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Tirreno-Adriatico 2012: Tre in 6", sarà un cronosprint - Vince Rodríguez, lotta Horner-Kreuziger-Nibali | Cicloweb

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Tirreno-Adriatico 2012: Tre in 6", sarà un cronosprint - Vince Rodríguez, lotta Horner-Kreuziger-Nibali

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Joaquim Rodríguez primo a Offida, alle sue spalle Nibali e Di Luca © BettiniphotoEd ora prepariamoci a 9 chilometri e 300 metri di pura adrenalina, domani a San Benedetto del Tronto: la cronometro con cui si concluderà la Tirreno-Adriatico vedrà infatti ai nastri di partenza tre uomini che si giocheranno la corsa trovandosi nel brevissimo spazio di 6" in classifica, e al momento non è davvero dato sapere, prevedere, immaginare come possa finire la contesa.

Chris Horner ha dalla sua il fatto di essere in vantaggio, seppur risicato: 5" su Kreuziger e 6 su Nibali non gli garantiscono un bel niente, se non di poter partire per ultimo e regolarsi, per quanto possibile, sui tempi dei suoi rivali. Ma è chiaro che l'americano dovrà sfornare una prestazione non meno che uguale a quella di chi lo insegue. Kreuziger è al momento più enigmatico, nelle cronometro brevi tende a far bene, se è in forma, e in questi giorni non l'abbiamo certo visto male.

Dal canto suo, Nibali è il più lanciato, come in uno sprint è quello che arriva da dietro in forte rimonta, e questo suo slancio potrebbe proseguire anche domani, tantopiù che a crono il ragazzo non è fermo, e quest'anno un risultatino in tal senso è pure giunto (un mese e mezzo fa a San Luis si piegò al solo Leipheimer).

La rimonta di Nibali è per l'appunto il tema di queste ultime due giornate, al di là del fatto che oggi a Offida abbia vinto un ottimo Joaquim Rodríguez. In 48 ore il messinese ha recuperato 22" su Kreuziger e 28 su Horner, dei 27-34" che aveva di ritardo dopo la frazione di Chieti (quella della discordia con Sagan). Rimane quel quid che potrebbe essere colmato nella prova contro il tempo che concluderà questa interessante edizione della Corsa dei Due Mari.

La frazione di oggi non aveva certo le caratteristiche per rivoluzionare la classifica, ma sul circuito di Offida abbiamo assistito ad uno spettacolo gradevole e ad un ultimo giro del circuito piuttosto scoppiettante. La fuga del giorno, composta da 7 uomini e nella fattispecie Laverde e Betancur, Pauwels e Samoilau, Amador e Vichot e Selvaggi, era partita al km 42 (quasi 140 dal traguardo) e aveva avuto un vantaggio massimo di oltre 4'30" dopo 100 km di tappa.

Buon per gli attaccanti che siano riusciti a conservare un buon livello di energie, tanto da poter gestire la leadership di giornata fino all'ultimo giro del circuito intorno a Offida (circuito che caratterizzava la seconda parte della frazione); ma nonostante l'impegno e la bravura, i battistrada hanno iniziato a perdere pezzi a 20 km dal traguardo: primi a mollare, Laverde, Samoilau e Selvaggi, mentre il gruppo, tirato a turno da BMC, RadioShack, Liquigas, Lampre e Katusha, viveva una selezione davvero minimale (tra gli altri, si era staccato Pozzato ai 25 km); va anche detto che alcuni, nel plotone, non ci avevano proprio messo piede, vedi i vari Gilbert (febbricitante), Goss e Boasson Hagen, non partiti stamattina, mentre Cavendish si è ritirato strada facendo dopo aver tentato pure un abbozzo di fuga all'inizio della tappa.

I superstiti Betancur, Vichot, Pauwels e Amador all'ultimo passaggio (16 km dalla fine) avevano 58" di margine, ma il loro vantaggio è stato abbattuto dai Katusha, e quando ai 5 km il gruppo li ha ripresi, è iniziata un'altra corsa, lanciata dall'Acqua&Sapone che tirava per preparare il terreno a un attacco di Di Luca.

Attacco che, puntuale, è arrivato sulla prima parte dell'ultima salita verso il traguardo: ai 4.5 km sono stati i Vacansoleil a rompere gli indugi, con uno scatto a due di Devolder e Poels, ma Di Luca, per l'appunto, si è riportato sulla coppia di testa trascinandosi appresso Pozzovivo. Scarponi ha rimesso in gioco il gruppo, e allora Di Luca è ripartito da solo ai 4 km. Ancora Scarponi (con Pozzovivo a ruota) ha annullato il tentativo, e a quel punto nella prima parte del plotone restavano meno di 30 uomini.

Mentre gli altri respiravano su un tratto in contropendenza, ai 3 km è stato Riblon a proporre un attacco, rintuzzato da un Pozzovivo molto pimpante. Ma la coppia lì formatasi è stata raggiunta da un drappello sempre più esiguo di uomini forti, trainati da un Sagan che oggi si è messo pancia a terra al servizio di Nibali: ai 1200 metri l'azione del francese e del lucano è stata annullata, e allora proprio al triangolo rosso dell'ultimo chilometro è partito deciso Joaquim Rodríguez.

Pur se non su pendenze da muro (sulle quali è abituato a fare la differenza), il catalano è stato molto bravo a prendere un buon margine che gli ha permesso di resistere al ritorno degli inseguitori guidati sempre da un inesauribile Sagan. Al traguardo il corridore della Katusha ha così potuto esultare, transitando tutto solo mentre pochi metri dietro di lui infuriava la lotta per lo sprint del secondo posto e per i relativi, preziosi abbuoni. Di Luca sembrava potercela fare, ma lo spunto di Nibali è stato più efficace, e il capitano della Liquigas, precedendo proprio l'abruzzese, ha messo in cascina quei 6" buoni come il pane.

Horner si è dovuto accontentare del quarto posto, mentre Kreuziger è giunto solo settimo; tra i due, un ottimo Nocentini (veramente a buoni livelli nella Corsa dei Due Mari: in classifica è quarto) e Poels, mentre a completare la top ten sono transitati Oscar Gatto, Michele Scarponi e Johnny Hoogerland.

Della tappa di domani abbiamo già detto tutto; idem delle possibilità dei vari contendenti. Quel che rimane da dire è che le ultime frazioni sarebbero state dei buoni test in vista della Sanremo, se la gran parte dei possibili favoriti per la Classicissima non avesse fatto a gara a chi si nascondeva di più. Ma si sa, il mistero di quella corsa è bello perché persiste ogni anno fino all'ultimo momento.

Marco Grassi

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