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Tour de l'Avenir 2011: Hepburn bissa, Boily in giallo - Tappa all'australiano, maglia al canadese. Cattaneo buon 5°

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Michael Hepburn, due tappe per lui al Tour de l'Avenir © www.letour.frDopo la conclusione allo sprint di ieri a Bruyères, il profilo della tappa odierna da Gérardmer a Porrentruy non poteva far dormire sonni troppo tranquilli i protagonisti dell'Avenir. Del resto quando già in partenza ti piazzano il Col de la Schlucht (salita alsaziana già affrontata al Tour de France nel 2009 nella tappa poi vinta da Haussler a Colmar e, in precedenza, resa famosa dalla tappa della Grande Boucle che nel 2004 si concludeva proprio nella cittadina sede di partenza di quest'oggi, quando giù dalla Schlucht in senso inverso rispetto a quello odierno si involarono l'olandese Weening e il tedesco Klöden, giunti poi nell'ordine sul traguardo) capisci che ci sarà da faticare, con tanto di ciliegina finale del Col de la Croix piazzato a poco meno di 15 chilometri dall'arrivo, salita dalla lunghezza non eccessiva (3,7 km di ascesa) ma dalla pendenza media importante (9,3 %).

Ingredienti ideali quindi per l'ennesimo ribaltone, che puntualmente si è verificato portando in vetta alla generale il canadese David Boily, 21enne fin qui sempre bravo a cogliere l'attimo, mentre Michael Hepburn, dopo il vittorioso prologo inaugurale, ci ha tenuto a riportare in parità il conto dei successi tra Olanda e Australia, realizzando il 2-2 con un perfetto sprint a regolare sul traguardo i compagni d'avventura. Drappello in cui si può segnalare con molto piacere la presenza di Mattia Cattaneo, uomo di punta della nazionale azzurra qui schierata che ora può concretamente aspirare a qualcosa di ulteriormente importante in questo suo 2011 da favola (oltre naturalmente all'importanza di un risultato che potrebbe garantire alla nostra nazionale una pedina in più ai sempre più vicini campionati del mondo di Copenaghen).

La frazione scatta con un tempo alquanto variabile e le prime schermaglie sulla Schlucht portano il colombiano Chaves a transitare per primo dinanzi al leader dei Gpm Bravo e al kazako Lutsenko (i più attenti ricorderanno il giovane atleta dell'Est protagonista sulle strade toscane in primavera, dove indossò anche la maglia di leader nella prova valida per la Coppa delle Nazioni). Il terzetto è quindi l'animatore di questa prima parte di frazione e difatti anche sul successivo Grand Ballon i passaggi in vetta sono identici. Dopo una rapida discesa ed una cinquantina di chilometri percorsi è già il momento di affrontare la terza ascesa che conduce al Col du Hundsrück (6 chilometri con pendenze superiori al 6%) dove è l'austriaco Marco Haller a mettersi in evidenza transitando per primo dinanzi a Kreder e nuovamente allo spagnolo Bravo.

La corsa prosegue quindi in maniera frizzante con molta bagarre nel tratto che vede i corridori portarsi verso la Svizzera, dove quest'oggi si sconfina, con molti attacchi che però faticano a prendere il largo. Dopo i due sprint intermedi di Boron (vinto da Haller) e sul primo passaggio sul traguardo di Porrentruy (è il kazako Lutsenko ad aggiudicarselo), iniziano gli ostici 38 chilometri finali con le ultime due asperità da superare. Sul Col des Rangiers è il colombiano Salazar a passare in testa dinanzi a Juul Jensen e a Laengen ma è sul successivo Col de la Croix che nasce l'azione decisiva, con un gruppo che nel frattempo si è già assottigliato: oltre al danese Juul-Jensen (vincitore in giugno della prova canadese di Coppa delle Nazioni Ville Saguenay) e al norvegese Laengen, già citati in precedenza si aggiungono anche il sempre combattivo spagnolo Jordi Simon Casulleras (che tra l'altro passerà professionista nella prossima stagione, avendo firmato per due anni per l'Andalucia-Caja Granada), il colombiano Chaves, l'australiano Hepburn, il canadese Boily ed il nostro Mattia Cattaneo, bravissimo a cogliere il momento per attaccare. Proprio il giovane alzanese è tra i più attivi nella dura ascesa, su cui riesce a transitare per primo dinanzi a Juul Jensen e Boily (mentre Chaves, con i punti conquistati, si impossessa nuovamente della maglia a pois di miglior scalatore). L'accordo tra i battistrada e ottimale ed essendo rappresentate alcune delle squadre principali è dura per gli inseguitori metterci una pezza, anche per il fatto che le ultime ascese hanno ridotto abbastanza anche il numero di uomini a disposizione. Il vantaggio dei sette pertanto sale e giù dalla discesa sono ormai imprendibili, pronti a giocarsi le proprie chanche allo sprint: il più veloce di tutti risulta indubbiamente l'australiano Hepburn che va così a cogliere il suo secondo successo parziale in questo Tour de l'Avenir e la quarta vittoria stagionale su strada. Alle sue spalle terminano Simon e Juul Jensen, quindi Laengen ed un ottimo Cattaneo, con Boily e Chaves a chiudere il drappello.

I distacchi sul traguardo si fanno via via più importanti: a 54" il britannico Christian anticipa Salazar e il kazako Bederbekov, chiudendo la top-ten; con un ritardo di 1'18" giungono sul traguardo l'olandese Dumoulin, i francesi Le Boulch e Baurguil, il kazako Lutsenko, Matteo Mammini e soprattutto l'austriaco Preidler; peggio va invece a Raymond Kreder, il francese Bardet, il vincitore uscente Quintana, il belga Wellens e l'etiope Grmay che pagano ben 2'55"; 3'38" è invece il distacco del leader Dennis, giunto in un gruppo comprendente anche gli statunitensi Squire e Dombrowski (mentre decisamente fuori classifica va anche l'altro americano Warabasse che accusa 7'28").

Classifica quindi rivoluzionata con il canadese Boily che prende il comando con 28" di vantaggio su Hepburn (che può sicuramente recriminare per i 30" di penalità accusati ieri, senza i quali ora sarebbe leader) e 34" su Juul Jensen mentre risale in settima posizione Mattia Cattaneo, distanziato di 46" e per il quale il podio rappresenta un obiettivo affatto impossibile da centrare. Domani si torna in Francia con l'arrivo sul traguardo di Arbois ma la Côte de Bracon (ultimo dei 4 Gpm previsti) posta a soli 8 chilometri dal traguardo potrebbe rappresentare l'ideale trampolino per una nuova appassionante ed incerta conclusione di tappa.

Vivian Ghianni

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