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GP Prato 2011: Peter Sagan il giustiziere - Lo slovacco prende Paolini sul traguardo e ora fa sempre più paura | Cicloweb

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GP Prato 2011: Peter Sagan il giustiziere - Lo slovacco prende Paolini sul traguardo e ora fa sempre più paura

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Peter Sagan, inesorabile a Prato su Luca Paolini © Ufficio stampa-ScanferlaSe c'erano ancora dubbi sul fatto che Peter Sagan sia uno degli spauracchi in vista del Mondiale di domenica prossima, il ragazzo ha deciso oggi di dipanarli definitivamente. A Prato, al GP Industria e Commercio, il corridore della Liquigas ha vinto anche se non era fra i più attesi, nel senso che la sua stessa squadra era orientata a far corsa per i due azzurri del team, Viviani e/o Oss.

Ma entrambi sono caduti (fortunatamente senza conseguenze) nel bagnatissimo finale di gara (una pioggia torrenziale ha reso più difficile il compito per chi era in sella): Daniel per ben due volte, ai 15 km e ai 500 metri; Elia ai 10 km. Tanto è bastato perché Sagan si ri-settasse dalla modalità gregario a quella vincente: detto fatto, dopo la seconda caduta di Oss, Peter è uscito dal gruppo dei big e ha inseguito Luca Paolini, che ne era già emerso tentando di anticipare lo sprint, e che si è visto ripreso e superato praticamente sulla linea del traguardo.

Per Sagan 15esima vittoria stagionale e ulteriore vertiginoso crollo nei palinsesti dei bookmaker con le sue quote per la prova iridata, per gli altri la consapevolezza di avere a che fare con un mezzo fenomeno (in attesa di diventarlo per intero, il tempo è dalla sua). E per il commissario tecnico della Nazionale Italiana, Paolo Bettini, molte indicazioni in vista dell'appuntamento di Copenhagen.

«A Prato ho visto un'ottima corsa con tanti ciclisti che volevano vincere», ha detto l'ex iridato dopo essere sceso dall'ammiraglia (ha guidato una selezione di atleti del giro azzurro, tra cui alcuni dei convocati per i Mondiali). E in effetti in diversi, tra gli azzurri, si sono messi in evidenza oggi.

La corsa ha vissuto a lungo su una fuga a 6, partita al km 12 e composta da Viganò (Rappresentativa Italiana), Pliuschin (Katusha), Ricci Bitti (Farnese), Alberio (Geox), Maggiore (De Rosa) e Serpa (Androni): dopo che gli attaccanti hanno toccato un vantaggio massimo di 6'50" al km 40, il lavoro principalmente della Liquigas ha iniziato a erodere il margine che i battistrada avevano sul gruppo, e la fuga è stata definitivamente annullata sull'ottavo e ultimo passaggio sulla salita di Seano (a meno di 30 km dalla conclusione, quando da qualche minuto era iniziato il violento nubifragio che ha caratterizzato il finale), dall'avanguardia del plotone formata da Nibali coi due azzurri Oss e Gatto e con Roche.

Dopo il Gpm, a 25 km dall'arrivo si sono accodati ai 5 di testa (con Nibali e soci aveva resistito il solo Ricci Bitti della fuga originaria, bravo a dare una mano al compagno Gatto), Moreno (Katusha) e Visconti (Farnese), quindi anche Paolini (Katusha) e Taborre (Acqua&Sapone). Per questo drappello il vantaggio sui più immediati inseguitori è rimasto tra i 10 e i 20", e dopo la discesa ci sono stati nuovi rientri (tra gli altri, gli azzurri Bennati, Gavazzi, Quinziato, Modolo, Belletti, Visconti e Viviani).

Tra gente che cadeva (Oss con Pliuschin e poi Viviani - che ha tirato giù Pozzato - e poi di nuovo Oss), e gente che decideva di non prendere rischi nel finale (Bennati), Paolini ha cercato, come scritto sopra, di anticipare la volata ristretta, ma non gli è andata bene: Sagan, prepotentemente, è uscito dai ranghi per andare a regalare alla Liquigas una vittoria che evidentemente lo slovacco sentiva dovesse andare di diritto al team di Amadio. Paolini secondo mastica amaro per la vittoria sfuggita quando la stava già assaporando (ma si consola pensando all'azzurro: «Oggi ho provato a vincere, stavo bene e sono già concentrato verso un Mondiale a cui penso da molto. Gilbert sarà un osso duro ma la Nazionale italiana è forte e vuole fare bene. Bisognerà tenere d’occhio anche Sagan perché è veramente in forma. Bennati è il nostro punto di riferimento ma è tutta la squadra a volere fare bene»).

Pensieri che tornano nelle dichiarazioni di Bettini: «Il concetto di squadra e del rispetto dei ruoli sarà ancora una volta essenziale. Il capitano sarà Bennati, ma il gruppo sarà essenziale: tutti sono parte integrante della squadra e abbiamo 3-4 uomini su cui giocare per fare la corsa; ma sono sicuro che poiché il percorso è molto tecnico, con molti saliscendi, e non c'è un punto cruciale (e in più ci sarà molto nervosismo), bisognerà essere noi bravi a essere sempre pronti ad ogni iniziativa».

Un elemento di riflessione in più è che i primi tre del GP Industria e Commercio di Prato sono tutti usciti dalla Vuelta (sul gradino più basso del podio, alle spalle di Sagan e Paolini, si è piazzato Matteo Montaguti, un altro che in azzurro non avrebbe sfigurato). Ai piedi del podio, il francese Bouet (che era stato peraltro il primo a scattare in mattinata, prima della fuga a 6) davanti a Gatto, Belletti, Colli, Roche, Taborre e Bennati. Molta Italia (contiamo anche Quinziato, Visconti, Gavazzi e Modolo in top-20), insomma, in una giornata che, anche per le condizioni climatiche, è davvero stata una prova generale in vista del Mondiale danese.

Marco Grassi

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