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Giro d'Italia 2012: Ma quanti neofiti! Ecco le risposte - Allegro vademecum per chi il ciclismo proprio non lo mastica

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Acrobazie per spiegare il ciclismo ai neofiti © Bettiniphoto

Quante domande vengono sollecitate da una grande gara a tappe? Tante. Alcune, francamente risibili: in effetti capita, in occasione di un Giro (o di un Tour), che si ritrovino a seguirlo persone che in genere masticano poco ciclismo, ma che vengono coinvolte dalla forza dell'evento. Per queste persone (e per i loro amici, che così non dovranno dare mille spiegazioni insulse), un vademecum con alcune nozioni di base, utili se si vuole seguire il Giro d'Italia con un minimo sindacale di cognizione di causa!

Ma come, Petacchi ha vinto 9 tappe ma non il Giro d'Italia?!?
La classifica di una corsa a tappe si determina in base ai tempi e non alle vittorie o ai piazzamenti. Può anche succedere che un corridore vinca 20 tappe con un po' di margine, ma nella 21esima perda 2 ore e si ritrovi quindi dietro, in classifica. Spesso, tra l'altro, chi vince molte tappe è un velocista, con caratteristiche quindi che cozzano col "fare classifica", ovvero col tenere bene sulle grandi salite (laddove si scavano i maggiori ritardi).

Cipollini corre ancora?
Benché leggendo la Gazzetta si potrebbe pensare che sì, in realtà Re Leone si è ritirato da anni dal ciclismo pedalato. Ma sicuramente sarà al Giro nel ruolo di promoter di se stesso...

Come mai, se è Giro d'Italia, parte dalla Danimarca?
Per lo stesso motivo per cui la finale della SuperCoppa italiana di calcio si gioca in Cina. Chi ospita una tappa paga un tot agli organizzatori, e per ospitare la partenza si paga ancor di più... per ospitare una partenza all'estero, poi, non ne parliamo... Ecco che così tutto si spiega.

Che cosa indica la maglia rosa?
La maglia rosa è la casacca speciale che viene indossata dal corridore primo nella classifica generale. Oltre a questa, ci sono (quest'anno) la maglia rossa per la classifica a punti, la maglia azzurra per la classifica di migliore scalatore e la maglia bianca per la classifica di miglior giovane.

Quanto è lunga una tappa?
In genere, nel ciclismo odierno, tra i 150 e i 220 km, con qualche eccezione al di sopra o al di sotto di questo range. Le cronometro sono molto più brevi, e di rado superano i 50 km.

Ma davvero 200 km?!?!? E quanto dura una tappa?
Indipendentemente dal percorso, si può fare una media di 40 km all'ora senza temere di sbagliare di troppo.

E la cronometro, invece, che cos'è?
È una tappa in cui anziché partire tutti insieme, si gareggia uno per volta, e vince il concorrente che ha fatto segnare il tempo migliore. La cronometro è una gara con se stessi, in cui non si può avere l'aiuto della squadra né sfruttare le scie.

Scie? Che cosa s'intende per scie?
Chi pedala col vento in faccia fa quasi il doppio della fatica di chi gli sta alle spalle, e in quella posizione si vede fendere l'aria da chi lo precede. È un discorso che va a interessare concetti di fisica e per il quale la via più breve alla comprensione è l'accettazione fideistica. Della serie: fidatevi, è così, a stare a ruota (ovvero alle spalle di uno che ti fende l'aria) si risparmia fatica.

Come fanno i corridori a fare la pipì?
Quando non si fermano appositamente, si accostano a bordo strada, distendono la gamba più vicina al bordo della strada stessa, e con una certa nonchalance tirano fuori la pistola ad acqua ed espletano quel che devono espletare. A volte, in momenti giustamente drammatici, se la fanno direttamente addosso.

Non sarebbe logico fare tappe più brevi per evitare il doping?
Se è per questo potremmo anche mettere un motore nelle bici per evitare che facciano del tutto fatica. Ma lo potremmo chiamare ancora ciclismo?

Come fanno ad andare così veloci su salite che con la macchina le fai a fatica?
Sono allenati.

Se a vincere è uno solo, a che serve la squadra?
Questo discorso si lega in parte a quello delle scie: se un corridore ha una squadra forte, in grado di tirare (ovvero imporre l'andatura al gruppo) molto e annullare gli attacchi degli avversari, ne ricava un grande beneficio. Parimenti, il gran tirare dei compagni, stancando i rivali, può essere propedeutico a un attacco del capitano. Inoltre avere dei compagni di squadra vicini può facilitare in caso di guai meccanici (il gregario ti dà la sua ruota, se tu capitano hai forato).

Chi sta vincendo? E ora? E ora?
Tipica domanda da gruppo compatto: in questi casi non c'è un corridore "che sta vincendo", e chi è temporaneamente in testa al plotone per tirare lo fa per pochi secondi, dopodiché cede il posto a un collega. In questi casi si attende o l'attacco di qualcuno (che si avvantaggi sul gruppo almeno di qualche secondo), oppure la volata conclusiva.

Come fanno a non cadere con quelle ruote così sottili?
Non è che non cadono, possiamo semmai chiederci se siano fatti di gomma, visto che tendono a rialzarsi subito.

Ancora a guardare 'sto Giro d'Italia? Ma non era ieri?
Il Giro d'Italia, così come il Tour de France e la Vuelta a España, è una gara a tappe di 3 settimane, anche se McQuaid non la pensa così.

Chi è questo McQuaid?
Nessuno per cui valga la pena spendere troppe parole.

Perché i corridori buttano via le borracce?
Perché in alcuni frangenti non c'è il tempo o il modo di porgerle educatamente alla propria ammiraglia (ovvero la vettura in cui ci sono il direttore sportivo e in genere un meccanico).

Perché il secondo della classifica non attacca nell'ultima tappa? Ha solo 2' di ritardo!
2' nel ciclismo (tantopiù quello contemporaneo) sono un'eternità. In condizioni normali (ovvero non considerando cadute o incidenti meccanici o fughe bidone) si possono perdere solo in una tappa di montagna o in una cronometro. E si possono guadagnare praticamente mai.

Ma quei due corridori hanno 10 minuti di vantaggio? Ma quindi hanno vinto!
Non è assolutamente detto. È la norma che chi va in fuga da lontano possa guadagnare molto terreno, ma poi in genere il gruppo recupera tutto il gap, perché davanti tirano in pochi mentre dietro inseguono in tanti, che si danno il cambio in testa al plotone tenendo un'andatura più alta di quella che possono raggiungere gli attaccanti.

Perché vanno in fuga se poi vengono ripresi?
Perché poi c'è sempre quella volta in cui il gruppo sbaglia i calcoli e si lascia sfuggire gli attaccanti. E se non ci si prova, non si potrà mai essere tra quelli che sfuggono al controllo del plotone.

Cos'è una fuga bidone?
È una fuga che spesso ha successo nella prima parte di un grande giro, e riesce ad arrivare al traguardo con molti minuti di vantaggio, permettendo così a corridori di seconda fascia al suo interno di provare a fare classifica, ovvero a duellare coi più forti provando a preservare il vantaggio accumulato nella fuga. A volte qualcuno di costoro riesce a vincere o quantomeno a piazzarsi (ultimo caso, David Arroyo al Giro 2010).

Come mai il primo e l'ultimo di un gruppo hanno lo stesso tempo?
È vero che tra il passaggio al traguardo del primo del gruppo, e il passaggio dell'ultimo, passano dei secondi. Ma vengono considerati tutti con lo stesso tempo perché il distacco si conteggia se ci sono almeno 16 metri di margine tra un corridore e l'altro.

Marco Grassi

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