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Tirreno-Adriatico 2012: L'abiura di Sagan, la birra di Nibali - Liquigas ok, ma Horner e Kreuziger resistono

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Vincenzo Nibali esulta in solitaria sul traguardo di Prati di Tivo © Bettiniphoto«Volevo spaccare tutto, far saltare il banco». Queste le prime parole di un Vincenzo Nibali che è scattato quando ha visto il cartello indicante i -4 chilometri a Prati di Tivo, quando la salita dà un attimo di tregua ed il leader Chris Horner, fino ad allora sui pedali ad imprimere un ritmo che stava facendo male, si siede e rifiata.

È allora che Nibali vede che l'andatura di Tiralongo è troppo bassa, o almeno bassa abbastanza per piazzare uno scatto. E Vincenzo uno ne piazza, ma vincente. Parte come un fulmine, proprio come Sagan ieri. Guadagna subito un buon margine, proprio come Sagan ieri. Quei 21" sul gruppetto Horner aumentano e soltanto nel finale lo Squalo dello Stretto perderà un po' di brillantezza.

Pedala finché non passa il traguardo, finché la strada non finisce, conscio che quei secondi buttati ieri per l'irruenza di Peter potrebbero essere decisivi nella vittoria della Tirreno-Adriatico. Pedala, si alza in piedi solo per rilanciare, poi procede seduto, con l'intento di rosicchiare più tempo possibile a Horner, 40enne che invece pare senza tempo.

«Ho provato a fa saltare il banco - dirà a fine tappa Nibali - ma restano ancora 12" tra me ed Horner. È dura, vorrà dire che questa Tirreno-Adriatico si potrà decidere anche nell'ultima cronometro».

E ancora: «Horner ha impresso un gran ritmo nella prima parte della salita ma quando abbiamo ripreso Tiralongo e tutti si sono seduti mi sono detto: "O adesso o mai più". E sono scattato».

Tappa regina, non decisiva ma che presenta comunque un'ascesa impegnativa come Piano Roseto, 1231 metri s.l.m. e l'arrivo in quota a Prati di Tivo (1450 mt.). Lassù tante persone scendono su in paio di sci, presto un gruppo risalirà la montagna cavalcando una bicicletta.

Subito in fuga un terzetto interessante formato da Kristof Goddaert, Jens Debusschere ed Egoi Martínez, guadagnato 8'40" al passaggio al primo Gpm di Atri, vantano ancora 10'25" a Teramo. Piano Roseto non crea grandissimi danni ed all'inizio della salita finale si decide la tappa, nonché buona parte della Tirreno-Adriatico.

Staccatisi prestissimo Evans e Gilbert (ma dal vallone non c'era da aspettarsi assolutamente nulla), anche Scarponi e Di Luca sono presto in affanno; lo scalatore della Lampre rientrerà sui primi. Dei fuggitivi rimane soltanto Egoi Martínez, ripreso dal gruppo ai -10.

Un paio di chilometri dopo parte Joaquim Rodríguez ma non è uno scatto che fa male, tanto che Paolo Tiralongo contrattacca e si avvantaggia di una cinquantina di metri sul gruppo. Tutto lavoro per Kreuziger. Provano a seguirlo Herrada e Gusev ma soltanto il russo della Katusha riuscirà a condurre un buon inseguimento, una volta raggiunto ed aiutato nella risalita da un ottimo Rinaldo Nocentini.

Liquigas che dietro tira con il solo Agnoli, ma il ritmo blando del laziale favorisce lo scatto di Horner. Siamo ai -5.2 km e lo statunitense della RadioShack-Nissan parte spedito sui pedali. Tengono botta i soli Kreuziger e Peter Velits. Tre, quattro, cinque scatti brucianti e prolungati fanno sfilare molti componenti del gruppo. E mentre Velits inizia a pagare lo sforzo per aver voluto seguire Horner, la maglia azzurra raggiunge Tiralongo e tira il fiato.

Il siciliano d'Avola scambia due parole con il proprio capitano Kreuziger, quindi si mette in testa al gruppo nel quale sono rientrati anche Scarponi e Pozzovivo. Il ritmo è di nuovo blando, consente di scattare. Lo capisce al volo Vincenzo Nibali che ai -4 parte.

Uno scatto ed i restanti chilometri percorsi in trance, in progressione, con l'intenzione di guadagnare il più possibile su Horner. Esulterà solo dopo il traguardo per una delle vittorie più significative che gli sia capitato di ottenere. «Sagan ha lasciato un po' sbalorditi tutti», come dice Nibali, che ieri nel dopogara pareva un pulcino bagnato, in un certo senso umiliato.

Intenzionato a provarci oggi, certo, ma conscio di avere in squadra un compagno che quando vede un traguardo non capisce più niente. Le strade che Vincenzo avrebbe potuto imboccare erano due: mettersi al servizio di un Sagan che, con la forma palesata, non avrebbe stupito se avesse retto anche a Prati di Tivo, oppure dare un segno alla squadra, al compagno talentuoso ed irruente, far sentire insomma la sua voce. Ha scelto la strada a lui più congeniale, la seconda, ed è andata più che bene.

Ora la classifica sorride al messinese decisamente più di ieri e lo vede terzo alle spalle di Horner e di un Kreuziger che dimostra di attraversare un periodo di forma eccezionale. Vincenzo ha 12" di ritardo dal leader (Kreuziger solo 5") ma sono da segnalare anche le ottime prestazioni di Nocentini (quarto in generale a 45") e Scarponi (quinto a 47"). Quest'ultimo dichiarerà a fine tappa: «Il mio programma di gare è diverso rispetto all'anno scorso, dopo anni di Tirreno-Adriatico corse da protagonista, nel 2012 ho deciso di partire più piano. Perciò posso dirmi veramente soddisfatto del mio risultato di oggi».

A due tappe dalla fine Horner resta però il favorito numero uno alla vittoria finale. La tappa di domani, un su e giù sulle strade di Offida, non dovrebbe creargli grossi problemi, mentre contro il tempo, a San Benedetto del Tronto, se la cava benone. Come attaccarlo? Ammesso e non concesso che un Kreuziger così abbia un cedimento, domani è l'unica frazione per poter giocare di squadra e far saltare davvero il banco.

Domani un Peter Sagan (ma non solo) potrebbe risultare utile se non determinante per aiutare a risalire verso il primo posto Vincenzo Nibali. Perché perdere questa Tirreno-Adriatico per quei 12", ed alla luce degli accadimenti di Chieti, sarebbe molto più che un peccato. Roba per cui voler davvero «spaccare tutto».

Francesco Sulas

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