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Vuelta a España 2011: Gavazzi suona la fuga perfetta - Primo successo italiano. Vandewalle 2° | Cicloweb

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Vuelta a España 2011: Gavazzi suona la fuga perfetta - Primo successo italiano. Vandewalle 2°

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Francesco Gavazzi, tenacissimo vincitore della tappa di Noja © BettiniphotoAlla diciottesima tappa, anche l'Italia trova modo di sorridere in questa Vuelta 2011. Dopo i rovesci di classifica (in particolare di Nibali lo scorso fine settimana), dopo i successi sfiorati (vedi ancora Petacchi e Bennati l'altro giorno), dopo qualche delusione per un rendimento complessivo inferiore alle attese (lo stesso Scarponi non ha esaltato, prima di ritirarsi), arriva Francesco Gavazzi che indovina la fuga giusta, poi indovina l'inseguimento adeguato, quindi indovina il contropiede decisivo, e infine indovina la volata vincente. Un grande indovino, insomma, il valtellinese di fine Vuelta, un corridore che potrebbe tornare molto utile anche a Paolo Bettini in chiave azzurra; ma non precorriamo i tempi.

Dopo il grande spettacolo di Peña Cabarga, la frazione da Solares a Noja, diciottesima della Vuelta 2011, è la classica tappa da fughe da lontano, con discrete salite disseminate lungo i 175 km del percorso, ma nessuna delle quali in grado di far differenze in classifica. E siccome fuga dev'essere e fuga sia, l'azione, composta da 17 uomini, parte presto, al km 10. Haussler porta via con sé Montaguti, Kohler, Sijmens, Oroz, Joaquim Rodríguez, Gavazzi, De Greef, Kiserlovski, Jufre, Malacarne, Vandewalle, LL Sánchez, Gustov, Geniez, Timmer e Paulinho. I 17 ottengono un vantaggio massimo di 10'50" già dopo 46 km di tappa, ma nel finale, col gruppo che rallenterà ulteriormente, il gap supererà anche gli 11'.

Il principale motivo di interesse riguarda la rincorsa di Montaguti a Moncoutié nella classifica del Gran Premio della Montagna, e di salite che danno punti oggi ce ne sono parecchie (una di prima, una di seconda e tre di terza categoria). Ma tra gli attaccanti c'è un uomo del francese a pois, Sijmens, che tiene alte le insegne Cofidis appena può, risultando fastidioso come una zanzara per il buon Montaguti. Ci sono 22 punti tra David e Matteo nella graduatoria del Gpm; il romagnolo ne prende 3 transitando in testa al primo Gpm di giornata (Puerto de Braguia, 3a categoria). Dopodiché Sijmens sale in cattedra, e precede l'italiano sia sull'Alto de Caracol (2a categoria) che sul Puerto de Alisas (1a categoria) che sul Puerto de la Cruz Usaño (3a categoria): in totale, comunque, altri 11 punti per Montaguti.

Sull'ultimo Gpm di giornata, il Puerto de Fuentes de las Varas (3a categoria), il corridore della AG2R è terzo dietro a Paulinho (come poi vedremo) e al solito Sijmens. Alla fine della fiera, 15 punti per Montaguti, che si porta a quota 56, contro i 63 di Moncoutié. Senza Sijmens tra i piedi, sarebbe già stata maglia a pois, ma ci sarà ancora spazio per tentare di completare la rimonta. Quanto al povero Nico, il suo è stato uno sporco lavoro, ma come si dice nei film pulp, qualcuno lo deve pur fare.

Col gruppo in vacanza e i fuggitivi liberi di fare il loro comodo, alla lotta per la classifica Gpm si sovrappone quella per la vittoria di tappa, oltre al quasi rientro nella generale di un paio di uomini (JRO e Kiserlovski, che si riavvicinano alla top ten). Tra l'altro Rodríguez è pure impegnato a sprintare sui traguardi volanti allo scopo di riconquistare la maglia verde della classifica a punti attualmente detenuta da Mollema (impresa riuscita a fine tappa per il catalano della Katusha).

Riguardo la lotta per la tappa: sul Puerto de Alisas (a più di 50 km dalla fine) Montaguti, Sijmens e Kiserlovski, lanciati più che altro per lo sprint Gpm, operano una decisiva selezione; tra finale di salita e discesa, nel gruppo di testa restano solo in 10 dei 17 originari (staccati Kohler, Jufre, Malacarne, Sánchez, Geniez, Timmer e Haussler), e tra gli staccati il solo Geniez riuscirà poi a rientrare prima del successivo Puerto. Sullo stesso Alisas, dal gruppo dei migliori attaccano prima Roche e poi Poels, ma entrambi vengono ripresi dal plotone tirato dalla Euskaltel (col solito Txurruka).

A 2 km dalla vetta del Puerto de Fuente de las Varas (e quindi a 29 dal traguardo), ecco la già accennata azione di Paulinho: il portoghese se ne va da solo, e da dietro nessuno riesce a tenerlo. Per il corridore della RadioShack il margine arriva presto a toccare i 50" sul drappello degli immediati inseguitori, che solo negli ultimi 20 km riescono a limare questo gap, ma senza venire a capo della vicenda.

E nel finale i velleitari tentativi di qualcuno (nella fattispecie Gavazzi, che prova a forzare sul gruppetto dei 10) non aiutano il ricongiungimento col battistrada, che ai 10 km ha ancora 28" e agli 8 ancora 24. A questo punto però Paulinho inizia a sentire la fatica dell'ormai lunga azione personale, e il suo vantaggio crolla letteralmente: solo 11" ai 6 km, e fine dei giochi a 2.5 km dal traguardo, quando tra gli altri sono già iniziati scatti e controscatti.

Appena raggiunto il portoghese, Vandewalle scatta in contropiede su uno strappetto, e Gavazzi è bravissimo a chiudere e, appena rifiatato, a dare qualche cambio al belga. Sancito come tardivo il tentativo di Kiserlovski di rientrare sui due (il croato si muove ai 1500 metri), la frazione viene decisa dalla volata tra Gavazzi e Vandewalle. E il valtellinese vince nettamente a Noja, regalando finalmente un successo di tappa all'Italia e confermando le belle cose fatte vedere ad agosto alla Volta a Portugal. Oltre a rilanciare, in tal modo, la propria candidatura per un posto in azzurro ai Mondiali di Copenhagen.

A 10" da Gavazzi e Vandewalle giungono Geniez, Sijmens, Montaguti, Gustov, Oroz, JRO e Kiserlovsky, mentre De Greef transita a 15", Paulinho (decisamente a secco nel finale) a 1'08", Kohler, Jufre e Malacarne (all'inseguimento per 50 km) a 4'03", quindi il gruppo, regolato da Geschke su Wiggins, Moreno e Cobo (e nel quale c'è stato un breve tentativo di Fuglsang ai 2 km), a 7'42". In classifica Cobo conserva i 13" di vantaggio su Froome, con Wiggins sempre terzo a 1'41" e con Kiserlovski che risale al 16esimo posto e Rodríguez al 20esimo.

Domani da Noja a Bilbao 158 km non difficili ma insidiosi (c'è l'Alto del Vivero a 14 km dal traguardo), che riporteranno il gruppo dei big a lottare faccia a faccia, e soprattutto riporteranno la Vuelta nei Paesi Baschi dopo la bellezza di 33 anni di assenza. A suo modo, anche questa un'impresa.

Marco Grassi

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