi capolavori come quello di Córdoba (con altri interpreti) alla Vuelta 2011.

Comunque se oggi la breve e facile ascesa di Gabicce Monte ha fatto già un minimo di selezione, allora ci possiamo aspettare qualcosa di molto interessante nelle prossime tre tappe: sabato e domenica, con la salita verso il traguardo, sarà forse più facile decifrare la tappa, domani invece il terreno è veramente insidioso, 210 chilometri senza quasi un metro di pianura, un tratto di sterrato e tante salite, alcune brevi e ripide, altre un poco più lunghe. Difficile ipotizzare cosa succederà in corsa, forse prevarrà l'attendismo e rimarrà davanti un gruppetto di circa 60 o 70 corridori a giocarsi la volata, forse avrà fortuna una fuga da lontano visto che il terreno non sarà proprio quello ideale per chi deve inseguire, o forse ancora assisteremo ad una frazione interpretata come una classica e allora lì saranno dolori per molti.

La cosa certa è che chi vuole vincere il Giro dovrà stare molto concentrato e sempre nelle posizioni d'avanguardia del plotone, soprattutto negli ultimi 60 chilometri visto che ci saranno almeno sei salite brevi ma impegnative tutte in rapida successione; lo spazio per recuperare sarà veramente esiguo. Finalmente inizierà una corsa completamente diversa.

Sebastiano Cipriani

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