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Giro delle Fiandre 2012: "Oude" Vlaanderen nuovo di zecca - Dove, come e perché cambia il percorso della Ronde | Cicloweb

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Giro delle Fiandre 2012: "Oude" Vlaanderen nuovo di zecca - Dove, come e perché cambia il percorso della Ronde

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Ecco come si presenterà domenica il Muur, solitamente gremito di sostenitori © joellpc.wordpress.comNon ritorneranno più. Almeno per i prossimi anni il gruppo non transiterà su Kapelmuur e Bosberg, non durante il Giro delle Fiandre. Decisione ufficializzata a metà settembre ma che era nell'aria da un po' di tempo.

Come togliere il Poggio alla Sanremo (che pure visse benissimo senza fino al 1959), la Foresta di Arenberg alla Roubaix, la Redoute alla Liegi, il Ghisallo al Lombardia. Insomma, quelle pietre che guardano all'insù e che hanno lanciato nell'Olimpo del ciclismo una miriade di campioni, tramutandoli talvolta da fuoriclasse a leggende, sono state tagliate fuori dal percorso del 2012.

Strappate alla loro collocazione naturale, perché quando si dice Giro delle Fiandre si pensa al Grammont, al Muur, c'è poco da discutere. Come in ogni cambiamento radicale, c'è chi è a favore e chi è contrario. In realtà non si può ancora tirare un bilancio netto e definitivo, quello potremo farlo nel tardo pomeriggio di domenica, una volta metabolizzata la corsa, il suo svolgimento, lo spettacolo che ci avrà regalato.

Verranno infatti percorse strade antiche, eppure sarà la prima volta di un Fiandre così. E così duro, secondo chi l'ha provato recentemente (ma la differenza tra un test e la corsa è chiaramente abissale).

I rimpianti, la nostalgia, vanno perciò alle imprese più che al Muur in sé (tanto aveva assunto il ruolo di totem della corsa che veniva - e viene ad oggi - chiamato semplicemente così, in quanto non equivocabile. Muro per antonomasia), a chi l'ha calcato, a chi grazie allo slancio che ti dà il Muur ha compiuto imprese, scavato solchi tra sé e gli avversari o aumentato il vantaggio che già aveva.

Era il bivio, fino all'anno scorso, il Muur: usciti da Geraardsbergen iniziava il pavé, poi si saliva, si saliva ancora, perché sembra non finire mai. Per me si va, le gambe dolenti, per me si va, con grande dolore. Per me si va o si resta, non c'è seconda opzione.

Chi passava indenne il Muur sapeva di potersi giocare una delle Classiche monumento più importanti del panorama ciclistico internazionale. Ora non più: non ci sarà più il Muur (né, come detto, il Bosberg), non ci sarà più la linearità che caratterizzava il Fiandre, conferendo a questa corsa un senso di scoperta, di avventura; da Brugge a Ninove, muro dopo muro, si saggiavano le condizioni degli avversari, chilometro dopo chilometro.

Da quest'anno cambiano musica e muri. Non che Oude Kwaremont e Paterberg siano degli sconosciuti per chi ha già corso, magari da protagonista, più d'un Fiandre, così come il Koppenberg. Ma mentre quest'ultimo verrà affrontato una sola volta, il pavé della coppia Oude Kwaremont-Paterberg sarà calcato per ben tre volte.

Saranno sedici i muri totali, divisi in quattro piccoli circuiti (spiacevole usare questo termine parlando di Fiandre. Diciamo sezioni); ad ogni passaggio un muro in meno e la chiusura con la solita coppia terribile, fino a dover affrontare Oude Kwaremont e Paterberg. Chi emergerà da quest'ultimo, come dagli abissi, per la terza ed ultima volta dovrà percorrere soltanto 14 km prima di piombare sul nuovo arrivo di Oudenaarde.

Coppia, quella formata da Oude Kwaremont e Paterberg, che è già stata affrontata nella sequenza "corretta", come sarà domenica, già alla Dwars door Vlaanderen vinta da Niki Terpstra. Nessun paragone è proponibile, logicamente: allora il passaggio sulla coppia spaccagambe fu uno, non tre come al Fiandre. Domenica il primo potrebbe essere di studio, di marcamento, in sostanza.

Il secondo potrebbe già lanciare i più coraggiosi, ma sarà quasi certamente il terzo a decidere le sorti della corsa. Se non fosse che oltre a questa coppia di muri ci sono altri pendii ciottolati da scalare sembrerebbe quasi un Mondiale su strada disputato nelle Fiandre.

Il concetto di Mondiale che si trasforma magicamente in Giro delle Fiandre, con tutto il guadagno in termini di visibilità (ma non solo) che acquisirà Oudenaarde. Già, perché il cambiamento di percorso di questo nuovo Fiandre, che per un assurdo gioco di parole affronterà l'Oude (vecchio) Kwaremont, non passa solo attraverso un punto di partenza ed uno d'arrivo. Passa attraverso giochi politici, sfide fra due cittadine che hanno il pregio di possedere ciascuna un patrimonio del ciclismo.

Oudenaarde è la città del Koppenberg (che pure verrà affrontato a 64 km dal traguardo), Geraardsbergen quella del Muur. Ora, inserire l'icona del Giro delle Fiandre nella corsa, fosse anche a 70 km dal traguardo di Oudenaarde era tutt'altro che impossibile. Ma allorché a Geraardsbergen viene a mancare l'appoggio di Ninove, dove il Fiandre si concludeva sino all'anno scorso, ecco entrare in scena Oudenaarde.

Il sindaco di quest'ultima è Marnic De Meulemeester, in quota Vlaamse Liberalen en Democraten (i VLD, Democratici e liberali Fiamminghi). Anche il sindaco di Geraardsbergen, Guido De Padt, è del partito dei Democratici e liberali, ma è un rivale politico di De Meulemeester. Il quale, una volta caduto l'appoggio di Ninove alla città dell'avversario (il Consiglio comunale di Ninove incappa anche in numerosi scandali), coglie la palla al balzo per portare, anzi spostare, il Fiandre nella sua Oudenaarde.

Da rimarcare il fatto che De Meulemeester sia non poco influente in quanto ricopre la carica di Presidente del Turismo delle Ardenne Fiamminghe e di Amministratore del Turismo delle Fiandre Orientali. Insomma, non stiamo parlando di un semplice organizzatore (nel caso Wim Van Herreweghe) che decide di spostare l'arrivo di una classica monumento da qui a là. C'è in ballo molto di più, dal ritorno d'immagine che l'arrivo a Oudenaarde darà a De Meulemeester scendendo giù giù, a cascata, a tutto il resto.

Il popolo fiammingo, quello che la prima domenica d'aprile si recava sul Muur ad incitare i propri beniamini, se l'è presa con Wim Van Herreweghe, accusandolo di ambire più alla visibilità personale che al bene della Ronde. Non sono inoltre mancate manifestazioni estreme, come le molteplici lettere minatorie inviate a De Meulemeester. Tre righe semplici che recitavano così: «Chiodi sulla strada». E indovinate da dove sarebbero state spedite queste lettere? Proprio dalla zona di Geraardsbergen, che ha anche minacciato di boicottare questo Giro delle Fiandre senza Muur.

Non solo un cambio di percorso, quindi, ma una vera e propria bestemmia contro i muri delle Fiandre, contro il Muur. Forse la Ronde avrà un po' meno fascino senza il Muur ma una corsa come il Fiandre, nata nel lontano 1913, saprà superare ogni tipo di cambiamento, ogni variazione di percorso. Anche se il gruppo, sul Muur, non ci dovesse tornare più.

Francesco Sulas

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