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Tour de l'Avenir 2011: Si arriva in Italia, Fortin è secondo - Filippo battuto da Yates a Fossano

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A Fossano la gioia è tutta per Simon Yates © www.letour.fr

Il Tour de l'Avenir è arrivato in Italia e la Nazionale Italiana ci è arrivata vicinissima ad onorarlo con una vittoria: l'azzurro Filippo Fortin si è, infatti, piazzato al secondo posto nella volata di gruppo che ieri ha premiato il giovanissimo britannico (è solamente del 1992) Simon Yates, lo scorso anno Campione del Mondo Juniores dell'Americana. L'arrivo abbastanza difficile si addiceva perfettamente alle caratteristiche di Fortin che ha comunque disputato un'ottima volata, superato solamente dalla scaltrezza di Yates abituato a destreggiarsi nelle gare di gruppo in pista.

La 6a Tappa del Tour de l'Avenir ha preso il via da Fossano, quest'anno eletta a Città Europea dello Sport, alle 12.45, con 92 atleti al via: il percorso da affontare era piuttosto semplice, lungo 153 km, c'erano da affrontare 5 brevi asperità, il Colle di Dogliani di 2a categoria, all'inizio della tappa, e quattro volte il Colle di Loreto all'interno del circuito finale di 19 km che prevedeva 4 passaggi sulla linea del traguardo prima della volata finale.

Dopo il passaggio sulla prima salita, dove a scollinare per primo è Garikoitz Bravo titolare della Maglia a Pois, prendere il via una fuga di 13 uomini formata da: l'austriaco Jan Sokol, il belga vincitore della Liegi Espoirs Tosh Van der Sande, il danese Sebastian Lander, il francese Etienne Tortelier, il tedesco vincitore della quarta tappa Nikias Arndt, il britannico Luke Rowe ultimo vincitore dello ZLM Tour, il norvegese Filip Eidsheim, il ceco Petr Vakoc, l'americano Joseph Dombrowski secondo al Giro della Valle d'Aosta, gli olandesi Raymond Kreder e Moreno Hofland vincitore della prima tappa e gli svizzri Raphael Addy e Sebastien Reichenbach.

Proprio per la presenza dello svizzero Reichenbach, 17esimo in classifica generale a 4'07" il vantaggio dei 13 non raggiunge mai i 4 minuti ed è destinato quindi ad esaurirsi; i fuggitivi diventano, inoltre, molto presto undici a causa della foratura del norvegese Filip Eidsheim e dei problemi meccanici di Joseph Dombrowski: la loro azione dura comunque compatta per molti chilomentri, con il gruppo, sempre tirato dall'Italia con Massimo Coledan e Giorgio Cecchinel, in lento e costante recupero.

L'azione degli 11 termina proprio nell'ultimo giro e il gruppo si prepara alla volata finale nonostante un insidioso ultimo km, il leggera ascesa fino agli ultimi 200 metri dove sì spiana, ma il viale d'arrivo è in pavè. Non è quindi una volata da treno, ma ognuno deve cercare da solo i propri spazi e ad avere la meglio è proprio Simon Yates abituato più di altri a queste situazioni. Filippo Fortin ottiene la piazza d'onore davanti all'australiano Thomas Palmer e al tedesco Nikias Arndt mentre nulla cambia in classifica generale dove gli atleti si giocheranno tutto oggi, in una classifica cortissima dove Mattia Cattaneo può ancora ambire al successo finale, 31" solamente lo dividono dalla Maglia Gialla di David Boily.

Se la tappa di ieri, dal punto di vista tecnico, non ha dato molti spunti di riflessione, molto diverso è stato poter osservare da vicino l'organizzazione del Tour de l'Avenir, sì Coppa delle Nazioni, ma pur sempre una gara minore, per Under23, una di quelle corse che solitamente fanno il foglio firma sotto un gazebo. Il Tour de l'Avenir aveva tutta la professionalità dello staff dell'ASO, e nemmeno per una volta ci è sembrati di assistere ad una corsa dilettantistica. Alla partenza il Permanence per gli accrediti si trovava all'interno del Castello di Fossano, il foglio firma era posizionato sui mezzi del Tour de France (quelli che il Tour utilizzava una paio di anni fa prima di cambiarli, ora sono stati dati al Tour de l'Avenir), l'incolonnamento alla partenza era tutto transennato e c'era uno schieramento di Gendarmerie impressionante. Non di meno l'arrivo con i camion regia, le colonne del fotofinish e lo striscione d'arrivo elettronico con i passaggi in diretta dei corridori sotto l'arrivo grazie ai transponder. Per chi osservava si poteva tranquillamente pensare che fosse una gara per professionisti di alto livello, come una Tirreno-Adriatico. Sappiamo certamente con quanti problemi navighino gli organizzatori italiani, dai problemi economici alla mancanza di staff, ma osservare la professionalità di una corsa come il Tour de l'Avenir deve stimolare tutti a puntare a standard di qualità e sicurezza sempre più alti, perché un prodotto di qualità è più facile anche da vendere anche alle aziende.

Laura Grazioli

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