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Amstel Gold Race 2012: Enrico, una carriera giunta al suo apice - E ora il ct Bettini può sperare

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Enrico Gasparotto, protagonista all'Amstel Gold Race © Bettiniphoto

Nonostante il suo non sia tra i nomi altisonati che siamo abituati a sentire sulla bocca dei tifosi di ciclismo, Enrico Gasparotto è tutt'altro che un signor nessuno.

Da 23enne neoprofessionista, il friulano di Sacile si presentò in maglia Liquigas alla partenza del campionato italiano 2005 con già una vittoria in carniere, colta in una volata alla Volta a Catalunya e battendo, tra gli altri, un certo Thor Hushovd. Ma il bello doveva ancora venire... Sfruttando un percorso perfetto per le sue caratteristiche riuscì a bruciare Pozzato nello sprint che assegnava la maglia tricolore di cui fece bella mostra per i dodici mesi successivi che, a dir la verità, non furono molto fortunati per lui a causa di problemi fisici. Insomma, un esordio col botto difficile da dimenticare per un ragazzino che aveva tutte le carte in regola per sfondare.

L'annata 2006, come detto, fu condizionata (l'unica vittoria arrivò in settembre, al Memorial Cimurri), mentre il 2007 fu l'anno dell'esordio, sempre con la divisa verdeazzurra, al Giro d'Italia. È anche questa prima volta sarà difficile da dimenticare, per lui e per tutti gli appassionati. Nella cronosquadre inaugurale la Liquigas vola sul percorso della Maddalena e tutti aspettano Danilo Di Luca vestito di rosa sul podio. Dell'abruzzese i tifosi invece sentiranno solo gli imprechi, rivolti proprio al giovane compagno di squadra, colpevole di non aver tirato i freni (per usare un eufemismo) ed essere quindi passato lui per primo sul traguardo, indossando così le insegne del primato (che porterà per due giorni). Irriverenza o solo un po' di confusione? I toni in ogni caso si stemperano subito ed Enrico sarà un preziosissimo gregario per Danilo che andrà a vincere la corsa rosa.

A fine stagione la decisione di cambiare aria, destinazione Barloword e i risultati non sono affatto negativi a cominciare da una splendida Tirreno-Adriatico, chiusa al secondo posto duellando spalla a spalla con Cancellara, passando per una Tre Giorni di La Panne persa solo nell'ultima cronometro e chiudendo con la vittoria dello Ster Elekrotoer e di una bella classica estiva come il Giro di Romagna.

Ma al termine del 2008 arriva l'offerta della Lampre ed è difficile rifiutare. In fin dei conti, però, spesso Enrico si ritroverà a far da gregario a Cunego, specie nelle classiche delle Ardenne per le quali, però comincia a far intravedere una certa predisposizione, con la presenza costante nei frangenti decisivi.

E allora altro cambio, per cercare di capire fino in fondo se, correndo da (co)capitano, si possa puntare veramente al colpo grosso, a una di quelle classiche che, in fondo, possono cambiarti una carriera. La risposta non tarda ad arrivare: dopo la bellissima affermazione nella dura tappa di Colmurano alla Tirreno-Adriatico, Gaspa è ottimo terzo all'Amstel Gold Race, dietro a un imprendibile Gilbert e a Hesjedal, ma davanti a Cunego (che bella soddisfazione!) e a altri habitué delle côte. Arriva quindi in questi frangenti la consapevolezza che il successo non è poi così lontano e infatti eccolo qui, due anni dopo, su quello stesso Cauberg, riuscire questa volta a contenere la sfuriata di Gilbert e piazzare la zampata vincente, salendo sul podio ad assaporare quella birra che sarà sembrata un nettare dolcissimo.

Il Cauberg, manco a farlo apposta, sarà il protagonista indiscusso dei prossimi Campionati del Mondo olandesi. E infatti sul traguardo, tra i primi a complimentarsi con Enrico, c'è il ct Paolo Bettini che già gongola all'idea di poter avere la possibilità di schierare un atleta con un feeling importante con questa côte, un jolly da poter giocare in ogni momento della gara iridata e che, oggi, su queste strade ha dimostrato di non temere confronti con chicchessia.

Giuseppe Cristiano

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