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Giro del Trentino 2012: Una selezione Darwiniana - Atapuma sul Pordoi, Pozzovivo vince la classifica generale | Cicloweb

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Giro del Trentino 2012: Una selezione Darwiniana - Atapuma sul Pordoi, Pozzovivo vince la classifica generale

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Il colombiano Darwin Atapuma vince in solitaria tra la neve del Passo Pordoi © Bettiniphoto

Non fosse che nel prossimo Giro d'Italia troveremo anche delle discese, ad oggi potremmo dire che Domenico Pozzovivo lo vincerà con una gamba sola, per come va in salita. Dopo aver domato le rampe di Punta Veleno fa vedere di essere il più forte anche su una salita che non è affatto esordiente nel ciclismo, quella del Passo Pordoi. La vittoria di tappa va al colombiano Darwin Atapuma, portacolori della Coldeportes. Con uno scatto secco nel finale s'impone sul connazionale dell'Acqua e Sapone Betancur e sul leader, Domenico Pozzovivo, che una volta fatta la selezione si accontenta del podio di tappa e della vittoria della corsa, la prima importante gara a tappe ad entrare nel palmarès del 29enne lucano.

Dal punto di vista delle condizioni meteo la giornata non è delle migliori per salire ai 2239 metri del Passo Pordoi; ancora innevato, è altresì immerso in una bufera che per un paio d'ore fa tremare la giuria. Sciolte le riserve, arriva il via libera: si può salire fino ad uno dei valichi più amati da ciclisti e dagli sportivi in generale. Scatti e controscatti si succedono dopo la partenza da Castelletto di Brenzone (ai piedi di Punta Veleno, per capirci) ma per la prima ed unica fuga di giornata bisogna aspettare ben 60 chilometri, con Brian Vandborg e Reto Hollenstein che vanno in avanscoperta. Dietro la Colnago-CSF del leader Pozzovivo si mette a tirare per tutta la Val di Fassa per poi farsi da parte quando subentra la Liquigas: con uno Szmyd a 49" da Pozzovivo pure Basso si mette al servizio del polacco. Provarci è d'obbligo. A Canazei i fuggitivi hanno solo 40" sul gruppo che li riprende sulle prime rampe. Poco prima dell'inizio della salita da segnalare una brutta caduta che coinvolge, tra gli altri, Phinney, Frapporti ed Ascani (è il Farnese ad avere la peggio).

Rujano scatta subito in faccia a Basso, capofila della Liquigas, gregario per un giorno, ma viene subito ripreso dai verdi; ci riproverà ai -7.5 km, stesso esito. Nel frattempo inizia a nevischiare e la selezione da dietro vede Di Luca e Scarponi (tra i tanti) staccarsi. Davanti resta Capecchi, ultimo uomo di Szmyd, quindi Betancur, Pozzovivo a ruota del più vicino in classifica, Damiano Cunego; quindi Roman Kreuziger, Darwin Atapuma, Pierre Rolland, Hubert Dupont, Josè Rujano e Rubiano.

Ai -4 km Kreuziger, che pareva in forma smagliante (e che ha ammesso di non aver sbagliato rapporto a Punta Veleno), si stacca dal gruppo dei primi. In meno di 1000 metri c'è l'attacco di Dupont. Il francese dell'AG2R La Mondiale tiene i primi a distanza per un po', quindi viene riassorbito, anche perché ora in testa c'è il miglior scalatore (sia come maglia che come gamba) del Giro del Trentino, Domenico Pozzovivo. Gli ultimi due chilometri li percorre in piedi sui pedali, cadenza abbastanza agile, velocità di crociera che sale vertiginosamente. Si staccano non pochi e restano alla ruota del lucano Betancur, Cunego, Szmyd e Atapuma.

Ultimo chilometro. All'ennesima accelerata di Pozzovivo, sui pedali tra la neve del Pordoi, cedono Cunego e Szmyd. Atapuma e Betancur pure si staccano ma approfittano delle dolci pendenze di un tornante per rientrare su Pozzovivo. Quando il leader della corsa e Betancur vedono la salita terminare ed il traguardo all'orizzonte vengono gelati (ancor di più, non bastasse il nevischio) dallo scatto di Atapuma. Betancur lo segue ma il Coldeportes ormai è andato a vincere. Per Betancur seconda piazza d'onore (anche nella tappa vinta da Cunego si piazzò) in questo Giro del Trentino, per Atapuma prima vittoria da professionista. Pozzovivo esulta per la conquista di una corsa a tappe breve ma assolutamente importante. In classifica Cunego segue a 40", terzo Szmyd a 1'04", quindi Betancur, Rujano, Kreuziger, Dupont (interessante la prova del transalpino), Atapuma, Pinotti e Frank.

Ma cosa ci hanno detto queste quattro giornate di gara in prospettiva Liegi ed ancor di più in vista del Giro? Per la doyenne abbiamo sicuramente un Damiano Cunego che s'è visto in palla: sempre davanti anche in salite che soltanto pochi mesi fa l'avrebbero visto tagliato fuori dalle prime posizioni, il veronese della Lampre ha saputo cogliere un'importante vittoria, sprintando in salita su Betancur e Kreuziger. Alla Liegi gli avversari saranno ben altri ma, insieme a Vincenzo Nibali, è senza dubbio lui l'uomo su cui puntare domenica.

Discorso che ci porta al Giro d'Italia, che Damiano disputerà insieme a Scarponi (non in appoggio, come avevamo scritto qualche giorno fa); la strada deciderà chi sarà il più forte ma non è affatto da escludere che sulle salite del Giro, impegnative ma in fondo non durissime, sia proprio Cunego la punta. Scarponi s'è visto ancora indietro, i casi sono due: o il marchigiano ha voluto ritardare la condizione per essere al top nella terza settimana o qualcosa è andato storto durante l'inverno. Anche qui soltanto la strada ci darà una risposta. Spiace non vedere sulle strade della corsa rosa i colombiani della Coldeportes (Atapuma a parte, in verità fino ad ora han combinato ben poco, giustificando a stento i parecchi inviti ricevuti) e l'Acqua e Sapone che aveva in Betancur ancor più che in Di Luca la sua punta di diamante. Ci sarà invece un Kreuziger che pare giunto alla maturità agonistica e vuol raccogliere qualcosa dopo molti anni di semina. Gadret non ha impressionato ma può essere benissimo che si sia nascosto e che l'AG2R punti su di lui e su Dupont. Se l'Acqua e Sapone non verrà invitata, ci saranno invece in Revs boys, con questo Pozzovivo che in salita non teme rivali. Semmai la discesa e gli intoppi che potrà trovare in pianura, insieme ad una squadra non proprio esperta (parole del lucano), saranno il suo tallone d'Achille.

Per concludere, Ivan Basso: era al Trentino per cercare riscontri positivi in ottica Giro, appunto. Rimasto attardato nella seconda tappa dopo il Redebus, sviato nell'approccio a Punta Veleno, ha di fatto passato i gradi di capitano a Szmyd, che se l'è cavata alla grande, pur non essendo un uomo da GT (non un capitano, almeno). Da martedì l'ultimo test per il varesino, il Giro di Romandia. Nel caso non si dovesse trovare a proprio agio preferirebbe rinviare la partecipazione alla corsa rosa per favorire compagni più in forma di lui. Avanti di questo passo, consigliamo a Nibali di scaldare i motori e preparare la valigia per Herning. Sempre che Ivan Basso non ci smentisca sulle strade della Svizzera Romanda.

Francesco Sulas

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