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Ronde van Vlaanderen WE 2012: Arndt e Armstrong, splendido déjà vu - Judith su Kristin come nel 2008. Longo Borghini 23ma

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Come nel 2008, Judith Arndt precede Kristin Armstrong al Giro delle Fiandre © uci.chNon è uno scherzo, anche se la data farebbe pensare a questo. Non è nemmeno il 2008, anche se l'ordine d'arrivo, almeno delle prime due, ci rimanda a quell'anno. Allora Arndt su Armstrong, quindi Wild. Oggi la tedesca prevale ancora sulla statunitense, con Kirsten Wild quarta, preceduta solo dalla canadese Joëlle Numainville.

Senza la leader di Coppa Marianne Vos, messa KO da un'influenza e costretta a rimandare all'anno prossimo la conquista dell'unica corsa monumento che le manca, le carte sono rimescolate. I riferimenti saltano, o meglio, cambiano. Fin dalle prime battute gara molto movimentata.

Scatti, controscatti, una fuga va via ma il colpo di scena avviene dopo la scalata del Kruisberg, quando il gruppo si fraziona in due parti. Dietro rimangono, tra le altre, la vincitrice del 2011, Annemiek Van Vleuten, e la Campionessa Olimpica di Beijing, Nicole Cooke.

All'imbocco dell'Oude Kwaremont allungano Andrea Dvorak (Usa) ed Evelyn Stevens (Specialized-Lululemon). Le due si prendono qualche secondo di margine mentre dietro il primo gruppo viene ripreso dalle ragazze rimaste più indietro. Le due che emergono dall'Oude Kwaremont sono però coloro che si giocheranno al vittoria finale: Judith Arndt e Kristin Armstrong.

Inseguono ad una ventina di secondi Evelyn Stevens, Emma Johansson ed Andrea Dvorak, posizionatasi lì in ruolo di stopper (è compagna di Nazionale della Armstrong).

Il gruppo segue non molto lontano, tant'è che queste tre verranno riprese nello spazio di pochi chilometri. Chi invece incrementa il vantaggio è la coppia di testa; Armstrong ed Arndt sono due passiste più che buone ed in breve guadagnano 25" sul gruppo, vantaggio che raddoppierà atttestandosi attorno al minuto.

Superati Paterberg ed Hoogberg la partita è ormai chiusa: con 16 km da percorrere Arndt ed Armstrong possono vantare ben 1'37" sul gruppo che ha ripreso le tre contrattaccanti e cerca di portare a termine un vano inseguimento.

Nel 2008 la Ronde femminile partì da Oudenaarde per arrivare a Meerbeke ma il vero viaggio è il ritorno e così la coppia di testa, la stessa di quattro anni fa, si dirige a tutta velocita verso Oudenaarde.

È sprint ed in volata la tedesca portacolori della GreenEDGE batte la Armstrong, come potrebbe avvenire in dieci di queste rivincite: «Sapevo che in volata sarei stata superiore alla Armstrong - afferma al Arndt a fine gara - ma dopo una corsa così lunga, così dura, è difficile poter fare previsioni. Lei ha anticipato ai 350 metri, l'ho vista e, dopo essermi portata alla sua ruota, ho sprintato. Il merito di questa vittoria non è soltanto mio ma di tutta la squadra che ha svolto un lavoro eccezionale sin dal mattino».

Dietro la Numainville precede in volata di gruppo il terzetto olandese composto da Wild, Visser e Van Dijk. Da segnalare l'ottimo decimo posto di Alena Amialyusik (Be Pink), che si mette alle spalle Pauline Ferrand-Prévot ed Emma Johansson.

Non una gran prova dei colori italiani; se domenica a Cittiglio eravamo rimasti impressionati da Cantele e Guderzo, quest'oggi la miglior atleta azzurra è Elisa Longo Borghini (23esima), gregaria di lusso di Emma Johansson. Due posizioni più indietro Tatiana Guderzo mentre la Cantele chiude al 31esimo posto.

In classifica di Coppa del Mondo la pur assente Vos, in virtù delle due prime prove vinte, mantiene solidamente il comando mentre la Arndt si porta al secondo posto, staccata di 35 punti dall'olandese. Seguono Wild, Johansson e Worrack (da cui oggi ci si sarebbe aspettati qualcosina in più).

Domani si correrà sempre sulle strade del Belgio per il Grand Prix de Dottignies mentre la Coppa del Mondo si sposterà ora sulle Ardenne: il 18 aprile la Freccia Vallone sarà la quarta prova della challenge UCI.

Se anche lì le cose dovessero andare come nel 2008, con la Vos a precedere la nostra Bastianelli, siamo certi che Marta sarebbe pronta a metterci la firma.

Francesco Sulas

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