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Parigi-Nizza 2012: De Gendt cavalca, Leipheimer casca - Tre cadute per l'americano che in classifica perde 16'

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Thomas De Gendt porta a termine la lunga fuga nella settima tappa della Parigi-Nizza © Bettiniphoto

La notizia di giornata non è tanto la fuga vittoriosa di Thomas De Gendt, con tanto di distacchi d'altri tempi (sei minuti al secondo, nove al gruppo). In fondo anche l'anno scorso il belga della Vacansoleil si sorbì 40 km in avanscoperta per poi trionfare a Houdan (tappa e maglia, in quanto era la prima frazione).

La vera notizia è la via crucis di Levi Leipheimer, che scendendo dal suo Golgota alla volta di Nizza cade per ben tre volte e dice addio alla vittoria della corsa.

La tappa si riassume brevemente così: dopo molti ritiri, tra cui quello di Denis Menchov, iniziano i soliti scatti e controscatti, al km 48 se ne vanno De Gendt e Taaramae, anch'egli caduto ad inizio frazione.

Sky vede i fuggitivi guadagnare 11', arrivare fino a 13', e non insegue; come dice il noto motto, liberi di... E così la coppia viaggia fino alle rampe del Col de Vence, ultimo Gpm di giornata. Lì Taaramae perde le ruote di De Gendt che al valico vede il mare e Nizza sotto di sé.

Pesta sui pedali con sicurezza mentre Taaramae cade in discesa; giungerà al traguardo con 6'18" di distacco. Ma alcuni chilometri più indietro si sta consumando un vero e proprio dramma sportivo.

Nella discesa del Col de Vence la vera svolta: Leipheimer, che già sta pensando a come insidiare Wiggins nella cronoscalata di domani (l'americano è a soli 10" dalla maglia gialla), cade una prima volta.

L'ammiraglia è lontana ed il cambio di bici porta via un po' di tempo al corridore originario del Montana che, scortato da tre compagni di squadra, pare però non aver problemi a rientrare. Una seconda caduta fa capire che la bici di ricambio non è adatta a lui ma ormai non c'è tempo per ulteriori fermate (restando in tema di via crucis).

A questo punto la maglia gialla potrebbe mettere la sua Sky a tirare per guadagnare terreno in classifica ma Wiggins è un baronetto, un Lord inglese, e non tira brutti scherzi ai colleghi-rivali. Oppure è molto sicuro di sé. Preferisce giocarsela sul campo.

Valverde invece è a soli 18" dalla maglia gialla e conviene che il campo di gara è la strada ed assaggiare sull'asfalto fa parte del gioco. Un paio di scambi via radio con l'ammiraglia, la notizia di un Leipheimer attardato dalla caduta ed Alejandro, che spera ancora di ribaltare questa Parigi-Nizza nella cronoscalata, mette la Movistar a tirare.

Sembra subito una mossa per tenersi nelle prime posizioni, lontano dai pericoli cui ci si espone in discesa. Non è così, perché più ci si avvicina a Nizza e più la Movistar accelera. Leipheimer fa i salti mortali per provare a rientrare con altri tre compagni ma il ritardo dal gruppo Valverde è di 45".

Bisogna scendere a tutta, rischiare fino a sfiorare il limite, e che Dio ce la mandi buona. Proprio mentre il quartetto dell'Omega Pharma sfiora il limite si trova davanti la moto di un gendarme, fermatosi dopo una curva cieca per soccorrere l'australiano della Lampre, Matthew Lloyd, caduto anch'egli.

I primi due Omega superano con un paio d'acrobazie la moto, Devenyns devia all'ultimo ma Leipheimer, che sulla nuova bici non si trova a proprio agio, tampona letteralmente il compagno e tutti e due si vanno ad infrangere contro la moto.

La paura è tanta ma i due Omega si rialzano subito e, una volta controllato di non aver nulla di rotto, procedono con il morale sotto i tubolari verso il traguardo di Nizza. Leipheimer giungerà con 16' di ritardo, la classifica generale è gettata al vento.

Davanti la furia della Movistar si placa ed il gruppo giunge sulla promenade con 9'24" da De Gendt, regolato da Degenkolb e con un Hushovd che, in vicinanza (temporale e geografica) di Sanremo, si scalda e conclude terzo nella volata di gruppo.

L'uscita di scena di Leipheimer conferisce ancor più sicurezza a Bradley Wiggins che nei 9.6 km di cronoscalata da Nizza al Col d'Èze dovrà guardarsi comunque da Westra, passista scalatore a soli 6" in classifica, e da questo Valverde che sempre a 18" rimane ma che appena può attacca.

Spilak e Van Garderen, rispettivamente a 37" e 39", non dovrebbero essere un problema per la maglia gialla. Chi lo sarebbe stato - e se ripartirà potrà comunque dire la sua per la tappa - era Levi Leipheimer, oggi caduto per tre volte scendendo dal suo Golgota.

Francesco Sulas

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