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Tour de Pologne 2011: Quant'è bello questo Sagan - Lo slovacco stacca tutti sullo strappo finale

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Peter Sagan esulta per il successo ottenuto a Cieszyn © Foto ScanferlaPeter Sagan ormai non ha più bisogno di presentazioni, lo conoscono tutti gli appassionati, e lo aspettano a successi importanti che certamente verranno nel futuro più o meno prossimo del 21enne slovacco. Nell'attesa di quei successi (una Sanremo? una Roubaix? un Mondiale? Tutto è possibile, allo stato delle cose), il giovane puledro della Liquigas continua a mietere successi su palcoscenici minori ma non troppo.

Oggi in Polonia Peter ha centrato la nona vittoria stagionale, per esempio. Una stagione iniziata benissimo al Giro di Sardegna (tre tappe più la classifica generale) in febbraio, e poi segnata dal passaggio a vuoto nelle gare di marzo e aprile (deludente - rispetto alle attese - alla Parigi-Nizza e alla Sanremo, non incisivo come suo solito a La Panne, proprio non pervenuto a Roubaix e Amstel). Piccoli difetti di crescita che saranno superati di slancio appena l'esperienza sarà più corposa, o limiti di personalità negli appuntamenti più importanti? Avendo visto all'opera Sagan oggi, opteremmo a occhi chiusi per la prima delle due ipotesi.

Anche perché nella corsa baltica lo slovacco ci si è presentato con tanto di maglia di campione nazionale conquistata oltre un mese fa (e che faceva seguito ai due successi di tappa al Tour de Suisse, sempre in giugno, e a quello ottenuto in America al Tour of California), ed evidentemente aveva fretta di esibirla con un numero dei suoi. Quale è effettivamente stato quello fatto vedere a Cieszyn.

La fuga di Beyer, Rocchetti e Matysiak, sebbene avesse raggiunto anche 7'20" di vantaggio massimo, non aveva preoccupato più di tanto il gruppo, che in effetti ha avvicinato e poi ripreso gli attaccanti all'ingresso del circuito conclusivo (6.3 km da ripetere 3 volte): in pratica, a poco meno di 20 km dalla fine. Per la precisione, è stato il campione moldavo Pliuschin ad anticipare il plotone, portandosi da solo sugli attaccanti. Ma il circuito di Cieszyn, con quel tratto in pavé che portava all'arrivo, e con un altro strappetto ai 5 km, invitava parecchio all'azione.

Ci ha provato - e anche molto creduto - Simon Clarke, che è fuoriuscito a sua volta dal plotone per portarsi da solo su Pliuschin (che intanto aveva disperso i fuggitivi della prima ora). Quando, ai 15 km, i due si sono ricongiunti, si son visti piombare addosso anche Vanmarcke e Marco Marcato, ovvero l'uomo che un anno fa su questo circuito aveva fatto praticamente una figuraccia, smettendo di pedalare ed esultando (era in testa da solo) per sbaglio quando mancava un giro alla conclusione, e venendo così ripreso dal gruppo.

Malgrado il dente avvelenato del veneto, è stato Clarke a mostrare maggior brillantezza e a ripartire subito da solo. Con una ventina di secondi su un gruppo che, tirato dalla Sky, aveva ripreso gli altri contrattaccanti, l'australiano dell'Astana ha resistito per un giro in testa, ma all'inizio dell'ultima tornata, a 6 km dal traguardo, è stato raggiunto da un'avanguardia pilotata da Marycz, il quale poi ha tentato il suo, di assolo.

Ma il polacco della Saxo Bank è stato subito raggiunto da un gruppo in cui la Liquigas ha attuato un bel forcing ai 5 km con un Nibali che sta raggiungendo la forma giusta per difendere il suo titolo alla Vuelta, tra poche settimane. Vincenzo ha lavorato per Sagan, così come hanno fatto Bodnar e Caruso, e l'azione della squadra italiana ha sortito i suoi effetti, visto che ha selezionato il gruppo a meno di 50 atleti, facendo staccare molte ruote veloci che avrebbero potuto interferire nel finale.

Un finale che nei piani Liquigas era scritto, con la stoccata di Sagan, per un progetto che è stato puntualmente realizzato: sull'ultimo strappo (in pavé), Peter è partito fortissimo, ai 500 (abbondanto, forse addirittura 600), e ha preso il volo. Gli altri l'hanno rivisto solo al traguardo, mentre esultava beandosi per la vittoria, per il vantaggio acquisito su tutti e per la conseguente maglia gialla di leader della corsa. Daniel Martin, vincitore dell'edizione 2010 del Giro di Polonia, è arrivato secondo (a 3"), poi ritroviamo al terzo posto Marcato, quindi Martens, Wegmann e via via tutti gli altri.

Non è dato sapere se lo slovacco riuscirà a difendersi dagli attacchi o dalle imboscate che domani e venerdì, su percorsi ben più mossi di quelli delle prime tappe, gli verranno scatenati contro. In classifica il ragazzo ha 5" su Marcato e 7 su Feillu e Daniel Martin, e ciò significa che non potrà minimamente distrarsi, perché alcuni dei rivali più temibili sono molto vicini. Si accontenterà, Sagan, e lascerà andare la maglia senza rimpianti, o terrà duro per provare a portare a casa questo Polonia? Il senso della questione ruota tutto intorno a questo concetto.

Marco Grassi

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