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Freccia Vallone 2012: Frecciatine o attacchi veri? - Verso Huy tra attendismo e maltempo | Cicloweb

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Freccia Vallone 2012: Frecciatine o attacchi veri? - Verso Huy tra attendismo e maltempo

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Il gruppo affronta le rampe del Muro di Huy © cyclingweekly.co.uk

Huy, Freccia Vallone ed una salita davvero corta per molti, infinita per la maggior parte del gruppo. Lì si decide questa corsa giunta alla sua 76ma edizione e vinta lo scorso anno dal vallone Philippe Gilbert.

Dodici mesi fa non se lo sarebbe aspettato nessuno (o comunque in pochi), un trionfo di Phil su cotanto muro ed invece il campione belga tirò fuori dal cilindro uno dei migliori conigli della sua carriera, stupendo quasi tutti gli spettatori e gli addetti ai lavori.

Un anno più tardi non è o stesso Philippe; sta ritornando in forma dopo i recenti bagliori dell'Amstel ma sarebbe una bugia affermare che questo Gilbert è solo lontano parente di quello ammirato un anno fa, il muro di Huy percorso come se fosse una côte qualsiasi.

Gara di 194 km, non moltissimi, però belli intensi. Si parte da Charleroi e ci si avvicina al traguardo tra i saliscendi che queste zone del Belgio offrono; dopo 70 km la prima ascesa del muro di Huy, ininfluente ai fini del risultato finale ma che servirà comunque ai protagonisti, che già lì potranno capire se la gamba c'è o meno.

Niente di pazzesco le cinque côtes successive prima di tornare a scalare il muro. Nessuno attaccherà nemmeno al secondo passaggio, mancheranno una ventina di km alla conclusione.

Da qui al traguardo si farà la differenza; il Muro, ovviamente, sarà decisivo, ma vietato sottovalutare le due nuove côtes inserite nel percorso rispetto al 2011. la prima sarà la Côte d'Amay, nulla di particolare: novità interessanti riserverà invece la Côte de Villers-le-Bouillet, posta a meno di 10 km dall'arrivo e con tratti al 14%, potrebbe fare discreti danni.

Chi sopravviverà a questo miscuglio di côtes e muri (sempre lo stesso, alla fine) dovrà fare i conti con il simbolo della Freccia Vallone, quel Muro di huy che ha fatto la storia per molti, ha distrutto ambizioni di altri, non è mai stato digerito da altri ancora.

Prendere al meglio questa rampa di 1300 metri al 9.8% di pendenza media è un'impresa: partire troppo presto è sinonimo di piantarsi e venire passato a doppia velocità dai più adatti a queste pendenze me se si parte troppo tardi si rischia di non rientrare più su chi s'è avvantaggiato. La via di mezzo in questo caso è quella giusta e la scelta di tempo importante qui più che altrove. Fuori i nomi per la vittoria, a questo punto!

Joaquim Rodríguez è l'uomo più indicato per queste pendenze; all'Amstel ha deluso, diciamo pure steccato, ma questi terreni sono il suo pane. Al Giro dei Paesi Baschi si è imposto sulle rampe di Bera, pendenze simili a quelle di Huy, e nessuno è riuscito a tenere il suo ritmo.

Alle sue spalle la coppia belga formata da Vanendert (che quest'anno non dovrà più supportare Gilbert, l'anno scorso fece 6° lavorando per il vallone) e Gilbert, che pare sulla strada giusta per tornare quello di 12 mesi fa (ma la condizione giusta per vincere è ben lontana, sia chiaro).

Parlando di condizione, come non citare un Enrico Gasparotto poco adatto a pendenze tanto severe ma sorretto da una forma che gli ha regalato la prima Amstel (poca schiuma e tanta sostanza per il friulano dell'Astana). Potrebbe terminare tra i primi cinque, forse addirittura a podio.

Occhio a Valverde, non un fulmine di guerra all'Amstel ma qui già vittorioso nel 2006, impossibile quindi non calcolarlo. Ci saranno poi in gara gli Schleck ma abbiamo ragione di pensare che i due lussemburghesi, specie Andy, avranno la testa già alla Liegi di domenica.

Ancora, sono da considerare i nomi di Antón, dei colombiani Henao, Urán e Duarte, quartetto che può tenere le ruote di Purito anche su pendenze estreme, nonché dei due olandesi Mollema e Gesink (più in forma il primo, più esperto il secondo).

Che si dice in casa Italia? Che a Huy ha suonato l'inno di Mameli per ben quattro volte negli ultimi dieci anni ma è dal 2009 (vinse Rebellin) che non si vince in cima al Muro. Nibali punterà alla Liegi ma potrebbe provare qualcosa, invece Visconti ha nelle sue corde un buon piazzamento alla Freccia. Di Gasparotto s'è già detto mentre altri che potrebbero ben figurare sono Ulissi e Nocentini.

Un Muro arcinoto, in cima al quale è impossibile non andare fuori giri; un percorso rinnovato nell'ultima parte, con la Côte de Villers-le-Bouillet a creare ulteriori problemi, non bastasse il Muro di Huy. C'è infine da segnalare un meteo che gli esperti definiscono non propriamente come primaverile e che potrebbe davvero fare la selezione in caso di freddo intenso e pioggia. È il bello delle gare del Nord: le aspettiamo tutto l'anno, le conosciamo a menadito, eppure non sappiamo mai cosa ci riserveranno.

A questo link la startlist ufficiale

Francesco Sulas

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