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Vuelta a España 2011: La grande ammucchiata - Moncoutié vince, Wiggins in rosso, Nibali 3°, 5 uomini in 19"

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David Moncoutié, per il quarto anno consecutivo vincente alla Vuelta © Bettiniphoto

Tutto cambia e niente cambia: si può dire questo al termine dell'undicesima tappa della Vuelta, da Verín alla stazione sciistica di Montaña Manzaneda. Vince Moncoutié dopo una bella fuga da lontano, e ciò rileva principalmente per la lotta per la maglia a pois; per la classifica più importante, invece, succede pochissimo e, di fatto, solo negli ultimi 3 km, ma ugualmente verifichiamo un nuovo cambio di maglia rossa (da Froome al compagno Wiggins), con Fuglsang che perde terreno così come l'anglo-keniano, e con Nibali che risale in terza posizione: ma le distanze tra i principali contendenti sono così risicate che tutto potrà ancora succedere.

La tappa. In una giornata finalmente fresca (quasi fredda), al km 30 si muovono 16 uomini: Paulinho, Petrov, Reynes, Montaguti, Moncoutié, Albasini, LL Sánchez, Palomares, Bernabeu, Intxausti, Pérez Arrieta, Oroz, O'Grady, Horrach, Jorgensen e Quinziato. Dopo una ventina di km, sull'Alto de Gonza, Duarte, Txurruka e Frank escono a loro volta in caccia dei primi (che al momento hanno circa 3' di vantaggio). Montaguti batte Moncoutié al Gpm (i due sono molto motivati nei confronti della classifica degli scalatori, e con i 5 punti del Gonza, uniti ai 3 del precedente Fumaces a inizio tappa, l'italiano conquista la maglia a pois virtuale, portandosi a quota 31 contro i 25 di Dan Martin), dopodiché al km 76 i tre contrattaccanti rientrano sul drappello di testa. Il vantaggio, che in quel momento è oltre i 5'30", sale fino ai 7'52" toccati al km 127 (a 40 esatti dal traguardo).

Sull'Alto de Ermida, altro terza categoria che precede la salita finale, Moncoutié rende la pariglia a Montaguti (che comunque fa altri 2 punti), dopodiché ai -27 sono Palomares e Jorgensen a rompere gli indugi tentando la soluzione a due, ma lo spagnolo si sbarazza ben presto del collega restando solo in testa (il gruppo è al momento a oltre 6'30").

La solitudine di Palomares dura comunque poco, all'inizio dell'ascesa a Montaña Manzaneda su di lui si portano Frank, O'Grady, Moncoutié e Intxausti, con questi ultimi che non ci pensano su due volte e tirano dritto, ma senza fare il vuoto. Da dietro arriva pure Paulinho, e contrattacca a sua volta, ma anche lui viene presto ripreso, e Moncoutié può provare un'altra volta, ai -13, stavolta riuscendo a mettere una ventina di secondi tra sé e Frank, Intxausti, Paulinho e il sopraggiunto LL Sánchez.

Anche il gruppo della maglia rossa approccia la salita conclusiva (con 5' buoni di ritardo), e il primo squillo è firmato Katusha: ai -10 Karpets e Moreno, con Kruijswijk e Chris Sörensen, si avvantaggiano, e quest'azione è prodromica a un tentativo di Joaquim Rodríguez. Ma il gruppo tirato da Vacansoleil e Sky (con il leader della classifica Chris Froome a lavorare per il compagno Wiggins) recupera. Non ha miglior fortuna un nuovo tentativo degli stessi Sörensen, Moreno e Kruijswijk con Nieve e Van den Broeck: ma il fermento del gruppo è evidente.

Ci prova la Vacansoleil con Pidgornyy ai -7, ma l'evento non è di quelli destinati a restare negli annali. Intanto Moncoutié continua a guadagnare sugli immediati inseguitori (anche oltre il minuto di margine per lui) e a difendersi dal plotone (che, ancora abbastanza folto, ai -6 è sempre a 5' di distanza).

Mentre LL Sánchez e Intxausti sembrano i più impegnati nell'inseguire Moncoutié (ma con scarsa efficacia), più indietro il ritmo imposto da Froome al gruppo impedisce che i vari tentativi (ne segnaliamo ancora uno ai -5.5, di nuovo con Moreno, Sörensen e Nieve, più Lagutin) prendano quota. Si galleggia in attesa di un po' di pendenza che faccia selezione, e finalmente ai 3 km Daniel Martin prova a fare la differenza. A rispondere all'irlandese è direttamente Wiggins, con la coppia Rabobank Mollema e Kruijswijk.

Proprio Mollema tenta il contropiede, ma Wiggins chiude ancora, mentre la maglia rossa Froome finisce le energie e perde terreno ai 2 km. Nel gruppetto tirato da Bradley, Nibali tiene bene, così come altri uomini di classifica a partire da Kessiakoff e Cobo: sono una ventina di corridori, a cui tentano di restare attaccati coi denti Scarponi e Seeldraeyers.

Moncoutié intanto con gran gioia va a vincere (e sul traguardo fa il gesto di contare fino a 4, come le Vuelta consecutive - con questa - in cui vince almeno una tappa, dopo Pla de Béret 2008, Sierra Nevada 2009 e Xorret de Catí 2010; per la quarta maglia a pois consecutiva, vedremo nei prossimi giorni. Intanto coi punti Gpm del traguardo il francese rimane a una lunghezza da Montaguti, 32 contro i 33 dell'italiano), con 1'17" su Sánchez e Intxausti. Nello stesso momento Rodríguez tenta una nuova sortita, e stavolta trova spazio. L'azione del catalano (che giunge al traguardo a 3'01" da Moncoutié) fa male a Roche e pure a Fuglsang (secondo della generale), mentre Nibali e Wiggins si danno il cambio in testa al gruppetto dei più forti, e così facendo impediscono a JRO di guadagnare più di 7" su di loro.

Di fatto, anche se non succede più di tanto e lo spettacolo ad alti livelli latita, la classifica della Vuelta cambia volto ancora una volta, se consideriamo che i primi 2 della generale, Froome e Fuglsang, perdono 27" da gente come Wiggins, Nibali, Cobo, Mollema, Kessiakoff, Van den Broeck, Zubeldia, Daniel Martin, Nieve e Sörensen. Nel gruppetto della maglia rossa ci sono anche Scarponi, Menchov, Bruseghin, Monfort e Seeldraeyers (mentre Brajkovic resta intercalato tra i due plotoncini); bastano questi pochi secondi (un classico per le tappe di montagna della Vuelta) per restituire una classifica abbastanza diversa da ieri, ma non per questo più delineata, anzi.

Il bello della situazione è che a metà Vuelta abbiamo 5 uomini in 20". Wiggins è la nuova maglia rossa, con 7" su Froome, 11" su Nibali, 14" su Kessiakoff e 19" su Fuglsang. Mollema è sesto a 47", poi Monfort a 1'06" e Cobo a 1'27", quindi i due RadioShack Zubeldia e Brajkovic, a 1'53" e 2', completano la top ten, con Van den Broeck, Bruseghin (che ha perso una posizione), Menchov e JRO entro i 3' di distacco da Wiggo. Come ormai diciamo ogni giorno, la corsa è in tutto e per tutto aperta, e non saranno certo le prossime due tappe a dipanare la matassa che s'è formata in testa.

In questo gioco tutto incentrato sui secondi, non si può fare a meno di tornare col pensiero alla tappa di Córdoba, quella dell'attacco in massa dei Liquigas, quando a Nibali sfuggì incredibilmente anche il minore degli abbuoni. Beh, d'accordo che farsi impallinare da Lastras non sarebbe stato il massimo, ma a distanza di pochi giorni ci ritroviamo con un Vincenzo che, se avesse preso il bonus per il secondo posto, oggi sarebbe in maglia rossa. In ogni caso, il siciliano ha ancora tempo e spazio per scavalcare i due uomini Sky che di poco lo precedono. Stia ben tranquillo domani e dopodomani e si prepari mentalmente al meglio per la decisiva accoppiata Lagos de Somiedo-Angliru, che sabato e domenica dovrebbe risultare decisiva.

Marco Grassi

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